Dovete perdere molti chili? Oggi alla dieta e all’attività fisica è possibile associare un ulteriore supporto che in questo caso può arrivare dai farmaci. Attenzione però: i farmaci approvati in Italia per il trattamento dell’obesità e del sovrappeso sono pochi e selezionati. Per questo, se si vuole intraprendere un percorso farmacologico, in associazione alle modifiche dello stile di vita, è fondamentale rivolgersi a centri specializzati e con comprovata esperienza in questo ambito. Ma quali sono questi farmaci? E su quale meccanismo d’azione si basano? Lo abbiamo chiesto al dottor Roberto Leonardi, medico dietologo.

Dottor Leonardi, in quali casi, in un percorso di perdita di peso, è indicato il ricorso a farmaci?
Obesità e sovrappeso oggi rappresentano un problema di salute pubblica importante anche nel nostro Paese. Basti pensare che in Italia circa il 10% della popolazione - quasi 6 milioni di persone - è affetta da obesità, mentre altri 18 milioni sono in sovrappeso. Un problema in costante crescita, a cui si associa una continua ricerca di nuove strategie per la riduzione del peso corporeo, anche attraverso l’utilizzo di farmaci. Il ricorso ai farmaci può costituire un’arma in più nel trattamento di persone affette da sovrappeso e obesità. È importante però che l’assunzione di questi farmaci sia accompagnata da un corretto stile di vita e da un’adeguata prescrizione dietetica e soprattutto che sia valutata e monitorata attentamente dal medico specialista. Infatti è fondamentale considerare se vi siano patologie concomitanti e altre terapie in corso con le quali tali farmaci possano interferire.

Quali sono i principi attivi approvati per sovrappeso e obesità?
Ad oggi, i principi attivi approvati in Italia per il trattamento dell’obesità e del sovrappeso negli adulti sono tre: orlistat, liraglutide, bupropione/naltrexone. Spesso per la perdita di peso si ricorre anche a integratori alimentari, prodotti alimentari che non hanno alcuna indicazione terapeutica. Il ricorso a questo tipo di prodotti, per il trattamento di sovrappeso e obesità, non è supportato da prove scientifiche di efficacia clinica e sicurezza.

Vediamo allora più da vicino come funzionano i farmaci approvati.
Orlistat. È un inibitore delle lipasi gastrointestinali, cioè enzimi che metabolizzano il grasso. «L’inibizione di questi enzimi impedisce il metabolismo di alcuni grassi nella dieta. Questo significa che una quota dei grassi ingeriti durante i pasti passa attraverso l’intestino senza essere digerito e quindi assimilato e viene così eliminato» spiega l’esperto. Il farmaco viene assunto in formulazione di compresse, in numero giornaliero variabile a seconda del singolo caso. Il limite di questo farmaco è la possibile riduzione dell’assorbimento a livello intestinale di altri farmaci assunti in contemporanea. Tra gli effetti indesiderati troviamo il discomfort intestinale e la diarrea (steatorrea).
Liraglutide. Si tratta di un “agonista” del recettore del GLP-1 (glucagon like peptide-1), già autorizzato da anni nell’Unione Europea a dosi inferiori (fino a 1,8 mg al giorno) per il trattamento del diabete di tipo 2. Il farmaco agisce come regolatore dell’appetito e del senso di fame agendo sia a livello intestinale, determinando un rallentamento del processo digestivo con conseguente maggiore senso di sazietà anche in caso di assunzioni di piccoli volumi di alimenti, sia a livello centrale su alcuni nuclei encefalici aumentando le sensazioni di pienezza e di sazietà e diminuendo contemporaneamente le sensazioni di fame e di desiderio di consumo di cibo. Gli studi clinici mostrano come il farmaco in associazione al trattamento dietetico e all’attività fisica possa determinare una perdita di peso di circa il 10%. L’assunzione del farmaco avviene attraverso soluzione iniettabile con una puntura sottocutanea al giorno, a dosaggio crescente di settimana in settimana. Tra gli effetti indesiderati del farmaco possiamo ritrovare: nausea, reflusso, tachicardia e cefalea. La risposta al trattamento e la tollerabilità del farmaco dovranno pertanto essere monitorati attentamente nel corso delle visite specialistiche dietologiche. Naltrexone/ Bupropione. Questi due principi attivi determinano una riduzione dell’appetito e di conseguenza della quantità di cibo assunta dai pazienti e aumentando il dispendio energetico. Agiscono sui sistemi del cervello che mettono in rapporto il cibo e l’emotività, responsabili spesso della fame nervosa, cercando d’inibire la “dipendenza da cibo” e in generale i centri deputati al controllo delle sensazioni di piacere correlate all’assunzione del cibo. Formulati in compresse a rilascio prolungato, sono controindicati se ci sono stati episodi di convulsioni in passato, in presenza di depressione grave o d’ipertensione non controllata. 

L’ultima novità: con il Semaglutide riduzione fino al 20% del peso
Una nuova prospettiva nel trattamento di sovrappeso e obesità potrebbe essere rappresentata a breve dalla Semaglutide, molecola da qualche anno in uso nel trattamento del diabete di tipo 2 (attualmente non è ancora prescrivibile nei pazienti affetti da obesità). Questo farmaco fa parte della stessa categoria di molecole della Liraglutide, ovvero gli “agonisti del recettore del GLP-1 (glucagon like peptide-1)” e uguale è anche il meccanismo di azione. Dagli studi clinici finora eseguiti sono emersi risultati molto incoraggianti in termini di perdita di peso: fino al 15-20% di calo ponderale se abbinato ad un adeguato trattamento nutrizionale e attività fisica. 

A cura di Giulia Sammarco
con la collaborazione del dott. Roberto Leonardi
Dietologo 
Referente medico del Centro per i Disturbi Alimentari e dell’area di Dietologia e Nutrizione Clinica del Policlinico San Pietro