Ernia del disco? Alcuni si affidano ai farmaci antiinfiammatori, che quando funzionano agiscono solo sui sintomi, senza contare che spesso hanno effetti collaterali e comunque non possono restituire alle vertebre della colonna la loro normale mobilità. Altri aspettano che il problema si risolva da solo e così ne favoriscono l'aggravamento. Altri ancora pensano che l'unica soluzione sia la chirurgia, nonostante ormai le linee guida la indichino come terapia valida e consigliabile solo in un ristretto e selezionato numero di casi.

Quale strategia adottare allora? «La chiropratica può essere la corretta soluzione perché ricerca le cause degli squilibri funzionali che provocano problemi alla colonna vertebrale e va a lavorare quindi all'origine del problema» suggerisce il dottor Andrea Clementoni, chiropratico laureato in Usa e responsabile dell'ambulatorio di chiropratica presso il Centro Medico di Gorle-Bergamo. «Attività lavorative, sedentarietà, posture scorrette, stress, incidenti, attività sportive inadeguate possono causare la perdita della fisiologica mobilità della colonna vertebrale, provocando irritazione, schiacciamento di nervi e disfunzioni dei dischi intervertebrali e del sistema nervoso. Il chiropratico interviene con metodiche indolori per ripristinare il naturale allineamento e mobilità della colonna vertebrale, riducendo i dolori articolari e ristabilendo il corretto funzionamento di muscoli, nervi, dischi intervertebrali e del sistema nervoso. In modo del tutto naturale: senza utilizzare farmaci» continua l'esperto che ha recentemente presentato al Congresso Mondiale sul mal di schiena di Dubai i risultati di una ricerca clinica, condotta a Bergamo, proprio sull'efficacia di questo tipo di terapia.

Di che tipo di ricerca si tratta?
Lo studio, che è stato approvato dalla Regione Lombardia e condotto presso il Centro Medico M.R. in team con lo staff medico, aveva come obbiettivo valutare l'efficacia del trattamento con chiropratica in pazienti con lombalgia e sciatica in presenza di ernia del disco già trattati senza successo con antinfiammatori e cortisone. I risultati sono stati molto incoraggianti: in oltre l'85% dei casi si è avuta eliminazione o rilevante riduzione dei sintomi, con miglioramento della capacità di svolgere le attività quotidiane, riduzione o eliminazione dei farmaci antinfiammatori, riduzione del rischio di chirurgia dell'ernia del disco. Oggi anche in Italia i medici di base, e molti fisiatri, ortopedici e neurochirurghi comprendono l'apporto che il chiropratico può offrire nel trattamento di molte problematiche neuro-muscolo-scheletriche anche conseguenti a traumi o incidenti. Sempre più medici, come avviene da tempo in altri Paesi stranieri, inviano pazienti al chiropratico per dolori articolari, torcicollo, cefalea, sindromi vertiginose e anche in presenza di ernia del disco cervicale e lombare.

Ma in cosa consiste il trattamento?
Si utilizzano tecniche manuali altamente specifiche, ma si adottano anche tecniche non manipolative (craniali, miofasciali e sui punti meridiani). Il trattamento, che si svolge su lettini speciali per chiropratica importati dagli Usa, dà spesso istantaneo sollievo, sciogliendo le tensioni muscolari ed eliminando la pressione dai nervi e dai dischi intervertebrali. I tempi di recupero dipendono dalla cronicità del problema.

Un problema tipico di chi è sedentario
L'ernia del disco si manifesta quando il contenuto del disco intervertebrale, cioè il "cuscinetto" cartilagineo che si trova tra una vertebra e l'altra e funge da ammortizzatore, esce dalla sua sede naturale e va a schiacciare le terminazioni nervose vicine (della schiena ma anche la radice del nervo sciatico, cioè il nervo che partendo dalla zona lombare si estende fino al piede attraversando tutta la gamba). Questa compressione dei nervi provoca un'infiammazione e quindi dolore. La cosa fondamentale, non solo in chiave preventiva ma anche quando il problema si sia già manifestato, è correggere la postura. Alla base dell'ernia infatti nella maggior parte dei casi c'è un'alterazione posturale, per cui le vertebre non sono più in asse e in equilibrio. In genere questa alterazione è dovuta all'eccessiva sedentarietà. Contrariamente a quanto si pensa infatti l'ernia non è una patologia tipica degli sportivi, ma di chi sta troppo seduto, e male, sia per lavoro sia nel tempo libero.

a cura di VIOLA COMPOSTELLA
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