Ce ne sono per tutti i gusti e le esigenze: per controllare i battiti, calcolare le calorie, per chi cerca un figlio. Sono le app, come le chiamano i loro appassionati, ovvero applicazioni per pc, smartphone, tablet, pensate per migliorare la forma fisica e tenere sotto controllo la salute. Negli ultimi sei mesi c'è stato un vero e proprio boom: per le app di sport e benessere si è registrata una crescita del 62 per cento. A usarle sono soprattutto i giovani che attraverso lo smartphone vogliono misurare i chilometri percorsi a piedi o in bici, le calorie bruciate oppure quelle che hanno mangiato. Ma non mancano anche i più perfezionisti e "maturi" che alle app chiedono di monitorare la frequenza cardiaca o come correggere il movimento del corpo nella corsa. Ma come funzionano? Ne parliamo con il dottor Eugenio Santoro, responsabile del Laboratorio di Informatica Medica dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, autore di "Web 2.0 e social media in medicina".

«I vari dati sull'attività fisica o sull'alimentazione vengono inseriti manualmente o in modo automatico giorno per giorno formando una specie di diario che viene poi condiviso sul social network. La condivisione dei risultati personali porta a un effetto emulazione all'interno della community che si riunisce intorno a un'impresa sportiva» spiega il dottor Santoro. «Inoltre le app per smartphone e tablet riescono a cambiare il comportamento delle persone in base alle loro esperienze perché spingono al raggiungimento di traguardi personali. Servono a misurare quanto si sta facendo bene e quanto ancora si dovrebbe migliorare. Applicazioni simili non registrano parametri vitali e di tipo medico per cui la loro condivisione non costituisce problemi di sicurezza verso dati sensibili. Inoltre non c'è la necessità di sottoporle a un controllo medico».

Un diario virtuale (da condividere col medico) in caso di pressione alta o diabete
Il discorso, però, cambia per le centinaia di applicazioni legate alla medicina. Dall'app per monitorare la pressione arteriosa, al diabete, all'individuazione delle retinopatie tramite fotocamera, alle malattie cardiache, all' app per l'artrite reumatoide ideata per "alleggerire" dai problemi causati da questa patologia autoimmune che colpisce oltre 400 mila persone in Italia in prevalenza donne, fino a quella per gestire meglio il dolore cronico e per diagnosticare precocemente l'Alzheimer. Possono rappresentare un valido supporto purché però sempre sotto la supervisione del medico. «I maggiori utilizzatori sono soprattutto i pazienti con malattie croniche più propensi, rispetto agli altri, a stabilire relazioni con coloro che soffrono della loro stessa patologia» spiega l'esperto. «Con le app si può registrare e memorizzare tutto quello che è misurabile: frequenza cardiaca, pressione, elettrocardiogramma, fotografie che riprendono macchie e nei sulla pelle, glucosio nel sangue e via dicendo. Insomma una serie di parametri che, poi, vengono inviati al medico per il telemonitoraggio. I pazienti, come chi soffre di diabete, attraverso le app possono tenere sul proprio telefonino un diario quotidiano che poi lo specialista esaminerà e darà le opportune terapie. Ma c'è anche l'app per la lotta all'abuso di alcol, di droga, alla vita sedentaria, al fumo. In alcune passano anche messaggi che usano la strategia dei videogiochi ricordando quali sono i danni provocati dagli stupefacenti, dalle sigarette, dagli alcolici e dalla mancata attività fisica».

Per favorire il dialogo tra gli specialisti...
Intanto prendono sempre più piede negli ospedali e nelle cliniche le app dedicate ai medici appartenenti a una stessa community che, tenendo a portata di mano il tablet e lo smartphone, possono scambiarsi in tempo reale informazioni sui casi clinici, cercare consigli per una diagnosi e condividere le proprie conoscenze senza dover più ricorrere ai pc dislocati nei loro uffici. E uno studio sull'uso dei social media e delle app mediche da parte dei medici italiani lo sta facendo proprio il Laboratorio di Informatica Medica in collaborazione con l'Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri e la Società Italiana di Urologia. Lo scopo è anche quello di incentivare il dialogo e il confronto con i cittadini da parte delle oltre 1200 strutture sanitarie italiane, pubbliche e private (dialogo e confronto che vede tra i primi in Italia l'Ospedale Papa Giovanni di Bergamo che ha dotato i suoi medici di tablet e smartphone con app).

…e migliorare lo stile di vita dei pazienti
E mentre i maggiori big dell'hi-tech cercano di accaparrarsi il mercato mondiale, che vale 6,7 miliardi di dollari, con qualche dubbio sulla precisione delle app e sulla privacy, il Laboratorio del Negri va avanti nelle ricerche. «Con altri Centri di ricerca e Università abbiamo presentato all'Unione Europea dei progetti all'avanguardia che riguardano soprattutto la prevenzione con un notevole risparmio economico per la Sanità pubblica» dice. «Utilizzando le app studieremo i soggetti che presentano fattori di rischio, li sottoporremo a analisi e tenteremo di cambiare i loro stili di vita. Altri pazienti faranno il percorso tradizionale. Alla fine vedremo i risultati. Aspettiamo soltanto che l'Unione Europea dia il via libera a questi progetti e ci dia i fondi, che purtroppo scarseggiano per questa nuova frontiera nel campo della prevenzione».

Quella del 112 ti salva la vita
Tra le centinaia di app che possono aiutarci a salvarci la vita c'è Where Are U ideata da AREU (Azienda Regionale Emergenza Urgenza). "è un' app" come si legge nel sito "che permette di effettuare una chiamata di emergenza e inviare contemporaneamente la posizione esatta del chiamante alla centrale del numero unico dell'emergenza 112 della Lombardia. Viene trasmessa la localizzazione puntuale anche nei casi in cui non si conosce o non si è in grado di fornire dati precisi sulla propria attivazione". Where Are U è disponibile per iOS, Android e Windows phone , è gratuita e si può scaricare andando su www.areu.lombardia.it.

 

a cura di LUCIO BUONANNO
con la collaborazione del DOTT. EUGENIO SANTORO
Responsabile Laboratorio di Informatica Medica Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri