Provoca un dolore che a volte può diventare talmente intenso da non permettere di mettersi le scarpe o camminare. Senza contare che rappresenta un problema estetico soprattutto per le donne. È l’alluce valgo, una delle patologie del piede più diffuse. Oggi però, grazie a tecniche chirurgiche sempre meno invasive, è possibile risolverla con un piccolo intervento che dura solo 25 minuti.
Una dolorosa “cipolla” al piede
L’alluce valgo è caratterizzato da una deviazione dell’alluce verso l’esterno con formazione di escrescenze ossee (esostosi) e borsite a livello dell’articolazione metatarso-falangea (cioè tra metatarso e le falangi delle dita del piede). Oltre alla deformità evidente, esiste anche una deformità cosiddetta rotazionale per cui l’unghia dell’alluce stesso tende a guardare progressivamente verso l’altro piede. Entrambe queste deformità, oltre all’aspetto estetico, causano difficoltà nell’indossare anche comuni calzature e dolore sia a riposo sia, soprattutto, durante la deambulazione. Questo perché portano allo spostamento di uno dei punti di appoggio del piede (la base dell’alluce e la testa del primo metatarsale) che tende a lateralizzarsi e, quindi, a cadere progressivamente più all’esterno (ovvero sotto le altre dita e le loro articolazioni). Questa condizione causa a sua volta, progressivamente, un’altra frequente patologia dell’avampiede, vale a dire la metatarsalgia con dita “en griffe” (dolore alla base dei metatarsi): il sollevamento di una o più piccole dita “ad artiglio” e la progressiva formazione di callosità di quella parte della pianta del piede. L’alluce valgo viene diagnosticato durante una visita medica ortopedica, completata con esami specifici (radiografie del piede in carico) e coadiuvata da una valutazione baropodometrica e podologica che contribuiscono a confermare e documentare la patologia per pianificare la migliore strategia terapeutica.
Scarpe troppo alte o a punta? C’entrano ma non sono le vere responsabili
Le cause dell’alluce valgo sono da imputare al sovraccarico sull’avampiede, al sovrappeso, all’utilizzo di calzature scorrette (non necessariamente a tacco alto). Si tratta comunque di fattori che s’inseriscono spesso su una base genetica: esiste infatti una chiara predisposizione familiare, anche se questa predisposizione è più evidente nei maschi che sviluppano l’alluce valgo “ereditandolo” dalla madre.
Plantari, antidolorifici e ultrasuoni per limitare i fastidi
L’utilizzo di calzature comode a pianta larga, l’utilizzo di divaricatori notturni e diurni e di apposite ortesi o plantari su misura, sempre previa valutazione baropodometrica, possono essere utili nelle fasi iniziali o nei soggetti in cui l’intervento è controindicato, oppure, in attesa dell’intervento stesso. I sintomi possono essere controllati con l’uso di antidolorifici o antiinfiammatori, oppure, seguendo terapie fisiche come ultrasuoni a immersione o onde d’urto.
Tempi di ripresa velocissimi con la chirurgia percutanea
Il trattamento chirurgico è l’unico che può risolvere definitivamente il problema. L’indicazione a effettuarlo non è mai per motivi estetici, ma la risoluzione chirurgica è indicata solo in caso di dolore. La terapia chirurgica di questa patologia in genere avviane tramite osteotomie correttive (tagli dell’osso). Esistono varie tecniche più o meno invasive, indicate per particolari e diversi tipi di deformità. In casi selezionati, la correzione dell’alluce valgo può avvenire attraverso la chirurgia percutanea mini-invasiva, che prevede l’effettuazione di piccole incisioni di pochi millimetri sulla cute. Attraverso queste mini incisioni vengono effettuate le adeguate osteotomie correttive per ristabilire la corretta meccanica del piede. Con questa tecnica non è necessario inserire mezzi di sintesi (viti o cambrie) metallici, il che, laddove sia possibile applicare tale tecnica, aumenta il confort per il paziente. Riduce infatti il dolore post-operatorio e non ha la necessità di future rimozioni dei mezzi di sintesi. L’intervento di chirurgia percutanea mini-invasiva dura circa 25 minuti e viene effettuato in anestesia loco regionale, mediante il cosiddetto ankle-block, ovvero una procedura che anestetizza solo dalla caviglia in giù. Dopo l’intervento il paziente deve subito camminare con l’ausilio di una scarpa ortopedica che manterrà per i primi 30-35 giorni dall’intervento. Il bendaggio sarà mantenuto in sede per almeno tre settimane, successivamente sostituito da un taping per aiutare il processo di guarigione.
Il rischio di recidive? Maggiore nelle persone giovani
Il rischio di recidive esiste indipendentemente dalle tecniche utilizzate. I dati della letteratura scientifica dicono che si può arrivare fino a una percentuale di rischio del 16%. Altri fattori che incidono negativamente sono legati all’età d’insorgenza: nei soggetti più giovani affetti da gravi deformità il rischio è maggiore.
La parola al tecnico ortopedico
Nelle forme di alluce valgo in fase precoce - e quindi in caso di trattamento conservativo - il mondo della tecnica ortopedica può offrire differenti soluzioni ortesiche (ovvero tutori), di serie e su misura. Una parte di questi tutori ortopedici hanno come obiettivo principale la stabilizzazione e una minima correzione quindi evitano una potenziale progressione in valgismo dell’alluce e ne riducono, in parte, la sua deviazione; altri tutori invece, e generalmente sono in silicone, nascono per gestire conflitti che si generano tra piede e calzatura e mettono in protezione le zone dolenti; esistono infine soluzioni custom made (su misura) quali plantari su misura e ortesi in silicone su misura che il tecnico ortopedico realizza generalmente dietro indicazione dello specialista. Infine è doveroso segnalare l’ultimo ritrovato tra le soluzione ortesiche standard: il tutore dinamico per alluce valgo. Grazie alla presenza di uno snodo articolato in corrispondenza dell’articolazione dell’alluce la correzione è di tipo dinamico, consentendo di “dirigere il movimento articolare”. In alcuni casi, dietro consiglio dello specialista, può essere anche utilizzato nella fase successiva alla chirurgia. Luca Lutti, Tecnico Ortopedico presso Medicalfarma Bergamo
"A soffrire di alluce valgo sono soprattutto le donne al di sopra dei 40/45 anni, anche se questa patologia insorge anche nelle giovani donne e negli uomini”
a cura del Dott. Vincenzo Ruggiero Perrino
Unità Operativa Ortopedia e Traumatologia
Humanitas Gavazzeni Bergamo