Oggi, più che in passato, è diffuso il fenomeno del Living Apart Together “insieme ma separati”, ovvero coppie costrette a vivere separate per svariati motivi, soprattutto di lavoro e/o studio. La crisi economica ha portato a un incremento di queste situazioni, che ormai sono più diffuse di quanto si pensi. La conferma arriva anche dai dati Istat, secondo i quali quasi l’8% delle coppie italiane (cioè 4 milioni di persone) ha una relazione a distanza, per un tempo determinato o per il lavoro di uno dei due partner. Coppie destinate inevitabilmente a scoppiare? Non è detto. Come ci spiega la dottoressa Mara Seiti, psicologa.

Dottoressa Seiti, quanto pesa la distanza nelle dinamiche di una coppia? È davvero possibile amarsi “da lontano” e mantenere un rapporto di coppia soddisfacente?
In un rapporto di coppia, la distanza costituisce senza dubbio un fattore di criticità, una vera e propria sfida per l’amore e la solidità del rapporto. Costringe una coppia a fare i conti con molte difficoltà e con la necessità di trovare un equilibrio spesso molto diverso, per modalità, da quello che caratterizza le coppie conviventi o che caratterizzava la quotidianità condivisa. Sebbene sia comprensibile temere che la distanza fisica possa portare alla cosiddetta “distanza affettiva”, è importante spezzare una lancia a favore di questa condizione, che peraltro spesso è inevitabile. Recenti studi di Crystal Jiang e Jeffrey Hancock della City University di Hong Kong (2013) hanno rilevato che, rispetto alle coppie che vivono vicine, le coppie che vivono a distanza riescono a sentirsi più in intimità col partner, si confidano maggiormente e preservano un’immagine più positiva dell’altro. Com’è possibile? Innanzitutto bisogna tener conto che, a fronte delle comprensibili difficoltà che comporta amarsi “da lontano”, esistono dei vantaggi sia individuali sia per la coppia stessa.

Quali sono questi vantaggi?
Innanzitutto l’indipendenza. Si gode di maggiore libertà e si ha a disposizione un tempo maggiore per sé e per le relazioni sociali (amici e familiari). Questo significa poter comunque coltivare una vita di relazione dalla quale ci si sente appagati. Altri elementi che possono essere letti in chiave positiva sono: la qualità del tempo (l’assenza di routine consente di vivere il partner senza darlo per scontato e di non cadere nelle trappole della convivenza quotidiana); l’intensità delle emozioni (la distanza crea una tensione che aumenta la voglia di vedersi con ricadute positive sulla passione e sul desiderio); la qualità della comunicazione (la lontananza sembra favorire una conversazione maggiore che mantiene i partner “più vicini”); la sicurezza nel rapporto (verificare la tenuta del rapporto di coppia consente di acquisire più sicurezza in esso). Nel caso in cui ci siano figli, inoltre, chi rimane con loro tende a stringere un rapporto più stretto e confidenziale. Infine non va sottovalutato che lo sviluppo della tecnologia e dei trasporti ha reso più facile sostenere le distanze. Oggi è possibile sentirsi e vedersi quotidianamente grazie al ricorso di canali di comunicazione all’avanguardia.

Quali sono invece le difficoltà che inevitabilmente una coppia che vive separata si trova ad affrontare?
Tra le difficoltà insite in un rapporto a distanza ci sono: il senso di vuoto e di smarrimento che accompagna soprattutto il primo periodo; la mancanza di intimità; le tensioni e le incomprensioni che possono crescere quando emergono stanchezza e fatiche nel sostenere la quotidianità, oppure quando subentrano insicurezza e gelosia. Infine, c’è il carico quotidiano della famiglia e dei figli. Il partner che rimane a casa si trova infatti a gestire da solo le incombenze quotidiane. Inoltre deve riuscire a far fronte sia ai propri bisogni emotivi sia a quelli dei figli.

In conclusione vivere un rapporto a distanza richiede un buon livello di sicurezza personale e fiducia nel partner. Non tutti sono in grado di sostenere la lontananza prolungata ed è bene essere onesti con se stessi e con il partner, condividere la scelta, anche se forzata, e sostenersi vicendevolmente, soprattutto nei momenti più difficili per l’uno e per l’altro.

Equilibrio personale, di coppia e familiare? Si può con adeguate strategie di coping (fronteggiamento)

> Garantirsi una buona rete di supporto sociale: familiari e amici sono una risorsa fondamentale per far fronte al senso di solitudine e rispondere anche ai bisogni della quotidianità.

> Avere spazi per se stessi: coltivare interessi e passioni aiuta a mantenersi autonomi, a sostenere la mancanza e arricchisce la propria vita.

> Mantenere continuità nella comunicazione col partner sfruttando i mezzi messi a disposizione dalla tecnologia (telefono, webcam, skype, etc.).

> Progettare i contatti e i momenti di ricongiungimento, in modo da non vivere nel dubbio e avere più certezza, soprattutto se ci sono i figli.

> Fare una sorpresa ogni tanto: sostiene la mancanza e conferma le proprie attenzioni.

> Comunicare il proprio stato d’animo, senza però eccedere nei momenti difficili, cercando di trovare sostegno soprattutto nelle proprie risorse.

> Avere fiducia nel rapporto e continuare a progettare insieme, a condividere gli accadimenti della vita quotidiana e a rendersi partecipi delle rispettive vite.

> Motivare positivamente ai figli la necessità della trasferta, rassicurarli sulla presenza costante del genitore lontano.

> Garantire l’autorevolezza genitoriale del partner continuando a confrontarsi sugli accadimenti quotidiani: genitore lontano e genitore assente sono due cose diverse.

> Condividere con i figli i sentimenti di mancanza, senza temere di parlare con loro delle fatiche vissute (vostre e proprie) e poi concludere con ottimismo.

> Preparare insieme ai figli qualcosa per l’altro genitore, da mostrargli o per quando tornerà e organizzare momenti di piacevole condivisione familiare una volta insieme.

> Dedicare attenzione e tempo al partner e ai figli quando si torna dopo una trasferta, giocando insieme, ma mostrandosi interessato e partecipe anche alle difficoltà e ai progressi quotidiani.

- a cura di ELENA BUONANNO
con la collaborazione della DOTT.SSA MARA SEITI
Psicologa e Psicoterapeuta
A Palazzolo sull'Oglio