Sempre più una guida per la salute femminile nelle diverse fasi della vita.
Il sentire e parlare comune racconta che l’ostetrica è colei che “aiuta i bambini a nascere”, anzi a volte vi sarà certamente capitato di sentire che è “quella” che fa nascere i bambini. In realtà questa immagine è oltremodo riduttiva e rappresenta solo una piccola parte delle attività che oggi le ostetriche svolgono. «Essere ostetrica oggi (e non solo fare l’ostetrica!) è una grande e bellissima sfida in un momento storico della professione non facile né tantomeno scevro da scenari di difficoltà ulteriori in futuro»

sottolinea Bruna Pasini, ostetrica. «Si può ben intuire che il ruolo dell’ostetrica non si ferma, né tantomeno inizia, da lì, dal far nascere i bambini. L’ostetrica ha l’entusiasmante, delicato, potente e grande onore, e anche dire ònere, di poter accompagnare la donna, il neonato e la famiglia, in molti momenti e tappe della vita».

Ci può spiegare più nel dettaglio quali sono i ruoli e le attività di cui possono occuparsi oggi le ostetriche?
Fin dalla nascita raccoglie nelle sue mani il neonato e lo accudisce offrendolo immediatamente alla madre, la prima persona che ha il diritto di prenderselo in braccio e ricreargli il suo ambiente di sicurezza; partecipa attivamente a progetti speciali nelle scuole nell’ambito dei percorsi sull’affettività; nell’adolescenza accompagna, insieme ai genitori, alla scoperta del proprio corpo, della propria sessualità, dei primi sconvolgimenti e “temporali” ormonali; nell’età fertile sostiene e assiste lungo il percorso speciale della gravidanza, del parto, del puerperio (anche e soprattutto quando la donna decide di mantenere l’anonimato); è accanto alla donna/coppia nelle scelte della pianificazione familiare, nel counselling per scelte di salute per sé e per i propri figli; opera nella prevenzione delle patologie (benigne e non) della sfera femminile e nella profilassi in ambito giovanile, dell’età matura, della menopausa; è presente nei reparti ospedalieri di ginecologia e sala operatoria ad assistere la donna con problematiche ginecologiche; è colei che si occupa in primis dell’emergenza salute nelle carceri e, visto che parliamo di donne e bambini, in caso di calamità naturali importanti. Si pensi anche solo ai drammatici episodi di cronaca recente di terremoti, di grandi migrazioni di stranieri, l’ostetrica lì c’era!

Quindi non lavora solo in ospedale?
Assolutamente no. La si può incontrare in ospedale, anche in quelli da campo, nelle sale parto, reparti e ambulatori ospedalieri, ma anche nei consultori, nelle case di maternità, negli studi privati, in carcere, nei paesi terremotati e sulle nostre coste italiane, sulle ambulanze, negli ambulatori dei medici di base, nelle farmacie, nelle piazze durante le giornate straordinarie dedicate alla salute. Sì, perché l’ostetrica è anzitutto l’esperta della salute femminile e garante del suo mantenimento durante tutto il ciclo di vita nelle sue varie fasi e situazioni. Da ultimo, ma non certo per importanza, l’ostetrica si occupa di formazione universitaria, di ricerca e di progetti (si pensi anche solo all’iniziativa OMS-UNICEF dell’ospedale amico dell’allattamento, della Comunità amica dell’allattamento e - prima in tutta Italia l’Università di Milano Bicocca con sede anche a Bergamo - l’Università amica dell’allattamento).

Ma come si diventa ostetrica? Quale percorso di studi bisogna seguire?
Dopo il diploma di scuola superiore si accede, attraverso un test di ingresso per le professioni sanitarie, al Corso di Laurea in Ostetricia della durata di tre anni. Con il Decreto MIUR dl 2009 “Nuova determinazione delle classi dei corsi di laurea per le professioni sanitarie ai sensi del D. MIUR 270/2004” il percorso universitario assume una sua specifica determinazione anche grazie al precedente D.M. 509: “Regolamento per l’autonomia didattica degli atenei” del 1999 con il quale ogni Ateneo ha la possibilità di organizzare i vari Insegnamenti e nominare i Docenti (tra i quali molti si scelgono tra le professioniste ostetriche). Il triennio di studi è caratterizzato da sessioni teoriche in Università, sessioni di esami e sessioni di tirocini esperienziali nelle varie sedi convenzionate con l’Università: sale parto ospedaliere, Unità Assistenziali di Ostetricia/ginecologia/sala operatoria/neonatologia/patologia neonatale e ambulatori specialistici e di fisiologia; consultori familiari; case maternità e, fortunatamente da quest’anno, anche progetti Erasmus con vari paesi Europei. Da circa 15 anni quindi si parla di professionisti laureati con titolo di “Dottore/Dottoressa in Ostetricia”. A Bergamo, come accennato in precedenza, esiste il Corso di Laurea in Ostetricia come sede staccata dell’Università degli studi di Milano Bicocca. Dopo questo primo livello si ha la possibilità di continuare il ciclo universitario con il Corso di Laurea Magistrale in Scienze infermieristiche ed Ostetriche della durata di due anni, i Master Universitari di primo e secondo livello e da ultimo il percorso può approdare al Corso di Dottorato di ricerca. Dal 2004 (anno delle prime ostetriche bergamasche laureate alla Bicocca) a oggi possiamo pertanto affermare che si sono laureate circa 250 ostetriche presenti sia nella realtà bergamasca ma anche provinciale, sia regionale e internazionale (ostetriche bergamasche presenti in birth center inglesi). Abbiamo iniziato intitolando queste brevi note ”le ostetriche del futuro” non perché pensiamo che in futuro ci saranno ostetriche diverse da ora ma perché siamo certe che cresceranno (e già sta accadendo) ostetriche accanto a donne che si accorgeranno del valore aggiunto di queste professioniste (oggi ancora toppo in ombra!). E vorremmo concludere con le parole di una madre che così scriveva, nella seconda metà dell’800, in una lettera a sua figlia ostetrica: “La donna gravida è come un grande vascello che ha bisogno di un buon timoniere: una saggia e attenta ostetrica….Sii dolce nella tua opera, perché ciò è più utile della durezza”.

VICINA ALLA DONNA DURANTE TUTTA LA GRAVIDANZA
Grazie anche al recente definitivo recepimento della normativa europea che sancisce e suggella l’autonomia dell’ostetrica anche nell’assistenza alla gravidanza fisiologica, in diversi ospedali è presente ormai da anni l’ambulatorio per la gravidanza: qui l’ostetrica garantisce continuità assistenziale durante tutto il Percorso Nascita grazie al sostegno e all’assistenza in linea con gli Standard Nazionali ed Internazionali e favorendo l’appropriatezza delle cure. La gestante viene accolta dall’ostetrica con un primo colloquio dove si raccoglie la storia di salute tracciando un bilancio e stendendo un piano assistenziale adeguato e personalizzato dove è prevista la valutazione periodica dei fattori di rischio e la consulenza/intervento di specialisti in caso di necessità. Gli incontri sono in genere a cadenza mensile, sempre con la stessa ostetrica che, ogni volta, affronta argomenti specifici del periodo di gravidanza in questione e monitora il naturale processo ed evoluzione della gravidanza. Il percorso si conclude con il feedback nell’incontro dopo il parto con madre e neonato, occasione ideale per un counselling informativo e formativo su tematiche della salute femminile e neonatale.

a cura di GIULIA SAMMARCO