Farmacie (e farmaciste) in campo contro la violenza alle donne.
«La farmacia rappresenta un importante presidio sanitario, anche di prossimità, riconosciuto dai cittadini nella sua valenza professionale e sociale. L’impegno che mettiamo per promuovere salute e benessere nella popolazione è la forza che ci permette di ottenere risultati a volte sorprendenti e di rappresentare un punto fermo per ogni cittadino che almeno una volta ha avuto bisogno di noi. Ogni giorno nelle farmacie italiane entrano migliaia di persone di ogni razza, sesso e ceto sociale e tra queste moltissime donne. D’altra parte, anche dietro ai banchi di ogni piccola o grande farmacia ci sono moltissime professioniste appartenenti al gentil sesso. Ed è così che, proprio da questa realtà, è cresciuto il “Progetto Mimosa”, un progetto nazionale creato dalle donne per le donne». Chi parla è la dottoressa Michela Bialetti, vice Presidente di Federfarma Bergamo. L’abbiamo incontrata per saperne di più su questo progetto, sostenuto dall’Ordine dei Farmacisti e da Federfarma Bergamo, in occasione della conferenza stampa di presentazione che si è tenuta il 23 novembre. Nato alcuni anni fa da un’idea dell’Associazione ’‘Farmaciste Insieme’’, il “Progetto Mimosa” si sta diffondendo a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale, diventando sempre di più un aiuto di primo livello per orientare le vittime di abusi, violenze fisiche o psicologiche.

«Un primo aiuto ad affrontare una situazione difficile può essere la semplice presa di coscienza di una criticità e la consapevolezza di non essere soli» continua la dottoressa Bialetti. «La farmacia possiede una grande valenza sociale che dal suo classico ruolo educativo e sanitario legato al farmaco, si rafforza in questo caso, grazie alla presenza nelle farmacie italiane di più di 25.000 farmaciste che sono sì professioniste, ma sono prima di tutto donne che possono accogliere altre donne in difficoltà». Per entrare in farmacia basta un mal di testa o un piccolo malessere e non serve una grande motivazione o scusa per varcare la soglia. «Una volta entrati si può però percepire il senso di umanità ed empatia che ognuno degli operatori esprime per formazione professionale: questo fattore rappresenta il punto di forza del progetto».

Una donna in difficoltà spesso non ha il coraggio di chiedere aiuto o peggio si vergogna. Ecco allora che la possibilità di trovare un messaggio chiaro su un pieghevole che contiene suggerimenti e indirizzi utili, insieme alla certezza di discrezione, diventa un appiglio facile da poter cogliere al volo.

«Il progetto è semplice: ogni farmacia della provincia riceverà un cospicuo numero di volantini contenenti il logo della campagna nazionale e una serie di suggerimenti e consigli rivolti alle vittime di violenza il tutto presentato da un’immagine inequivocabile di un volto tumefatto di una donna che non necessita di parole per essere spiegato». Spiega la vice Presidente. Nel pieghevole è contenuta nella prima parte una piccola guida con una serie di tipologie di violenza: fisica, psicologica, economica; nell’altra pagina un suggerimento per capire cosa fare. «“TU NON SEI UN PROBLEMA, TU HAI UN PROBLEMA”. È questo il messaggio forte che compare sul volantino e che vogliamo trasmettere: è sempre possibile trovare una soluzione o parlare di quello che stai vivendo con qualcuno che ritieni possa capirti. In questo modo la donna può decidere se rivolgersi a noi per avere ulteriori informazioni o se mantenere l’anonimato avendo libero accesso ad alcuni contatti utili a cui potersi rivolgere per affrontare questo problema. Non si cerca nessun risultato mirabolante: semplicemente comunicare a chi è in difficoltà di poter contare sull’istituzione farmacia e su tutti i professionisti che vi operano. Qui troveranno persone che possono e vogliono ascoltarle o semplicemente un volantino che indicherà loro, nella massima discrezione, dove andare per avere un aiuto concreto con operatori formati e specializzati per aiutarle. Il farmacista, da parte sua si pone come referente sociale e punto di riferimento in un più ampio ruolo a servizio della popolazione, stando vicino a queste persone quando trovano il coraggio di aprirsi e fornendo loro tutte le informazioni di cui hanno bisogno senza pretendere di più».

Sfruttare la capillarità del servizio farmaceutico sul territorio per fornire un servizio importante è un’ulteriore arma vincente di questo progetto. Le brochure, distribuite in ogni farmacia della provincia, infatti raggiungeranno anche i paesi più piccoli e le zone più disagiate dove è più difficile trovare aiuto.

A cura di elena Buonanno
con la collaborazione della dott.ssa Michela Bialetti
Vice Presidente Federfarma Bergamo