Bagni di fieno e nell’acqua minerale, un binomio di benessere dell’Alto Adige. “Alpenbadl” è il nome in tedesco del bagno di fieno. Già un secolo e mezzo fa, dopo la fienagione o la mietitura i contadini trascorrevano la notte su mucchi di fieno e la mattina seguente si risvegliavano riposati e pieni di energia. È insomma una tradizione ultracentenaria, un’usanza degli agricoltori di montagna, che ebbe origine nella località termale di Fiè allo Sciliar, ma non solo. Chi desidera tra-
scorrere un soggiorno all’insegna del benessere in Alto Adige, tutto intorno all’Alpe di Siusi potrà dunque rilassarsi meravigliosamente nel fieno.

Le piante officinali come timo, arnica, cinquefoglia e genziana sprigionano tutta la loro efficacia con la vostra traspirazione. L’erba per il bagno di fieno, arricchita da numerose aromatiche, viene falciata esclusivamente su prati non concimati al mattino presto o alla sera tardi, per conservarne tutte le essenze eteriche. Con il fieno dell’Alpe di Siusi è stata creata anche la linea di prodotti Trehs per la cura del corpo e i vostri momenti di benessere casalingo. Chi desidera provare questa tipologia di bagno deve sapere che il fieno viene selezionato e controllato, poi posto nell’acqua a 40 gradi. Dopodiché, si viene immersi fino al collo nel fieno che rilascia oli essenziali di diversi fiori ed erbe alpine. Il bagno di fieno stimola il metabolismo, accresce l’effetto delle cure disintossicanti e depurative, allevia i reumatismi e cura la pelle, diminuisce la ritenzione idrica, migliora la circolazione sanguigna, rilassa e stimola i muscoli. Anche le persone allergiche possono immergersi in un bagno di questo tipo, dato che il fieno bagnato non disturba chi soffre di raffreddore da fieno. 

Naturalmente i bagni di fieno non sono più una prerogativa esclusi va dell’Alpe di Siusi. Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento furono molti i bagni contadini e i centri termali a vantare numerosi ospiti famosi, come l’imperatrice Sissi nella città
termale di Merano o lo scrittore Thomas Mann ospite di Bagni di Mezzo a San Pancrazio in Val d’Ultimo.  Altrettanto remota la tradizione dei bagni nell’acqua minerale, che possono dare beneficio al corpo e alla mente e alleviare i dolori.

Fra le sorgenti ad essere state riconosciute dal Ministero della Salute come centri termali aperti al pubblico spiccano: Bagni di Salomone ad Anterselva, Terme Merano, Aqua Bad Cortina a San Vigilio di Marebbe e a Bad Moos a Sesto. Nella Valle di Anterselva la sorgente di acqua curativa contenente radon è indissolubilmente legata ai Bagni di Salomone, già dal 1559. Utilizzato per brevi eriodi, il gas nobile radon ha un effetto antinfiammatorio, calmante e antidolorifico. L’hotel Bagni di Salomone sorge nel cuore del Parco Naturale Vedrette di Ries-Aurina, dove partono escursioni e tour in mountain bike. A San Vigilio di Marebbe, a soli 400 metri sgorga la sorgente dell’Aqua Bad Cortina: risalgono al 1780 i primi documenti storici che riportano le proprietà curative di questa sorgente. Le prime analisi ufficiali dell’acqua avvennero nel 1890 e rilevarono la presenza di solfato, fluoro, calcio e iodio, tracce dei metalli boro, bario e bromo, oltre al litio, che è un noto toccasana per lenire i disturbi del sistema nervoso.

Se ben note sono le Terme Merano con acqua a 34 gradi della piscina termale esterna delle Terme Merano, non è da meno il centro benessere e salute Termesana del Bad Moos Dolomites Spa Resort, dove è utilizzata acqua termale
sulfurea nei trattamenti curativi, nei fanghi minerali e nella idrobalneocosmesi. La sorgente di San Valentino, già noto del Settecento, nasce proprio sopra l’hotel. 

Per altre informazioni: www.suedtirol.info. 

A cura di Emanuele Roncalli