Con l’arrivo della bella stagione pensiamo al sole, alle passeggiate all’aperto, alla natura che sboccia e fiorisce, ma per chi soffre di allergie stagionali è un periodo tutt’altro che piacevole. Colpa di starnuti, occhi che lacrimano, prurito, in altre parole della rinite allergica, problema che secondo le stime riguarderebbe il 14,5% dei bambini tra i 6 e i 12 anni. Il dato è in costante crescita, avvertono gli esperti, soprattutto nel mondo industrializzato e nelle città, complici anche l’inquinamento e lo smog. «La rinite allergica è molto comune nei paesi industrializzati e colpisce in media il 10-30% della popolazione» osserva la dottoressa Valentina Tono, pediatra. «Compare soprattutto in età adolescenziale, quando le sensibilizzazioni allergiche, in particolare verso i pollini, raggiungono la massima maturazione».

Dottoressa Tono, ma cosa s’intende per rinite allergica?
La rinite allergica, chiamata anche raffreddore da fieno, è un’infiammazione della mucosa nasale dovuta a una reazione del sistema immunitario in seguito al contatto con una sostanza a cui siamo allergici. I tipici sintomi sono la rinorrea, cioè lo scolo di muco anteriore o posteriore, la starnutazione, il prurito e l’ostruzione nasale. Altre manifestazioni possono essere: tosse, prurito e lacrimazione oculare, irritabilità e stanchezza.

Quali sono le sostanze che più frequentemente possono scatenarla?
Gli allergeni (le sostanze che provocano le allergie) maggiormente responsabili delle forme stagionali sono i pollini delle piante, alcuni tipi di alberi, erbe ed erbacee.

Ma da cosa dipende il fatto di essere allergici o no? Quali sono le cause?
Non esiste una causa diretta, ma sono noti alcuni fattori che aumentano il rischio di presentarla, ad esempio una storia familiare di predisposizione alle allergie, il sesso maschile, la nascita durante la stagione dei pollini, l’essere primogenito, la somministrazione precoce di antibiotici, l’esposizione al fumo materno nel primo anno di vita.

Come si fa a essere sicuri di soffrirne e sapere a quali allergeni in particolare si è sensibili?
La diagnosi di rinite allergica è clinica, cioè si basa sulla storia e sulla visita del bambino, e non è necessario ricorrere a esami del sangue. Esistono però test allergici specifici (esempio prick test) che possono essere prescritti per individuare l’allergene o gli allergeni responsabili dei sintomi. Tuttavia i risultati devono essere sempre interpretati dal medico, in quanto può capitare che il bambino abbia i test positivi verso una sostanza, ma non presenti fastidi quando ne viene in contatto: cioè che sia sensibile ma non allergico.

Che tipo di cura può aiutare a contenere il problema e alleviare i sintomi?
La terapia convenzionale della rinite allergica si basa essenzialmente sul cercare di evitare l’allergene e sull’utilizzo di farmaci antistaminici e/o cortisonici. Queste cure sono sintomatiche e vanno ripetute anno dopo anno nella stagione in cui solitamente si presentano i sintomi. In alcuni casi può essere proposta una terapia desensibilizzante, se ci troviamo di fronte a un’allergia singola o prevalente e la risposta alla terapia è scarsa o gli effetti collaterali dei farmaci poco tollerati. Si tratta di una sorta di vaccino, per desensibilizzare il bambino verso la sostanza a cui è allergico. Per il raffreddore da fieno, come per altre patologie, è possibile però individuare anche un trattamento di medicina integrata incentrato sul paziente e quindi personalizzato, utilizzando diverse tecniche complementari: in particolare l’omeopatia e la fitoterapia associate a una dieta, intesa come abitudine alimentare corretta e anche terapeutica. Per quanto riguarda l’alimentazione, è consigliabile avere una dieta varia, ricca di antiossidanti e vitamine provenienti da frutta e verdura. Inoltre è importante ridurre i grassi animali, evitare le margarine e i grassi trattati che si trovano nei cibi pronti e assumere quotidianamente olio extravergine di oliva e fonti di acidi grassi essenziali come l’olio di lino, i semi oleosi e il pesce. È bene consumare anche “alimenti antiinfiammatori” naturali come l’aglio, le erbe aromatiche, l’uva nera, i mirtilli e i frutti rossi (questi ultimi ricchi in resveratrolo, una molecola antiinfiammatoria e antiossidante). Si possono ottenere dei benefici sui sintomi, inoltre, evitando gli alimenti “parenti” per struttura molecolare a quelli che si trovano nei pollini. Queste molecole vengono riconosciute dal sistema immunitario dopo l’ingestione dell’alimento, scatenando una reazione alimentare cosiddetta crociata (allergie crociate). Una semplice mela, una pesca o delle fragole possono dar fastidio a chi è allergico alla betulla, così come i pomodori, le patate e gli agrumi possono irritare labbra e palato di chi è allergico alle Graminacee.

Quali sono i rimedi omeopatici utili?
Tra le terapie non convenzionali della rinite allergica, l’omeopatia si avvale sia di medicamenti sintomatici che permettono il trattamento dell’episodio acuto sia di una terapia di fondo volta a modificare le modalità di reazione del bambino nei confronti dell’allergene. Anche se non si è certi del meccanismo d’azione, si pensa che il rimedio stimoli e regoli i sistemi di difesa naturale dell’organismo e questo può spiegare i risultati nell’ambito delle allergie. Infine anche la fito-gemmoterapia si può impiegare sia come trattamento preventivo sia come terapia d’attacco. Si tratta di derivati naturali dalle piante, ad azione farmacologica vera e propria, come il Ribes Nigrum e la Rosa Canina. I farmaci di sintesi e i rimedi fitoterapici e omeopatici, in una visione di medicina integrata, possono essere utilizzati insieme, se necessario e secondo le indicazioni del medico, per ridurre se possibile l’impiego degli antistaminici e dei cortisonici e dei loro eventuali effetti collaterali.

A cura di ELENA BUONANNO
con la collaborazione della Dott.ssa Valentina Tono
Specialista in Pediatria
Master in Medicina Integrata presso l’Università degli studi di Siena Consulente presso CasaMedica