È il difetto della vista più frequente al mondo. In Italia riguarda circa il 25% della popolazione, cioè 1 persona su 4, giovani compresi. Parliamo della miopia, ovvero il difetto refrattivo che impedisce di vedere bene a distanza. Costantemente in aumento negli ultimi 40 anni (negli anni Settanta riguardava il 13% della popolazione) il problema può insorgere a tutte le età anche se spesso si sviluppa nell’adolescenza per poi stabilizzarsi intorno ai 20-25 anni. Esiste anche una familiarità per la miopia: quando lo sono entrambi i genitori, i figli hanno alte probabilità di diventarlo. Prevenirla è possibile in minima parte. Non resta che far sempre ricorso alla giusta correzione sin da quando si presenta il difetto: usare le lenti giuste è fondamentale per rallentarne l’evoluzione, senza però mai, soprattutto nei giovani, andare in sovracorrezione.

Dall’affaticamento della vista al mal di testa: i campanelli d’allarme
In una persona miope l’occhio è più lungo della norma. Le immagini vanno a fuoco davanti alla retina causando una visione sfuocata da lontano. Altre cause di miopia, meno frequenti, possono essere una curvatura maggiore della norma della cornea (potrebbe essere spia di cheratocono) o del cristallino oppure un eccessivo potere refrattivo del cristallino (la lente all’interno dell’occhio è più “potente” della norma). I sintomi tipici sono: visione sfuocata quando si guardano gli oggetti lontani. Quanto maggiore è il difetto visivo, tanto minore è la distanza alla quale si vede bene; necessità di strizzare gli occhi, per cercare di mettere a fuoco gli oggetti lontani; affaticamento della vista e mal di testa per il continuo sforzo di messa a fuoco.

Basta una visita specialistica per la diagnosi
La diagnosi di miopia avviene durante la visita oculistica, con la quale si misura innanzitutto l’acutezza visiva, facendo leggere sui tabelloni appositi lettere o numeri. Quanto più piccoli sono i simboli riconosciuti tanto maggiore è l’acutezza visiva (gli occhi sani hanno una capacità visiva di 10 decimi senza correzione ottica, gli occhi miopi hanno una capacità visiva di 10 decimi con una lente correttiva anteposta all’occhio, la capacità visiva scende quando la cornea o il cristallino non sono perfettamente trasparenti oppure quando la retina presenta alterazioni. La capacità visiva si misura in decimi, le diottrie misurano la curvatura delle lenti e non vi è nessun rapporto tra queste due misure).

I rimedi, dalle lenti alla chirurgia refrattiva 
I metodi più comuni per correggere la miopia sono gli occhiali da vista e le lenti a contatto. Nei bambini e negli adolescenti fino ai 14-16 anni è preferibile la correzione con occhiali, seguendo alcuni accorgimenti, ovvero preferire modelli in cui il margine superiore della montatura arriva al sopracciglio; usare lenti infrangibili; fare in modo che l’occhiale venga portato praticamente sempre (è importante che al cervello arrivino immagini nitide, per evitare uno stimolo al peggioramento del difetto). Un’altra opzione per correggere la miopia è la chirurgia refrattiva, indicata quando la miopia sia stabile da almeno un anno e successivamente a un’attenta valutazione dell’occhio con esami specifici (misura dello spessore corneale, mappatura della cornea, valutazione del diametro pupillare etc.) che permettono di selezionare correttamente i candidati all’intervento. Si avvale dell’uso del laser a eccimeri che agisce rimodellando la superficie anteriore della cornea, la prima lente dell’occhio, dopo che meccanicamente viene asportato l’epitelio di superficie (con una procedura chiamata disepitelizzazione), scolpendovi una “lente a contatto naturale” del potere diottrico desiderato per la correzione del difetto. Solo la precisione del raggio laser può permettere di asportare lembi di tessuto corneale di un micron (un millesimo di millimetro) a ogni “spot” (colpo). Perché l’intervento abbia gli esiti desiderati, oltre alla tecnologia, fondamentale è la fase pre-operatoria e in particolare l’esatta valutazione del difetto refrattivo, della curvatura e dello spessore corneali, del diametro della pupilla, dati da cui discende il programma computerizzato personalizzato per il trattamento di ogni occhio. Per questo motivo vengono effettuati con grande attenzione gli esami preliminari, nel corso dei quali questi parametri vengono valutati più volte. Il trattamento di superficie (PRK) è assolutamente indolore per il paziente, che ha l’occhio anestetizzato. I fastidi e il dolore iniziano due – tre ore dopo l’intervento e si protraggono un paio di giorni. In genere la guarigione completa richiede circa due - tre mesi. È utile ricordare che il trattamento laser viene costruito sul valore presente al momento, è difficile fare previsioni sul futuro. Per questo si operano pazienti che abbiano superato i vent’anni di età e che abbiano un valore di correzione stabile da un paio d’anni. Non è prevedibile un eventuale cambiamento successivo al trattamento. Però l’esperienza fa affermare che in particolare i miopi e gli astigmatici miopici laser trattati tendono a conservare nel tempo il valore di correzione raggiunto molto più a lungo rispetto ai pari età non trattati; come una specie di autodifesa dell’occhio stesso a mantenere il “vederci bene”.

