La notizia è da mesi su tutti i giornali: i Cinesi hanno ribaltato le regole del mondo del bike sharing e sono ora pronti a inondare le nostre città con biciclette a noleggio in modalità free flow, ovvero prive di stalli dove prelevarle e riconsegnarle. Questa pacifica invasione di biciclette a “flusso libero”, ovvero a disposizione di tutti, da prendere, usare e lasciare dove si vuole, ha fatto da poco la sua comparsa anche a Bergamo, suscitando non poca curiosità e anche qualche polemica soprattutto per alcuni parcheggi per così dire “fantasiosi” da parte di alcuni utilizzatori del servizio. Si chiama MoBike e va ad affiancarsi al bike sharing BiGi, il servizio del Comune grazie al quale è possibile prelevare e riconsegnare la bicicletta pubblica in una delle 23 ciclostazioni attive. Insomma pare proprio che da noi, se si vuole davvero spostarsi in bicicletta senza doverne avere una propria e senza preoccuparsi di come e dove lasciarla, le possibilità non manchino. Ne parliamo con Claudia Ratti, presidente di A.Ri.Bi, associazione che sostiene e promuove la mobilità ciclistica nelle sue diverse formule.

Cosa ne pensa di questa novità della MoBike?
L’avvento della MoBike è sicuramente una concreta opportunità e un sostegno all’incentivo dell’utilizzo della bicicletta. A Bergamo circolano 500 MoBike da quasi un mese e mezzo. Inizialmente la sensazione è stata quella che a mettersi in sella fossero per lo più persone che normalmente non sono abituate a utilizzare la bicicletta in città e che non utilizzerebbero la propria con la stessa disinvoltura. Si sono registrate parecchie soste un po’ sconvenienti o persino selvagge (ndr una è finita nella fontana di Porta Nuova), ma questo è da ricondurre certamente alla mancanza di una cultura ciclistica diffusa e in generale di senso civico. Da più parti si sente levare un grido di protesta da parte di persone indignate nei confronti dell’inciviltà dei propri concittadini, ma dando un’occhiata a quanto avviene in giro per il mondo è facile rendersi conto che il fenomeno non interessa solamente l’Italia. Come A.Ri.Bi da ormai 37 anni siamo impegnati a promuovere una sorta di galateo del ciclista urbano, anche per svincolarci da una crescente polemica verso i ciclisti indisciplinati e per dare un contributo alla maturazione di un senso civico nella mobilità, che ribadisca il valore della convivenza sulla strada, di tutti, con priorità di attenzione nell’ordine per pedoni, biciclette, trasporto locale pubblico, automobili etc.. Queste simpatiche MoBike, parcheggiate un po’ ovunque, laddove non arriva il bike sharing BiGi che invece presuppone la ricollocazione presso stazioni di prelievo-consegna, non possono non piacerci, così come vedere che davvero la bicicletta può essere la risposta a soluzioni di mobilità sostenibile. È altrettanto bello vedere i giovani che da qualche tempo per andar e a scuola scelgono anche la bicicletta. Ci sono come, detto sopra, dei comportamenti inadeguati, ma resta pur sempre preferibile vedere una bicicletta parcheggiata male che non un Suv. Quest’ultima la si può spostare, non è leggerissima, ma è fattibile.

Quali sono i vantaggi rispetto ad altre forme di bike sharing?
Sono biciclette facilmente prelevabili grazie all’innovativa tecnologia offerta dalla app MoBike e, a differenza del servizio BiGi, l’accesso è meno complicato ed è per tutti, anche per i turisti di passaggio. Quanto al rischio che si perdano, essendo lasciate ovunque, in realtà si tratta di biciclette geolocalizzate; ogni tot giorni viene fatta una ricollocazione nei punti di raccolta da parte dell’azienda che le gestisce e ciò riporta una sorta di ordine iniziale.

Ormai non ci sono più scuse per non pedalare…
Muovendosi si fa del bene a se stessi, alla società e all’ambiente. Con meno automobili avremmo marciapiedi sgomberi da auto in sosta selvaggia e più sicuri. Sarebbero più felici anche gli automobilisti, che potrebbero trovare parcheggio e circolare con meno ansia. Se ci muovessimo in tanti in bicicletta, che sia personale o sharing, avremmo una qualità dell’aria sicuramente migliore. Inoltre con il bike sharing è possibile scegliere la bicicletta a cuor leggero, perché si sa di potere contare sempre su una bicicletta a basso costo, senza l’ansia di non ritrovare più la propria perché rubata (Bergamo detiene un triste primato in merito). L’auspicio ora è che anche i comuni limitrofi e le periferie ottengano questo, o altri servizi simili, per consentire a sempre più cittadini di scegliere la bicicletta e i suoi benefici.

"Oggi gli iscritti a MoBike a Bergamo sono 11.300. L’obiettivo è arrivare, entro aprile, a quattro prelievi giornalieri per ogni bicicletta (500 MoBike in città)”

COME FUNZIONA
L’app MoBike permette di trovare una mappa con tutte le biciclette disponibili e prenotare la propria. Una volta raggiunta basta inquadrare il codice QR che si trova sulla bicicletta e, dopo un rapido scan, il lucchetto si sblocca. Il servizio, su registrazione e a pagamento con carta di credito, prevede pass mensili, o per ogni mezz’ora (la tariffa promozionale è di 30 centesimi, a regime 50 centesimi).

a cura DI VIOLA COMPOSTELLA
con la collaborazione di CLAUDIA RATTI
Presidente A.Ri.Bi Bergamo

Illustrazione di Adriano Merigo