La malattia è stata diagnosticata ad Andrea Abate, 29 anni, a giugno del 2022. Dopo il trapianto di cellule staminali sta meglio e sogna di aprire un’officina per biciclette tutta sua

Non è facile convivere con la sclerosi multipla. Un inquilino antipatico, noto anche come “malattia dai mille volti”, che sconvolge in modo radicale la vita di una persona e dei suoi cari. Produce anticorpi che, invece di difendere l’organismo, lo aggrediscono, generando sintomi molto variabili tra i quali difficoltà nella deambulazione (solitamente sulle lunghe distanze), dolori articolari e muscolari, problemi visivi (transitori) e di equilibrio, forte sensibilità alle alte temperature, energia ridotta. Genera un malfunzionamento del sistema nervoso centrale: il sistema immunitario “pensa” che la mielina (la guaina che, oltre a proteggere il collegamento neurale, aiuta nella trasmissione dei segnali che dal cervello vanno al resto del corpo) sia un nemico da combattere, per questo gli anticorpi la “consumano”. E i danni, visto la natura delle cellule nervose, finisco per essere irreversibili. Andrea Abate, 29 anni, avrebbe sicuramente preferito non averci a fare, ma trova le energie mentali e fisiche per guardare oltre, senza abbattersi, facendo leva sulle sue passioni e sui sentimenti. Basta ascoltare le sue parole pacate e aperte al mondo per cogliere la sua reazione positiva alla sfida posta dal destino.

Ha accusato i primi sintomi della malattia in un momento gioioso. «A maggio 2020 il mio patrigno era appena tornato a casa dopo due mesi di terapia intensiva, di cui
uno in coma, a causa di un’infezione da Covid, ma è proprio in quei giorni che la sclerosi multipla ha iniziato a manifestarsi attraverso dei problemi alla vista. Successivamente, ho accusato problemi di equilibrio e difficoltà a cammi-
nare. La diagnosi vera e propria, però, è arrivata solo a giugno 2022». Devastante, per lui, anche la stanchezza, soprattutto nel periodo estivo: un dato comune per chi è affetto da sclerosi multipla. Un ulteriore possibile sintomo della malattia è la perdita di controllo sulle capacità cognitive: memoria, capacità di articolare un discorso e senso logico tendono a calare. «Al momento, dai test neuropsicologici che ho affrontato, non risulta che io abbia problematiche di questo tipo, per fortuna».

La sclerosi multipla di Andrea è di tipo aggressivo. Per questo motivo, lo scorso anno gli specialisti l’hanno messo di fronte a due strade alternative: passare a un farmaco nuovo, che stava dando ottimi risultati, oppure procedere a un autotrapianto di midollo, soluzione più impegnativa, ma anche più efficace. «Ho chiesto informazioni più approfondite, anche facendo riferimento a quanto indicato da AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) e ho capito che il trapianto sarebbe stata la scelta migliore». Non è comunque un trattamento semplice: si parte con una serie di iniezioni per stimolare la produzione di cellule staminali, a cui segue un ciclo di chemioterapia ad alte dosi. In questa fase, Andrea ha perso i capelli ed è dimagrito dieci chili. «I medici hanno raccolto e prelevato le cellule staminali e me le hanno rinfuse nell’organismo, come in una trasfusione». Questa serie di interventi concatenati permette, in sostanza, di resettare il sistema immunitario per far sì che non attacchi il sistema nervoso centrale. Non è una cura definitiva, purtroppo, ma non si sa se e quando ricomincerà il processo degenerativo.

Da ottobre 2022, il ricovero si è protratto fino a poco prima delle festività natalizie. «È stato un momento prezioso per riflettere sulla mia vita e lasciar perdere il superfluo: se prima tendevo a essere critico nei confronti degli altri, ho imparato a sospendere il giudizio, ad ascoltare e accettare le persone come sono».

I problemi di salute non hanno comunque allontanato Andrea da una grande passione: quella per la bicicletta. «Da otto anni è il mio mezzo di locomozione preferito. Anche se con la progressione della malattia ho incontrato sempre maggiori difficoltà a utilizzarla, con il trapianto la situazione è decisamente migliorata».

Ora Andrea, già diplomato all’Accademia Carrara in “Tecnologie per l’arte” e dopo essersi cimentato in alcuni lavoretti (ha aiutato i suoi in un’attività di ristorazione, ha fatto alcune attività di grafica ed è stato commesso in un negozio di elettronica), sta seguendo un corso di perfezionamento online dell’Università di Verona dal titolo “Esperto Promotore Mobilità Ciclistica”. «È quello che voglio fare: promuovere l’uso della bicicletta. Non sono contro l’auto a priori, anzi, adoro la Panda del 1998 che mi ha regalato mio zio dopo averlo convinto a non rottamarla. La macchina serve, ma credo sia necessario dare più spazio alla bicicletta, in tutte le sue forme».

Anche a corso terminato, però, Andrea non potrà fare il consulente in quel campo: «Servirebbe anche una laurea in Urbanistica, Ingegneria o Architettura. Io me la potrei giocare invece sulle riparazioni. Prendermi cura della bicicletta mi rende felice: per seguire la mia passione ho anche frequentato un corso di meccanica per biciclette. Mi piace soprattutto restaurare quelle vecchie, in modo creativo: ecco, in futuro vorrei avere uno spazio tutto mio per dedicarmi a questo». Naturalmente, è un progetto a lungo termine. 

A cura di Claudio Gualdi