Negli ultimi dieci anni è notevolmente cresciuto l'interesse nei confronti delle tematiche ambientali e del loro impatto sulla salute dell'uomo e con esso i sospetti che molte patologie possano essere correlate al "degrado" ambientale. A cominciare da quello che deriva dall'inquinamento dell'aria. Secondo un recente studio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2012 lo smog avrebbe provocato la morte di sette milioni di persone nel mondo, per tumore, malattie cardiovascolari, ictus e cardiopatie ischemiche. E lo smog non sarebbe l'unico "fattore di rischio" da cui guardarsi. «Si calcola che ognuno di noi si imbatta quotidianamente in almeno 500 sostanze chimico/sintetiche» osserva il dottor Gianadrea Vecchi, odontoiatra dello Studio Medico Odontoiatrico Vincenti e Vecchi.

«Diversi studi epidemiologici hanno riscontrato correlazioni tra il sovraccarico di questi inquinanti ambientali (chimici, metalli pesanti, elettrosmog, muffe etc., presenti in aria, acqua, suolo e cibo) e molte malattie croniche e disturbi funzionali (invecchiamento precoce, obesità, alterazioni neuroendocrine, alterazioni dell'apparato cardiovascolare e dell'apparato respiratorio etc.). In particolare, i dati registrati negli ultimi anni sono piuttosto preoccupanti soprattutto per il diffondersi di patologie quali: sensibilità chimica multipla (MCS), fibromialgia (FM), sindrome da stanchezza cronica (CFS), Parkinson, Alzheimer e Sclerosi Laterale Amiotrofica. Un altro aspetto significativo è la crescita di patologie allergiche, spesso strettamente legate ai carichi tossici ambientali indoor e outdoor». Un problema emergente, soprattutto nei Paesi industrializzati, che sta suscitando sempre più attenzione non solo da parte della gente comune ma anche del mondo medico. Al punto da portare alla nascita della "medicina ambientale", che si occupa di prevenzione, diagnosi e trattamento delle patologie che possono essere messe in correlazione con "fattori ambientali" e inquinanti derivanti dalle attività umane. «La medicina ambientale clinica si occupa specificamente di indagare tali possibilità, verificarle grazie all'impiego di nuove indagini di laboratorio e strumentali, in modo da giungere a una corretta diagnosi e intraprendere così una terapia che vada ad agire sulla causa e non solo sul sintomo». Tra gli ambiti in cui questa branca della medicina, in particolare, sta prendendo più piede c'è l'odontoiatria. «L'odontoiatria ambientale è una nuova disciplina "trasversale" per dentisti e medici di altre specialità. L'attenzione, in un'ottica interdisciplinare e olistica, non si limita alla cura di un singolo dente o alla scelta dei materiali odontotecnici, ma si orienta alla valutazione dello stato di salute globale del paziente, vagliando con attenzione e scrupolo le problematiche di ogni singola persona, con l'obbiettivo di prevenire o alleviare malattie infiammatorie croniche anche lontano dalla cavità orale. Spesso ci si dimentica infatti che esistono strette correlazioni tra la salute di denti e bocca e del resto del corpo» conclude il dottor Vecchi.

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a cura di FRANCESCA DOGI
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