«Un migliore stato di salute non si può raggiungere con interventi limitati nel tempo, quasi fossero miracolistici, ma solo a condizione di impegnarsi in un processo di revisione di un modello di vita che coinvolge nutrizione, movimento e benessere sia fisico sia mentale. È esperienza diffusa, ad esempio, che tutte le diete dimagranti possono dare risultati apprezzabili ma nel momento in cui vengono interrotte, in un tempo variabile per ognuno, il peso perso viene inesorabilmente recuperato. La metagenomica oggi rappresenta un punto di partenza importante per definire il corretto stile nutrizionale per ciascuno e ottenere risultati che possono durare nel tempo». Chi parla è la dottoressa Anna Agnusdei, biologo nutrizionista.

Dottoressa Agnusdei, cosa si intende per metagenomica?
La metagenomica è la scienza che studia l’insieme dei diversi materiali genetici (metagenoma), complessivamente derivanti dalle diverse specie presenti in un determinato ambiente; il metagenoma umano, per esempio, è rappresentato dal materiale genetico dell’uomo e quello derivante dal suo microbiota, cioè i microorganismi presenti nell’uomo (detto microbioma). Uno dei miocrobiota più interessanti per l’impatto sulla salute è quello intestinale, negli ultimi anni sempre più al centro di studi e ricerche. Per avere una valutazione qualitativa e quantitativa di questo microbiota, si può effettuare il test metagenomico (su un campione fecale), che permette di ottenere il sequenziamento del Dna. Lo studio del microbiota intestinale non è solo un argomento attuale ma un tema che può aprire un approccio nutrizionale innovativo e in grado di affrontare una serie di condizioni fisiologiche e patologiche: è stato dimostrato il suo coinvolgimento nella protezione nei confronti di agenti patogeni (cioè portatori di malattie), nella modulazione del sistema immunitario e nello sviluppo di situazioni fisiologiche, subpatologiche e patologiche che riguardano non solo direttamente l’apparato digerente (disbiosi, reflusso gastro-esofageo, sindrome del colon irritabile etc.) ma anche, come già accennato, altri organi e apparati (apparato respiratorio, cardiovascolare-metabolico etc.). Il microbiota svolge funzioni indispensabili come la produzione di alcune vitamine e la digestione di zuccheri complessi; si crea una sorta di un “super-organismo”, frutto di complesse interazioni tra l’organismo e la sua componente microbica, in grado di “modulare” tra stato di salute o di patologia.

Intestino: conosciamolo meglio
> è l’organo più grande: la sua estensione media, se ben disteso, varia dai 250 ai 400 mq.
> è la sede delle emozioni: tutte le emozioni, dal piacere alla gioia, dalla paura all’ansia si avvertono “nella pancia”.
> è il secondo cervello: sono presenti più neuroni che nel midollo spinale.
> è la sede del 70% del sistema immunitario detto Galt, ovvero quello che deve difenderci da tutti gli attacchi, sia quelli che provengono dall’esterno (come infezioni batteriche o virali) sia dall’interno (come le cellule tumorali).
> è colonizzato da circa un chilo e mezzo di batteri, virus e funghi: oggi sappiamo che oltre 120.000 specie differenti di microorganismi concorrono a creare un complesso, cofattore fondamentale sia negli stati di salute sia di patologia.

Come si traduce nella una conoscenza più approfondita del microbiota?
Permette di individuare il percorso tipizzato per ognuno in ambito nutrizionale, ma anche la predisposizione e i fattori di rischio nei confronti di patologie come quelle autoimmuni, cardiometaboliche, neurodegenerative. Quindi, non l’ennesima dieta in grado di realizzare un risultato limitato nel tempo e fine a se stesso, ma uno stile di alimentazione che può diventare modello di vita orientato alla salute. Proprio per questo la metagenomica si rivolge non solo a chi vuole raggiungere il peso forma ma a tutti quelli che desiderano intraprendere un percorso in grado di migliorare la qualità di vita e mantenersi in salute, lavorando in prevenzione su molte patologie. Sulla base di queste conoscenze sul microbiota e dall’anamnesi dettagliata della persona viene stilata una “mappa” delle idoneità alimentari, ovvero della tollerabilità mostrata dall’organismo nei confronti di ogni alimento (dalle spezie ed erbe aromatiche alle carni ai pesci o ai differenti tipi di carboidrati). La mappa costituisce il perno su cui si stila la dieta vera e propria che, quindi, più che puntare al calcolo calorico (che pure si tiene in considerazione) si basa sull’utilizzo dei singoli alimenti: si limitano quelli poco idonei e in grado di favorire sia l’aumento di peso sia il peggioramento di stati patologici o sub-patologici, mentre si incrementa il consumo di quelli che migliorano il metabolismo e aiutano il conseguimento di un migliore stato di salute, fornendo all’organismo tutti i nutrienti di cui necessita. Ogni alimento viene inserito valutando non solo ciò di cui è composto (percentuali di carboidrati, proteine grassi, vitamine, oligoelementi etc.) ma i meccanismi biologici e, soprattutto, gli effetti che ha sul microbiota: tutto ciò che ingeriamo, dopo un complesso iter biochimico, non solo diventa il nostro sangue, le nostre ossa, i nostri muscoli, i nostri organi, condiziona il metabolismo intermedio ed è causa diretta di salute o di malattia, ma influisce direttamente nella composizione del microbiota intestinale.

a cura di Viola Compostella
con la collaborazione della DOTT.SSA ANNA AGNUSDEI
Biologo Nutrizionista
A Bergamo