Da sempre la filosofia di Bergamo Salute è quella di trasmettere un messaggio positivo e di speranza. Siamo convinti, infatti, che la positività sia una risorsa indispensabile, spesso decisiva, anche per riuscire a superare problemi di salute a volte estremamente gravi. Purtroppo, però, contro mali terribili, non sempre si riesce a vincere la battaglia.


È il caso di un caro amico, Michele Craba, che ha dovuto arrendersi a un cancro al fegato che non gli ha neppure permesso di festeggiare il suo 50° compleanno. Vorrei ricordarlo in questo editoriale per farvi arrivare, attraverso la sua storia, un messaggio comunque positivo, pur in tanta sofferenza. Michele ha affrontato la malattia con una dignità davvero unica ed esemplare, ha lottato con tutte le sue forze, aggrappandosi con le unghie a ogni piccola luce di speranza, senza mai mollare, da vero combattente. Lo ha fatto per lui e per la sua famiglia, che amava alla follia e che gli è stata vicina fino all'ultimo vivendo insieme a lui ogni attimo, i momenti più bui come quelli di temporanea felicità che ancora la vita gli concedeva. Durante la malattia ha scoperto la fede ed è grazie a essa che ha trovato la forza per non abbattersi mai, consapevole forse fin dall'inizio che quel male prima o poi lo avrebbe strappato ai suoi più cari affetti. Negli ultimi mesi ha avuto la possibilità di fare un pellegrinaggio a Medjugorje che l'ha toccato profondamente. Un'esperienza umanamente e spiritualmente molto forte che, al rientro, ha voluto condividere con tutti i suoi amici e parenti, nella speranza di poter "regalare" anche a noi un po' di quella pace interiore così soffertamente raggiunta. A ognuno, con le lacrime agli occhi, aveva portato da quel viaggio un ricordo, un simbolo che nella vita non bisogna mai mollare. Lui era così: nonostante soffrisse molto, fisicamente e psicologicamente, era sempre lui a tirare su di morale gli altri, aveva sempre una parola di conforto per tutti. Non stupisce che fosse così amato: attraverso Facebook riceveva quotidianamente attestati di stima anche da persone che non conosceva direttamente. Gli amici, tanti, di Facebook erano diventati la sua seconda famiglia. Eppure lui si meravigliava, si chiedeva come fosse possibile tanta solidarietà e affetto nei suoi confronti. La risposta è nella gentilezza e disponibilità che dimostrava verso tutti. Era impossibile non volergli bene! Il 2 di dicembre 2013 ci ha privati della sua presenza fisica ma dentro ognuno di noi che l'ha conosciuto, anche solo attraverso un social network, resta vivo il ricordo di uomo vero, dolce e gentile, un esempio di come si possa vivere la vita fino alla fine con dignità e coraggio.

Non ti dimenticheremo...

Daniele Gerardi