In una società dove i mass media e i social network rivestono un ruolo dominante, l’immagine diventa la rappresentazione del successo personale, sociale e professionale spingendo spesso le persone ad uguagliarsi ad un ideale di perfezione prettamente incentrato sull’esteriorità e sull’apparenza. La fame di bellezza non è mai stata così intensa come nell’ultimo millennio, per questo la preoccupazione per il proprio aspetto diviene prioritaria e, allo stesso tempo, difficile da ignorare. A volte però, una smisurata attenzione e preoccupazione per la propria immagine corporea ge-nera una visione distorta
dell’aspetto fisico.

Dott.ssa Gritti, esiste un termine “tecnico” per indicare questa visione distorta?

In questi casi si parla di dismorfofobia o dismorfismo corporeo, una condizione psicologica caratterizzata da un’eccessiva preoccupazione per un difetto estetico tale da indurre la persona a percepire la sua immagine in maniera distorta, dove i difetti estetici reali o immaginari diventano i protagonisti. A tutti sporadicamente capita di “litigare” con lo specchio, la maggior parte delle persone non ama qualcosa del proprio aspetto, qualche difettuccio che nota più frequentemente, ma anche se queste imperfezioni ci infastidiscono, non interferiscono con la nostra vita quotidiana. Per chi soffre di dismorfofobia invece è diverso, i pensieri negativi riguardanti il proprio aspetto fisico non si riescono a contenere, no-nostante le rassicurazioni provenienti dai familiari e dalle persone care, ciò porta la persona a sviluppare un profondo disagio psicofisico che influenza negativamente la qualità della sua vita.

Lo specchio diventa quindi un vero e proprio nemico?

Sì, per queste persone l’immagine riflessa nello specchio mostra loro una visione distorta del proprio aspetto, dove la bellezza non è contemplata. Quell’immagine mostra chiaramente continui difetti che, giorno dopo giorno, finiscono per assumere un peso sempre più rilevante. Il rapporto con lo specchio diventa critico, l’immagine riflessa non è altro che il risultato dei pensieri distorti prodotti dalla persona, di reale ed oggettivo rimane ben poco.

Chi soffre maggiormente di dismorfismo? E quali sono i sintomi di questo comportamento?

Tale condizione colpisce sia adolescenti sia adulti, soprattutto donne, ma anche uomini; i difetti fisici coinvolti riguardano varie parti del corpo e spesso portano la persona a ricorrere alla chirurgia estetica, con la speranza che tutto si possa finalmente risolvere.

Alcuni dei sintomi comportamentali del disturbo da dismorfismo corporeo sono:
> guardarsi continuamente allo specchio oppure evitarlo assolutamente;
> uso di varie strategie per camuffare i presunti difetti fisici;
> evitamento di situazioni sociali e isolamento;
> chiedere continue rassicurazioni rispetto ai propri difetti fisici;
> eccessiva cura e attenzione verso il proprio corpo;
> eccessivo esercizio fisico;
> eccessivo ricorso ad interventi di chirurgia estetica;
> continuo e frequente stuzzicamento della pelle;
> ritiro sociale a causa dei pensieri ossessivi sul proprio aspetto fisico.

Questa condizione psicologica è riconducibile a cause specifiche?

Ad oggi non si conoscono con certezza le cause che possono portare all’insorgenza della dismorfofobia. Come per altri disturbi psicologici, la patologia in oggetto può essere il risultato di una combinazione di cause e fattori. Alcune ricerche sostengono che essere stati vittime di bullismo durante l’infanzia o in adolescenza possa rappresentare un fattore di rischio per lo svilup-po della dismorfofobia. Esistono altri fattori che possono però predisporre una persona a soffrire di questa problematica:

> familiarità con la dismorfofobia oppure col disturbo ossessivo-compulsivo;
> esperienze traumatiche o di trascuratezza vissute durante l’infanzia;
> presenza di alcuni tratti di personalità come il perfezionismo;
> pressione sociale;
> altri problemi psicologici come la presenza di ansia e depressione;

Da non trascurare, le ragioni di tipo socioculturale, come il grande valore attribuito dai media a una bellezza fisica standardizzata e priva di imperfezioni. Tali fattori rappresentano chiaramente delle concause nell’insorgenza di questo disturbo e ne motivano la crescente diffusione negli ultimi decenni.

Il dismorfismo può essere curato?

La dismorfofobia solitamente non migliora con lo scorrere del tempo e può diventare un problema estremamente invalidante, la buona notizia è che si può curare, la terapia psicologica unita a quella farmacologica (ove necessario) risulta essere il trattamento d’elezione. 

A cura di Ivana Galessi
con la collaborazione della dott.ssa Michela Gritti
Psicologa Clinica, Master in Valutazione multidimensionale e Tecniche per il cambiamento
Amae studio professionale, Casazza