È una figura di grande importanza nell’ambito di un’équipe operatoria. Prepara gli strumenti necessari al chirurgo e lo assiste durante l’intervento conoscendone i tempi e le diverse fasi, agevolandone il lavoro. È l’infermiere strumentista. Qual è il percorso di studi per acquisire questa qualifica? Quali gli sbocchi professionali? Lo abbiamo chiesto a Mirella Santinello, coordinatore infermieristico del blocco operatorio, centrale di sterilizzazione e Day Surgery di Humanitas Gavazzeni e Docente al “Master in assistenza infermieristica in blocco operatorio” presso Humanitas University.

Chi è l’infermiere strumentista?
Lo strumentista è quella risorsa umana che nel processo di gestione della persona che si sottopone a intervento chirurgico si avvale delle proprie competenze professionali specifiche per ottenere una performance qualitativamente elevata e, quindi, efficace per il raggiungimento del risultato pianificato e/o previsto per l’atto operatorio. Solo così dimostra di essere in grado di promuovere la “crescita” del gruppo di lavoro, attuando un processo di miglioramento e di perfezionamento interno che si ripercuote positivamente su tutto l’operato dell’organizzazione e, in modo particolare, sul paziente.

Come si diventa infermiere strumentista oggi?
Non esiste in Italia un percorso formativo obbligatorio per l’infermiere strumentista. Lo strumentista è quindi un infermiere in possesso di una laurea in Scienze Infermieristiche. Esistono però dei Master universitari, di primo e secondo livello, dalla durata media di 12/ 24 mesi, che perfezionano un percorso specifico quale quello dell’infermiere strumentista, dell’infermiere di sala e dell’infermiere di anestesia.

Esistono corsi di studi sul territorio o comunque vicino a Bergamo?
Sì, esistono diversi Master per “assistenti di sala operatoria”, questo è la denominazione del percorso formativo post laurea, ed è possibile frequentarli a Brescia, Milano, Rozzano (Mi). In genere, il corso è strutturato con lezioni frontali in aula e simulation center per la parte teorica, alternate a periodi di pratica nei blocchi operatori di ogni specialità, dalla chirurgia generale alla traumatologia, dalla chirurgia vascolare alla neurochirurgia alla cardiochirurgia. I futuri strumentisti fanno inoltre esperienza nella sale di emodinamica dove vengono applicate tecniche interventistiche mininvasive sempre più performanti e tecnologicamente avanzate. Il percorso formativo comprende inoltre la gestione della strumentazione delle apparecchiature per l’endoscopia diagnostica e interventistica. Per dare una visione di insieme del percorso del paziente in caso di chirurgia di urgenza, la formazione prevede un periodo di studio in Pronto Soccorso, nella “camera rossa”, quella delle urgenze. I docenti offrono la loro esperienza per preparare gli studenti al mondo della sala operatoria, raccontando anche l’evoluzione delle tecnologie, i nuovi materiali protesici, le tecniche anestesiologiche. Importante è anche la conoscenza dei materiali oggi “antiquati” che permette agli operatori che vogliono dedicare la loro professione in aree povere del mondo di poter lavorare anche con pochi strumenti e non troppo moderni.

In quali contesti opera l’infermiere strumentista?
L’infermiere strumentista svolge la sua professione principalmente nella sale operatorie di ospedali e cliniche, oltre che negli ambulatori chirurgici. Alcuni strumentisti, dopo un periodo di esperienza in sala operatoria, possono anche intraprendere la via della consulenza specialistica di prodotti per ditte fornitrici di strumenti, presidi o protesi.

Accennava all’assistente di sala. Che differenza c’è rispetto allo strumentista?
Il profilo dell’assistente di sala operatoria vede più ruoli: da quello di strumentista, ovvero legato all’attività sul campo operatorio in senso stretto del termine, a quello legato all’infermiere fuori campo che si occupa di tutta l’attività di supporto. Il suo lavoro comprende attività di coordinamento, delega e sorveglianza per gli interventi chirurgici programmati e di emergenza. L’infermiere di sala è responsabile del corretto utilizzo e della gestione dei presidi e delle apparecchiature medicali “non sterili”, delle lampade scialitiche, dei monitor, delle stazioni per la chirurgia in laparoscopia, degli aspiratori e di tutti i collegamenti delle attrezzature “sterili” (elettrobisturi, laser, ottiche, etc.). Ha il compito di assistere all’intervento chirurgico come lo strumentista, seguendo l’evoluzione dell’operazione e anticipando i bisogni dello strumentista; inoltre è suo compito definire le tempistiche nelle quali effettuare i compiti non strettamente legati all’intervento chirurgico (documenti, gestione materiali, gestione rifiuti). L’infermiere responsabile di sala prepara e dispone la sala operatoria per ogni intervento, a seconda del paziente in lista operatoria, della specialità chirurgica e degli operatori, affinché ogni processo sia coordinato con il resto delle attività coinvolte nell’atto chirurgico. Effettua un primo controllo sulla sterilità dello strumentario chirurgico, segue il posizionamento del paziente sul tavolo operatorio, gestisce la seduta operatoria provvedendo a mantenere il flusso operativo e avviando i processi necessari allo svolgimento dell’intervento successivo. Può anche avere ruolo di tutor.

Il lavoro dell’assistente di sala…
> Sopralluogo e controllo delle sale operatorie.
> Preparazione del materiale e dello strumentario necessario per l’intervento chirurgico insieme allo strumentista.
> Collaborazione con lo strumentista nella vestizione del tavolo servitore e nell’effettuazione del conteggio preoperatorio.
… e dello strumentista
> Preparazione degli strumenti necessari al chirurgo.
> Supervisione dell’intervento, conoscenza dei tempi e delle fasi dell’intervento, delle possibili variabili, gestione del campo operatorio e dell’equipe.

 a cura di Maria Castellano