La bella stagione è arrivata e così il tempo di goderci le nostre belle montagne. Un piacere per gli umani, ma non solo. Una camminata è un'esperienza entusiasmante per i nostri amici a quattro zampe che possono scodinzolare e correre in un ambiente diverso, a condizione però che si seguano alcune precauzioni generali. «Innanzitutto bisogna tenere presente che non tutte le escursioni sono adatte a qualsiasi cane» avverte Stefano Cattaneo, medico veterinario.

 «Non si può pretendere da un cane che passa il suo tempo sul divano una camminata di otto ore! Come per noi umani l'allenamento è importante e bisogna scegliere un percorso commisurato alla preparazione fisica. Senza contare che il nostro cane percorre un tragitto molto più lungo del nostro, perché continua a esplorare l'ambiente circostante. Meglio iniziare quindi con un percorso breve con pochi dislivelli (turistico nella scala di difficoltà del CAI). Importante è anche la razza, l'età e la condizione fisica. Le razze selezionate per il lavoro (da caccia, da pastore, da slitta) affronteranno con più facilità anche percorsi impegnativi, mentre le razze di taglia piccola e brachicefale (come il Carlino e il Boxer) in genere si affaticano prima. Per quanto riguarda l'età è opportuno evitare ai cuccioli terreni troppo accidentati, perché non è bene sollecitare troppo uno scheletro in accrescimento. I cani anziani invece devono essere sempre controllati, perché possono soffrire di patologie come artrosi e cardiopatie. Una visita veterinaria a inizio stagione è sempre consigliata in questi casi».

Dottor Cattaneo, difficoltà a parte come scegliere la gita giusta per il nostro amico a quattro zampe?
È bene assicurarsi che non siano presenti ostacoli impossibili per un cane (tragitti sospesi, ferrate) e che non ci siano disposizioni particolari (in alcune aree è vietato l'accesso ai cani, così come su alcuni mezzi di trasporto, come la funivia), verificare che ci siano a disposizione fonti di acqua e dove sia l'ambulatorio veterinario più vicino.

Quali precauzioni bisogna adottare prima di mettersi in marcia e cosa bisogna portare con sé?
Innanzitutto è obbligo di legge che il cane sia al guinzaglio o abbia la museruola (occorre comunque averla con sé per legge), mentre attualmente in Italia non è obbligatoria la vaccinazione antirabbica su tutto il territorio (si deve effettuare tre settimane prima della partenza, se si va all'estero). È obbligatoria anche l'identificazione del cane con microchip. È sempre bene poi avere con sé dell'acqua (un litro ogni 1.5 chilometri) e una ciotola, oltre a qualche bocconcino energetico. In genere si consiglia di alimentare il cane dopo l'escursione, aumentando il quantitativo in base allo sforzo compiuto. Se si alimenta prima dell'escursione, è bene aspettare tre ore prima della partenza. Altra attenzione importante è applicare degli antiparassitari, facendosi consigliare dal proprio medico, perché in montagna è frequente l'infestazione da zecche (dopo l'escursione controllare in particolare i padiglioni auricolari e gli spazi interdigitali, rimuovendo con l'apposita pinzetta le eventuali zecche). Se si prevede un percorso molto accidentato, infine, è bene spalmare i cuscinetti plantari con creme protettive.

Una volta in montagna, come ci si deve comportare per evitare rischi?
Valgono le consuete regole di buona educazione cinofila: tenere il cane sotto controllo (deve essere nel proprio campo visivo), evitare che disturbi gli altri escursionisti, raccogliere le deiezioni. È consigliabile avere un solo cane per persona e non più di due cani per gruppo (si rischia l'effetto muta che può apparire minaccioso ad altri escursionisti). Se è la prima esperienza in montagna è bene tenerlo al guinzaglio, in particolare se non è addestrato a ritornare al richiamo. Può capitare infatti, soprattutto se annusa la traccia di un animale selvatico, che si allontani e si smarrisca. Nel malaugurato caso succedesse, bisogna depositare un proprio indumento che funga da traccia olfattiva e perlustrare la zona circostante con un tragitto circolare, richiamando il cane con voce calma e rassicurante. In caso di mancato ritrovamento è necessario per legge denunciarlo alle autorità competenti (servizi veterinari dell'ASL, carabinieri, polizia municipale).

Smarrimento del cane a parte, a cosa si deve fare attenzione?
Allo shock da colpo di calore, soprattutto se il cane non è abituato alle camminate nelle ore più calde della giornata e non è adeguatamente idratato (particolarmente a rischio sono cuccioli, cani obesi e anziani). I sintomi iniziali sono irrequietezza e un’accelerazione del respiro, poi subentrano perdita di saliva, barcollamenti fino alla letargia. In questi casi si deve mettere l'animale all'ombra, rinfrescarlo con stracci bagnati sulle ascelle e in zona inguinale, non usare il ghiaccio, non forzarlo a bere, portarlo all'ambulatorio veterinario più vicino se non risponde alle prime cure. Nelle nostre zone è possibile anche incontrare vipere. Purtroppo il cane non sempre riconosce il pericolo e cerca di morderle. Per evitarle, meglio percorrere sentieri frequentati, evitare l'erba alta ed essere rumorosi (la vipera è un animale schivo). In caso di morso non ha senso applicare lacci emostatici e succhiare la ferita, si deve invece portare il cane all'ambulatorio veterinario più vicino. Un rischio da non sottovalutare, infine, è l'incontro di mandrie, perché le mucche, infastidite dal cane, possono caricare anche il proprietario. In questi casi è bene mettere il cane al guinzaglio e superare a distanza la mandria.

a cura di ELENA BUONANNO
Ha collaborato il DOTT. STEFANO CATTANEO
Specialista in Sanità Pubblica Veterinaria
- AMBULATORIO VETERINARIO CITTA' DI ALBINO -