Un disturbo al femminile che può arrivare a compromettere la felicità di coppia. È uno dei disturbi sessuali più frequenti dell’universo femminile. Un problema che, anche se nella maggior parte dei casi riguarda le donne, può avere pesanti ripercussioni sulla salute e serenità di coppia, dentro e fuori dal letto. Parliamo dell’anorgasmia, cioè l’impossibilità di raggiungere il piacere durante i rapporti sessuali. «Sembra che il 12% delle donne non abbia mai provato l’orgasmo e che il 34%, durante la penetrazione non avverta nessun piacere» sottolinea la dottoressa Tiziana Romano, psicologa e psicoterapeuta.

 «Ma il dato più preoccupante è rappresentato da un 47% che ha dichiarato apertamente di fingere l’orgasmo, una strategia utilizzata per rassicurare il partner sulle proprie capacità amatorie e per non affrontare il disagio dato dall’assenza di risposta orgasmica. L’orgasmo femminile infatti, a differenza di quello maschile, è più difficile da individuare e dipende dal non visto e dal mistero».

Dottoressa Romano, quali sono le cause di questa difficoltà se non impossibilità a raggiungere il piacere? Le cause possono essere molte e diverse. In alcuni casi ci può essere una disfunzionalità del pavimento pelvico che compromette il raggiungimento della fase eccitatoria e conseguentemente il raggiungimento dell’orgasmo, oppure cause cosiddette iatrogene dovute all’assunzione di sostanze psicotrope ed antidepressivi che potrebbero inibire l’orgasmo. Cause fisiologiche o biologiche a parte, comunque, l’orgasmo femminile sembra essere molto più vulnerabile di quello maschile alle interferenze psicoaffettive. Le cause psicologiche quindi giocherebbero un ruolo molto spesso determinante.

Ci può spiegare meglio?
Spesso nelle donne che soffrono di anorgasmia si riscontrano problematiche legate alla sfera dell’immagine personale, dell’autostima e della fiducia oppure a quella del piacere, in molti casi compromessa da un’educazione rigida e sessuofobica. In queste donne, la cui personalità frequentemente presenta elementi infantili e di dipendenza affettiva, non è raro trovare anche un’ansia e un’inibizione totale dell’orgasmo, percepito come particolarmente minaccioso perché rappresenta la perdita del sogno della fusione felice e dell’amore incondizionato. L’orgasmo, in altre parole, viene vissuto come un atto egoistico e la donna non se lo permette per paura di essere abbandonata dall’essere amato. In altre donne, invece, c’è un cattivo rapporto con se stesse per cui fanno fatica a vivere il proprio corpo come fonte di piacere per sé e per il partner. In questi casi è frequente anche la presenza di disturbi alimentari o l’uso di droghe e alcolici. Ci sono poi donne che fanno più fatica degli uomini a rinunciare al controllo (e autocontrollo) durante le attività sessuali. Per loro rinunciare al controllo significa mettersi in uno stato di vulnerabilità e debolezza nei confronti dell’altro oppure la perdita di controllo può essere associata alla paura di allontanarsi dalla realtà e non potervi più accedere. In altri casi ancora a fare da freno è la paura di perdere non il controllo su se stesse, ma sul partner diventandone dipendenti. Oppure può diventare un modo per colpire l’uomo nella sua mascolinità facendogli sentire che è un misero amante. È come se la donna sacrificasse l’orgasmo per avere un piacere perverso di controllo e dominio sul partner. Infine, c’è un’anorgasmia situazionale espressa cioè solo con un partner e spesso dovuta a una mancanza di una comunicazione franca, quando ad esempio si desidera cambiare modalità di stimolazione perché non dà piacere.

Spesso le donne si rassegnano a questa situazione, pensando che in fondo si possa vivere “bene” lo stesso…
Questo atteggiamento deriva da retaggi culturali che spesso ancora oggi noi donne ci portiamo dietro, come se per noi il piacere non fosse poi così “indispensabile”. Sbagliato. Una vita sessuale insoddisfacente alla lunga può ripercuotersi negativamente sul benessere di coppia, innescando tensioni e conflitti (anche inconsci) tra i partner. Per questo bisogna affrontare il problema senza tabù. Ovviamente la cura dell’anorgasmia dipende dalla causa che lo ha originato. Se sono i farmaci o altre sostanza assunte a creare il disturbo si tratta di interrompere l’uso di queste sostanze per ripristinare di nuovo la normalità della risposta sessuale. Se il problema è fisico bisogna rivolgersi a un medico o ginecologo per trovare il rimedio più adeguato. Quando invece alla base c’è una motivazione psicologica è utile una rieducazione emotiva e sessuale al fine di elaborare eventuali paure e inibizioni dovute a condizionamenti culturali ed educativi che potrebbero avere indotto a trattenere l’orgasmo. Si approfondisce poi il lavoro sulla propria identità e immagine corporea, eventuali traumi o abusi sessuali o psicologici, la qualità dell’attaccamento nell’infanzia, l’intimità e la fiducia nella relazione, la storia sessuale, l’immaginario erotico e la vita sessuale nel presente, affinché l’incontro emotivo e sessuale con l’altro sesso perda gradualmente i connotati ostili e difensivi per vivere la libertà e la gioia dell’abbandono.

Si parla di anorgasmia primaria quando la donna non ha mai provato l’orgasmo e secondaria quando compare dopo un periodo nel quale la donna raggiungeva l’orgasmo normalmente

SE RIGUARDA LUI
L’anorgasmia, in misura minore, può riguardare anche l’uomo. Negli uomini, l’anorgasmia si manifesta con la mancata o ritardata eiaculazione: non si tratta di totale assenza di piacere, ma solo del mancato raggiungimento dell’orgasmo. Se questo problema si presenta fin dall’inizio dell’attività sessuale, lo si definisce primario (o permanente). In genere la causa è da ricercare in disturbi fisici legati all'apparato genitale. Tuttavia è più frequente che il disturbo compaia successivamente, in seguito ad esempio all’assunzione di particolari farmaci o per inibizioni psicologiche. In questi casi, se il problema perdura, può condurre all’impotenza secondaria, ovvero alla compromissione dell’erezione.

a cura di Maria Castellano
Ha collaborato DOTT.SSA DOTT. TIZIANA ROMANO
Psicologa, Psicoterapeuta e Sessoanalista 
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