«La poesia è un viaggio all’interno di se stessi, un metodo per indagare le emozioni più profonde, una ricerca continua di qualcosa che spesso ti porta a trovare altro. È il concetto di “Serendipity”, termine coniato a metà del Settecento dallo scrittore Horace Walpole per indicare la fortuna di fare scoperte per puro caso. Si tratta di un principio che non vale solo per i sentimenti, ma permea anche la ricerca scientifica. Basti pensare alla scoperta casuale della penicillina o in tempi più recenti al Viagra, originariamente pensato come farmaco per dilatare le coronarie che poi ha rivelato inaspettate doti contro la disfunzione erettile».
Chi parla è il dottor Mario Cavallazzi, farmacista del Gruppo ospedaliero San Donato, 47 anni, di Bergamo, due figli di 23 e 16 anni. Il dottor Cavallazzi, smessi i panni dell’uomo di scienza alle prese con farmaci e piani terapeutici, indossa quelli del poeta. “Un poeta scientifico”, si definisce lui, che è diplomato al liceo classico Paolo Sarpi di Bergamo e laureato in Farmacia a Milano, perché nei suoi versi unisce le sue due grandi passioni: quella per la poesia e la letteratura in generale e quella per la scienza e la medicina. Al suo attivo ha più di 200 poesie, alcune delle quali pubblicate in un libro dal titolo “Serendipity. L’infinita ricerca di tutt’altro”, pubblicato nel 2001 dalla casa editrice “L’orecchio di Van Gogh”.
Quando ha scoperto di amare la poesia?
La passione per la poesia mi è stata trasmessa da mio papà e da mio nonno fin da quando ero bambino. Erano entrambi dei grandi appassionati e si dilettavano a scrivere e declamare poesie e a me piaceva impararle a memoria. La mia prima poesia l’ho scritta a 14 anni, ovviamente per conquistare una ragazza (ndr. ride).
Come nasce una poesia? E in che occasioni scrive?
La poesia è un modo per esprimere e indagare sensazioni ed emozioni che non si potrebbero esprimere altrimenti se non in versi: la poesia è insieme la ricerca della parola giusta e della musica adeguata al significato. Scrivere, quindi, è un impulso che può “travolgermi” in qualsiasi momento, mentre sono a fare la spesa, al lavoro, persino imbottigliato nel traffico. A farmi scattare la molla, in genere, sono sentimenti intensi che provo, positivi o negativi, una persona o una situazione che per qualche motivo mi colpisce nel profondo. Non importa dove mi trovo: prendo un pezzo di carta e trasformo quello che ho visto o provato in immagini, molto spesso prese dalla natura. Poi, quando sono tranquillo, riprendo in mano quelle righe e le rielaboro dal punto di vista formale, studio le parole, le cambio in modo da creare dissonanze, assonanze, rime distorte, tutto per dare un ritmo e una musicalità ai versi che possa trasmettere significati più profondi rispetto alla sola parola.
Ci sono poeti del passato o moderni a cui si ispira?
Amo molto i poeti antichi. Su tutti Lucrezio e il suo “De Rerum natura”, un poema straordinario ispirato al filosofo Epicuro che parla di temi come l’origine e lo sviluppo del mondo e delle cose, la materia e la fisica. In altre parole un trattato in cui la fisica viene spiegata in poesia e musica. La perfetta sintesi tra scienza e poesia. Tra gli autori più recenti invece, ammiro molto Fabrizio De Andrè e Paolo Conte, non dei semplici cantautori ma dei veri e propri poeti dei nostri tempi.
Un’ultima domanda, prima di lasciarci. Ma davvero sentimento e scienza possono andare di pari passo?
Assolutamente sì. I sentimenti hanno una base fisica. Lo diceva anche Lucrezio: “il sentimento d’amore sono atomi lisci e tondi”. Per questo sono convinto che i sentimenti si possano indagare con metodi scientifici e la poesia è il migliore strumento che abbiamo.
Senza Titolo
No, io non credo
che nessuno mai
sia poi riuscito
così nel profondo
a rimescolare
con un cucchiaino
nella mia anima.
Nuovo Amore
È come quando fulmina
e su il piovasco resta.
È come quando il vento
soffia e nulla sposta.
È come quando il cielo
grida alla tempesta
e una nuova stella s’avvista.
MARIO CAVALLAZZI
In questa rubrica gli operatori sanitari (medici, infermieri etc.) si raccontano, facendo conoscere oltre al loro lato professionale la loro attività di artisti, volontari, atleti...
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a cura DI GIULIA SAMMARCO