Sul suo casco ha l’autografo di Lindsey Vonn, il mostro sacro dello sci femminile, vincitrice di otto Coppe del mondo di discesa. Nadia Fanchini, 29 anni, ha battuto il suo mito a La Thuile in Val d’Aosta, dopo aver vinto il bronzo due giorni prima. «È stata la mia rivincita contro la sfortuna e gli infortuni che mi hanno bloccato per due anni» ci dice felice.

La sua prima vittoria in Coppa del mondo è di otto anni fa a Lake Louise in Canada. Allora era considerata la migliore dello sci femminile italiano, insieme alla sorella Elena, e infatti ai mondiali del 2009 conquistò il bronzo nella discesa. Poi la via crucis cominciata due settimane prima delle Olimpiadi di Vancouver del 2010. «Ero in gara nel supergigante di Saint Moritz, nell’impatto con una porta caddi male e mi saltarono i crociati e collaterali di entrambe le ginocchia». In questa triste occasione è passata alla storia, come si legge nel profilo del suo sito, la telefonata per tranquillizzare la sorella Elena (anche lei in gara) che sarebbe dovuta partire dopo di lei. Ancora dolorante mentre veniva soccorsa le diede anche preziosi consigli su come affrontare il tracciato. Per Nadia purtroppo svanì il sogno di partecipare ai Giochi Olimpici; alle piste si sostituirono le sale operatorie per rimettere a posto le ginocchia e tanta riabilitazione. Altri si sarebbero arresi, ma non lei. E un anno dopo rientra a Cortina questa volta come semplice apripista. Ma la sfortuna la perseguita, si rompe un altro legamento in una rovinosa caduta dopo un salto. Ma ancora una volta Nadia ce la mette tutta per tornare sugli sci.
D’altra parte Nadia è abituata a rialzarsi. Lei che da ragazzina, nel 2004/2005 aveva vinto i Mondiali juniores in supergigante e nella discesa, viene bloccata nel 2006 dal Coni per problemi cardiaci. Altri due anni di visite, di attese dopo che il Comitato Olimpico le aveva vietato le gare. Ma anche stavolta la tenacia di Nadia ha il sopravvento e ritorna sul podio: a Schladming vince la medaglia d’argento. «È un sogno, non ditemi che avrei potuto vincere, per me questa è come una vittoria, è la mia rinascita, è un’impresa» commentò allora. E un’impresa l’ha fatta anche ora, a La Thuile, vincendo la medaglia d’oro ma soprattutto battendo la più grande discesista del mondo. «Ero imbarazzata per aver battuto la Vonn, la più forte di tutte noi, ma lei mi ha applaudito e poi, insieme, siamo andate alla Domenica Sportiva».
Dopo tutto quello che ha passato Nadia, che appartiene al gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, non si è affatto montata la testa. Anzi, quando la sentiamo, è appena tornata da un allenamento. È nata nel 1986 a Lovere ma ha sempre vissuto a Montecampione e da poco si è trasferita a Iseo con il fidanzato Devid Salvadori che allena la squadra femminile di Coppa Europa. E tutti i giorni, quando non è in giro per il mondo, fa la pendolare dal lago alle piste di Montecampione dove si allena con le sorelle. Oltre a Elena in Nazionale è arrivata da un po’ anche la più piccola, Sabrina.
«Mi sto preparando per le prossime gare» dice. «Tanti allenamenti: sci, palestra, bicicletta, nuoto, camminate in montagna, sei giorni alla settimana, a volte sette. Una grande fatica ma faccio del mio meglio perché so che sono sacrifici necessari per ottenere i risultati. Nello sci, come in ogni sport, ci vuole talento ma poi bisogna saperlo coltivare con il lavoro e l’applicazione. Anche gli infortuni ti aiutano a crescere e a maturare e infatti ho reagito ai problemi: non ho mai pensato di smettere e ora sono concentrata sulla carriera. Altro elemento fondamentale è l’allenamento della mente. Fa il campione insieme al talento. È importante al 50 per cento per realizzare una buona prestazione. Quando sei convinta di testa riesci a rendere di più. Come mi è capitato al rientro con due podi in discesa. Per essere al top è importante anche una dieta equilibrata e senza eccessi».
Elena, Nadia, Sabrina, tre ragazze d’oro che hanno cominciato quasi per gioco spinte dal papà che lavora per gli impianti di risalita di Montecampione. È un caso unico nella storia dello sci vedere tre sorelle in Nazionale. A scoprire le prime due fu il maestro Claudio Gelpi che convinse papà Tersilio (per tutti Sandro) e mamma Giusy sostenendo che erano talenti speciali. E infatti Elena e Nadia hanno confermato il giudizio del maestro. Elena, la maggiore, è specialista in discesa, anche se come la sorella ha avuto una serie di incidenti che ne hanno un po’ compromesso la carriera: nel 2005 vinse la medaglia d’argento ai Mondiali di Bormio, e a Lake Louise l’oro nella discesa di Coppa del Mondo. «Io invece sono polivalente» dice Nadia. «Amo la discesa ma soprattutto lo slalom gigante e il superG». Come Sabrina che ha esordito in Coppa Europa nel 2005 e nella Coppa del Mondo nel 2010, ma anche lei bersagliata dalla sfortuna. «Oltre che sorelle siamo grandi amiche» rivela Nadia «il nostro rapporto è eccezionale, ci aiutiamo l’una con l’altra e godiamo quando una di noi va bene. Siamo una squadra e tra noi non c'è mai stata competizione». Ora Nadia sogna un altro podio. E una sua famiglia con marito e figli? «È ancora troppo presto. Nel futuro senz’altro. Alla fine della carriera».

a cura di LUCIO BUONANNO