L’approccio centrato sulla persona è l’aspetto innovativo del modello Optimus Domi, applicato e sperimentato dall’Associazione InsiemeAte Onlus, che si occupa di assistere H24 presso il proprio domicilio le persone fragili che si trovano a vivere in condizioni di ridotta o mancata autosufficienza.

Per ciascun individuo dopo una valutazione dei bisogni reali si struttura un protocollo di interventi che saranno soggetti a periodiche revisioni, con l’obiettivo di favorire benessere e far sì che l’assistenza risulti efficace e aderisca in modo realistico all’evoluzione delle condizioni psico-fisiche del malato. Ogni sei mesi si rimodulano interventi mirati e in risposta, appunto, ai bisogni che cambiano, all’utenza che muta e anche alle esigenze delle famiglie, che devono avere risposte di qualità affinché la persona fragile possa vivere il più a lungo possibile in autonomia, nel suo ambiente domestico. Un ulteriore aspetto innovativo è dato dal fatto che il protocollo sempre condiviso con i famigliari e con l’Assistente tiene presente l’aspetto cognitivo dell’assistito, la relazione e l’ambiente in cui risiede, il suo benessere psicofisico a tutto tondo. Sulla base della valutazione e dei bisogni che emergono, viene elaborato e rivisto laddove necessario il P.A.I. (Piano di assistenza individuale), della cui attuazione si occuperà un Assistente Familiare formato in modo costante in corso d’opera e supportato dal Tutor (figura specializzata e competente nell’area dell’invecchiamento). Il Tutor fa visite a domicilio costanti, si confronta e coinvolge tutti gli “attori” dell’assistenza. Attraverso questionari “satisfaction” si monitora poi il grado di soddisfazione del servizio.

Risulta chiaro che l’applicazione del modello Optimus Domi fa sì che l’Associazione InsiemeAte Onlus non debba essere confusa con un’agenzia di badantaggio. Questo modello di cura non è ancora accreditato in Regione Lombardia, step indispensabile per ottenere voucher di sostegno per le famiglie. È fondamentale supportare le famiglie che scelgono e decidono di tenere a casa il proprio famigliare, con un servizio di assistenza che garantisca la qualità operativa. Il famigliare, pur mantenendo la titolarità della coprogettazione del P.A.I., viene sollevato dal diretto accudimento del proprio caro a 360 gradi, trovando nel modello assistenziale le risposte a tutti i bisogni. Il modello Optimus Domi si interfaccia e collabora con gli attori pubblici o accreditati per i servizi sanitari attraverso un gestionale in grado di tenere tracciato ogni intervento effettuato, ogni valutazione, ogni P.A.I. e potrebbe essere una risorsa importante per la presa in carico da parte della rete socio-sanitaria e sanitaria. I protocolli, infatti, prevedono che gli Assistenti Familiari, laddove necessario, collaborino con gli operatori dell’ADI, con i Medici di medicina generale e segnalino ai Tutor i cambiamenti “sentinella” che potrebbero determinare la necessità di attivare servizi specialistici domiciliari.

“Assistiamo ogni giorno a dimissioni ‘protette’ di grandi anziani che prima dei ricoveri erano au- tonomi e vivevano da soli e che al loro rientro a domicilio hanno bisogno di aiuto in tutte le attività della vita quotidiana; accogliamo famiglie logore da un’assistenza pesantissima a genitori o coniugi affetti da demenza, il cui equilibrio familiare è stato messo sotto assedio e talvolta smantellato; organizziamo servizi socio-assistenziali con risultati eccellenti per la qualità di vita dei nostri assistiti e delle nostre famiglie, e sarebbe fondamentale poter avere sostegno economico. Siamo convinti che la ‘casa’ è il luogo di cura migliore per ogni persona, dove mantenere il legame con i propri spazi, i propri ritmi di vita”, commenta la direttrice Paola Brignoli. 

Associazione InsiemeAte Onlus
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