Da ballo degli schiavi a tendenza del momento per ritrovare il benessere psico-fisico.
È a metà tra la lotta e la danza. Una disciplina affascinante sia da vedere sia da praticare. Ha una tradizione antica ma anche un fascino moderno. Diverte e fa bene a corpo e mente: sviluppa la flessibilità muscolare e rafforza le articolazioni, migliora la concentrazione e aiuta a liberare emozioni e tensioni. Tutto questo è la Capoeira, attività che unisce danza, arti marziali, musica, gioco e poesia, che anche da noi sta conquistando sempre più appassionati o "capoeristi". Scopriamo questo affascinante mondo con l'aiuto di Marcelo Machado Izar, fondatore dell’Accademia di Capoeira di Bergamo.
Che cos'è la Capoeira? Quali sono le sue origini?
La Capoeira, le cui origini risalgono al 1600 in Brasile, non è solo una disciplina sportiva, è un mondo, una forma di cultura che unisce rituali di danza a quelli di lotta. Per poterla comprendere è necessario ripercorrere la storia del Brasile, la schiavitù, la sofferenza e le lotte di liberazione dei neri deportati come schiavi nelle Americhe: lì si ritrovano i primi passi di questa lotta-danza, di quest’arte piena di sfumature, caratterizzata da un'ineguagliabile bellezza, sopravvissuta, trasformandosi, alle persecuzioni. Era praticata di nascosto come forma di ribellione ed espressione di un popolo oppresso alla ricerca della libertà e della dignità.
E come si fa?
Elemento fondamentale per questa disciplina è la musica: l’utilizzo del canto e della musica degli strumenti (berimbau, pandeiro, atabaque, agogo e reco-reco) fanno della "roda", cioè il cerchio di persone al centro del quale si "gioca" a Capoeira, un contesto davvero magico. Una volta creata la "roda", due persone iniziano a "giocare" disponendosi accovacciate davanti al berimbau, cioè lo strumento con il suono più grave che comanda il gioco e viene assegnato di solito al capoerista più anziano che diventa così arbitro del "gioco". Attraverso l’osservazione dell’altro, l’ascolto del ritmo del berimbau, delle sensazioni del proprio corpo e dell’energia dell’intero gruppo, i due si fronteggiano in sequenze di lotta-danza con lo scopo di creare un buon gioco con l'avversario, schivandone i colpi e coordinandosi con i suoi movimenti, attacco, difesa, contrattacco, spostamenti e acrobazie.
La roda: il cerchio della vita
La roda, cioè il cerchio di persone all'interno del quale si pratica la Capoeira, non è altro che un microcosmo che riflette il macrocosmo della vita e del mondo: rispetto, responsabilità e libertà sono gli elementi che la caratterizzano.
Da che età di può fare?
Dai tre anni in su. Per i più piccoli la Capoeira è un mondo di stimoli e fantasia: i movimenti diventano animali, gli esercizi un gioco d’immaginazione, la musica un viaggio divertente. La musica coinvolgente, i canti, le acrobazie, i movimenti e la lotta, rappresentano una fonte di forte attrazione sensoriale, emotiva e cognitiva, in grado di catturare anima e corpo di grandi e piccini. La Capoeira aiuta a sviluppare l’equilibrio, l’agilità, l’orecchio musicale, la concentrazione, la disciplina, il rispetto reciproco e lo spirito di collaborazione. Offre, inoltre, l’occasione di avvicinare i bambini a una lingua straniera (tutti i canti tradizionali sono in portoghese del Brasile), senza che nemmeno se ne accorgano. Nella fase propedeutica, vengono proposti movimenti semplici, legati a gestualità quotidiane o improntati all’imitazione degli animali. Successivamente si introduce l’approccio agli strumenti musicali e la memorizzazione di canzoni tipiche.
Quali benefici offre?
Fondendo l’astuzia e la forza dell’arte marziale con la grazia e l’eleganza della danza, rappresenta una grande opportunità di crescita globale dell’individuo. Da un punto di vista corporeo, sviluppa in maniera armoniosa tutti i distretti muscolari, conferisce grande agilità, resistenza e potenza, migliora l’equilibrio e il radicamento a terra, favorisce il coordinamento motorio. Da un punto di vista mentale, conferisce flessibilità, capacità di controllo dello spazio circostante e un tipo di concentrazione peculiare perché fluttuante e multidimensionale (coscienza dello spazio, del corpo, del movimento, del ritmo, dell’avversario). Infine, il confronto con gli altri, l'importanza del gruppo, il senso di responsabilità e la gestione delle proprie emozioni, consolidano valori ai quali la società in cui viviamo, spesso, non dà la giusta attenzione.
Che tipo di abbigliamento si consiglia?
Come per altre arti marziali si usa una divisa: di norma pantaloni (abadà) e la maglietta del gruppo.
Ciascun capoerista ha un nome che lo contraddistingue: come viene scelto?
L'apelido, cioè il soprannome, lo dà il maestro all'allievo e solitamente ricorda una peculiarità dell’individuo in questione.
a cura di Alessandra Perullo
con la collaborazione di Marcelo Machado Izar
Fondatore dell’Accademia di Capoeira di Bergamo