Sensazione spiacevole di fastidio alle gambe e necessità di muoverle per trovare sollievo, anche se solo transitorio. Sono queste le manifestazioni principali della sindrome delle gambe senza riposo, anche nota con la sigla RLS (dall’inglese Restless Legs Syn-drome), un disturbo del movimento collegato al sonno. Disturbo comune, tanto da interessare dal 5% al 15% della popolazione adulta, e che può essere curato evitando così che com-prometta la qualità di vita di chi ne soffre.

Un disturbo notturno

La sindrome delle gambe senza riposo si manifesta durante i periodi di riposo e inattività, in particolar modo la sera e la notte, tanto è vero che la maggior parte delle persone che ne soffrono si sveglia proprio a causa della spiacevole sensazione percepita alle gambe.

Un disturbo comune, soprattutto nelle donne
Nonostante la sindrome delle gambe senza riposo possa esordire in qualunque fase della vita, si manifesta più comunemente intorno ai 50 anni e le donne presentano circa il doppio della probabilità di esserne affette rispetto agli uomini. Attenzione particolare va posta durante la gravidanza, in particolare nell’ultimo trimestre, quando il disturbo tende a essere ancor più frequente.

Tanti sintomi, ma difficili da descrivere

Il sintomo principale è il bisogno, spesso percepito come fastidioso, di muovere le gambe e, nei casi più severi, anche le braccia: una “voglia” che inizia o peggiora, come detto, durante i periodi di riposo o inattività e che viene parzialmente o totalmente alleviata dal movimento, come camminare o fare stretching. A volte, però, chi soffre di sindrome delle gambe senza riposo non riesce a trovare le parole giuste per indicare ciò che sente: molti raccontano di una sensazione di disagio a livello profondo nelle gambe, in particolare dal ginocchio in giù; altri descrivono i disturbi come contratture notturne con movimenti incontrollati nelle gambe, irrequietezza motoria con necessità di muovere gli arti inferiori, prurito o solletico. Fortunatamente, pur essendo spiacevole, la sensazione provata di rado è dolorosa. Di solito non sono presenti nemmeno bruciore o formicolio, che invece si manifestano nelle neuropatie o nelle mononeuropatie da intrappolamento, come per esempio la sindrome del tunnel carpale.

Le domande giuste per fare diagnosi

Quando il paziente ha difficoltà a descrivere i propri sintomi, il medico può porre domande mirate ad aspetti chiave della sintomatologia della sindrome delle gambe senza riposo, come “Il sintomo fa venir voglia di muovere le gambe?”, “Migliora durante il movimento?”, “Peggiora di sera o di notte?”. Ma per una diagnosi certa servono una raccolta anamnestica (un racconto approfondito da parte del paziente del proprio stato di salute) e l’obiettività neurologica (riflessi, sensibilità, deambulazione, postura…), senza necessità di ulteriori approfondimenti. Sono comunque consigliati, per tutti i pazienti, esami ematici per valutare i depositi di ferro e i valori di funzionalità renale. Non è invece richiesta una valutazione polisonnografica (un esame approfondito dei disturbi del sonno), riservata di solito solo alle persone in cui la diagnosi non è chiara.

Cause ancora in parte sconosciute

Le basi fisiopatologiche della sindrome delle gambe senza riposo rimangono ancora in parte sconosciute, sebbene diversi studi abbiano identificato alcune anomalie a carico del sistema nervoso centrale e periferico nelle persone che ne sono affette. L’alterazione del sistema nervoso centrale più comune, ad esempio, è la riduzione delle riserve centrali di ferro: da qui l’importanza, in fase diagnostica, di effettuare esami ematici per valutare i depositi di ferro. A volte però la sindrome delle gambe senza riposo è conseguenza di altre patologie preesistenti come l’insufficienza renale, neuropatie e, in alcuni casi, malattia di Parkinson.

Come comportarsi per limitare i sintomi

È possibile adottare qualche accorgimento per alleviare o prevenire i sintomi nei casi più lievi e/o intermittenti, come evitare l’assunzione di sostanze “attivanti” (come la caffeina o bevande alcoliche), dedicarsi a un’attività rilassante prima di andare a dormire, leggere un libro o fare una doccia calda, sfregare la cute e massaggiare leggermente le gambe. Sono tutti consigli che tendono a mitigare i sintomi. È anche utile alzarsi e fare due passi in casa e non restare a letto, in particolare quando i sintomi compaiono di notte. Sono molti i pazienti, infatti, che riferiscono di trarre beneficio, seppur transitorio, dal camminare o dal fare stretching.

Terapie farmacologiche

La sindrome delle gambe senza riposo generalmente risponde bene a una terapia farmacologica: si inizia con una terapia con classi di farmaci di prima linea (gabapentinoidi e dopamino agonisti). L’obiettivo è ridurre o eliminare i sintomi e migliorare le funzioni diurne, il sonno e la qualità della vita. Infatti, tra le conseguenze comuni della sindrome delle gambe senza riposo ci sono insonnia, risvegli notturni, depressione e ansia, tutti fattori che, a lungo andare, compromettono inevitabilmente la qualità di vita.

 

A cura del dottor Stefano Tronci
Neurologo dell’Équipe
di Neurologia Humanitas Gavazzeni Bergamo