È il più comune disturbo dell’apparato urinario. Nonostante possa riguardare entrambi i sessi, in realtà è il genere femminile a essere maggiormente colpito: si stima che ne soffra fino al 25-30% delle donne adulte nel corso di un anno. Parliamo della cistite, infiammazione della vescica e dell’uretra, di origine batterica, caratterizzata da una tendenza alle recidive. Per evitare che il problema diventi cronico la prevenzione gioca un ruolo importante. Come ci spiega la dottoressa Natascia Lorenzi, farmacista.

Dottoressa Lorenzi, perché le donne sono più esposte a questo disturbo? E quali sono le cause della sua insorgenza?
La conformazione anatomica femminile è tale da rendere più esposte alla colonizzazione batterica le basse vie urinarie. I batteri nella maggior parte dei casi sono di origine intestinale: in determinate circostanze possono colonizzare l’uretra e risalire verso la vescica determinando i sintomi tipici. Il batterio più frequentemente responsabile della cistite è l’Escherichia Coli. Tra i fattori che possono favorire l’insorgenza del problema ci sono la stitichezza e i rapporti sessuali. Esiste poi anche una “cistite da freddo” e una dovuta al colon irritabile che determina uno spasmo alla vescica. Altri fattori sono l’assunzione di contraccettivi orali, carenza estrogenica, coliche renali, diabete e ipertrofia prostatica (nell’uomo).

Quali sono i sintomi?
I sintomi classici sono: senso di peso pelvico,bruciore e fastidio durante l’emissione di urina,urgenza nella minzione, febbre e brividi se associata a infezione, sensazione di incompleto svuotamento vescicale. In alcuni casi può comparire sangue nelle urine (ematuria).

Come si cura?
In caso di cistite, il medico, in base a quanto emerge dall’urinocoltura, prescrive una terapia antibiotica mirata non solo per eliminare i sintomi ma anche per prevenire complicanze al livello delle alte vie urinarie (in caso di utilizzo di antibiotici si raccomanda sempre la somministrazione di fermenti lattici!). Accanto alla terapia farmacologica, si possono utilizzare integratori contenenti sostanze in grado di ridurre la carica batterica sulla mucosa vescicale. Tra i più diffusi preparati a base di: Cranberry (Mirtillo Rosso americano che impedisce ai batteri di aderire alla parete della mucosa vescicale), Mannosio (sostanza in grado di interferire con l’adesione dei microbi favorendo nel contempo l’eliminazione), Uva Ursina (dal potere disinfettante sui reni e sulle vie urinarie), Gramigna (con attività antinfiammatoria delle vie urinarie), Ortica (dalle proprietà diuretiche, antinfiammatorie e rimineralizzanti). Questi preparati possono essere utilizzati sia per la prevenzione di recidive sia in fase acuta in associazione al farmaco. Per quanto riguarda,invece, l’omeopatia i rimedi più frequentemente suggeriti sono:

> Thuya, in caso di disturbo urinario con test diagnostico negativo, infezioni che cronicizzano specie dopo trattamenti farmacologici e si ha tendenza a sviluppare vaginiti e cistiti;
> Cantharis, in caso di dolore e bruciore violento prima, durante e dopo la minzione, lombalgia e dolore renale, bruciore e difficoltà di minzione;
> Aconitum, indicato nelle prime fasi del disturbo per bloccare l’insorgenza dei sintomi urinari. (utile contro la cistite da freddo);
> Sepia, in caso d’infezioni urinarie croniche con senso di peso al basso ventre.

Esame delle urine e urinocoltura per la diagnosi
La conferma di cistite si ottiene mediante l’esame delle urine ed urinocoltura con antibiogramma. Ma come si raccoglie l’urina? Dopo aver comprato un contenitore sterile, la mattina si pratica un’accurata detersione dei genitale e poi si inizia a urinare; il primo getto viene eliminato e si raccoglie la restante nel contenitore evitando di toccarlo al suo interno con le dita. Si deve evitare l’esame durante l’assunzione recente di antibiotici (devono passare almeno sette giorni dall’ultimo antibiotico).

Quali altri consigli si possono dare per prevenirla?
> Alimentazione: limitare consumo di alcol, caffè, formaggi, cioccolato, dolci e spezie piccanti; bere almeno due litri di acqua al giorno non gassata o tisane; seguire una dieta ricca di frutta e verdura, carni bianche e pesce; preferire metodi di cottura come il vapore, il microonde, griglia o piastra piuttosto che frittura, cottura in padella e bolliti di carne; evitare cene abbondanti.
> Igiene intima: utilizzare detergenti neutri o lievemente acidi, lavarsi con movimento che va dalla vagina all’ano, non usare eccessivamente i salvaslip, cambiare spesso gli assorbenti interni senza usarli di notte.
> Abbigliamento: evitare indumenti intimi sintetici, poco traspiranti e troppo aderenti, preferire il cotone che garantisce una migliore traspirazione.
> Importante è inoltre non trattenere l’urina ma svuotare la vescica per evitare che l’urina ristagni a lungo.

a cura DI MARIA CASTELLANO
con la collaborazione della dott.ssa NATASCIA LORENZI
Farmacista
Stezzano