DA LIEVE A ELEVATA
La miopia si può distinguere, sulla base dell’entità del difetto, in lieve (fino a 3 diottrie), media (da 3 a 6 diottrie), elevata (oltre le 6 diottrie).

ATTENZIONE A SMARTPHONE E TABLET
Il considerevole aumento di miopi registrati negli ultimi 40 anni sarebbe imputabile allo stile di vita “artificiale”, che si svolge sempre meno alla luce naturale. Secondo numerosi studi, provenienti in particolare dal nord Europa, i bambini che trascorrono il tempo libero all'aperto sono meno a rischio miopia rispetto a quelli che giocano in ambienti chiusi. E quindi una buona dose di colpe sarebbe attribuibile anche al maggior numero di ore che i bambini e i ragazzi passano guardando oggetti vicini, libri, smartphone e tablet, questi ultimi imputati attualmente per l’emissione di luce blu, ed il cattivo uso, troppo prolungato, di TV e computer.

PRK O LASIK, CHE DIFFERENZA C’È
Esistono due tipi principali di interventi: con tecnica PRK e con tecnica LASIK. Nella PRK il laser ad eccimeri lavora sulla superficie corneale disepitelizzata meccanicamente modificando la superficie della cornea e rimodellandone la curvatura e lo spessore. La LASIK prevede un primo tempo in cui il laser a femtosecondi taglia la cornea, il lembo viene sollevato e all’interno della cornea il secondo strumento, il laser ad eccimeri, scava modificando la curvatura della cornea secondo i parametri di trattamento richiesti. Finito questo secondo tempo laser il lembo viene riposizionato e si richiude grazie alla particolare curvatura delle estremità “a becco di flauto” costruite per incastrarsi nella parte di cornea non tagliata dal femtolaser. In entrambi i casi alla correzione della miopia si associa, quando presente, il trattamento dell’astigmatismo. è nata da pochi anni una tecnica che si definisce “SMILE”: il lenticolo da asportare viene scavato nel centro della cornea dal femtolaser e tolto chirurgicamente attraverso un piccolo taglio laterale alla cornea. Attualmente la “SMILE” può correggere solo la miopia e l’astigmatismo miopico.

a cura del dott. GIULIO LEOPARDI
Responsabile U.O. Oculistica
- PRESSO POLICLINICO SAN PIETRO DI PONTE SAN PIETRO E ATTIVITà AMBULATORIALE DI OCULISTICA DEL SAN MARCO DI ZINGONIA -
Disegno: Adriano Merigo