Il tabù della psicoterapia come “roba per matti” sembra essere quasi superato: secondo l’annuale classifica dei servizi più richiesti online nel 2019 stilata da ProntoPro.it (portale che mette in contatto domanda e offerta di servizi professionali), la professione dello psicologo sarebbe la più ricercata dai bergamaschi sul web. «Eppure per molte persone la diffidenza resta, soprattutto quando si pensa alla possibilità che il percorso di psicoterapia possa richiedere un importante impegno in termini di tempo e denaro» osserva la dottoressa Laura Grigis, psicologa e psicoterapeuta. «Ma non è detto che debba essere necessariamente così. Se invece si potesse avviare un principio di cambiamento con un unico, singolo colloquio, massimizzandone l’efficacia? Con l’obiettivo di trovare una risposta a questa domanda, circa 30 anni fa sono state avviate ricerche sulla cosiddetta Terapia a Seduta Singola».
Dottoressa Grigis, che cosa s’intende con una terapia a seduta singola?
La Terapia a Seduta Singola è un metodo, cioè un insieme strutturato di manovre e interventi, che ha come obiettivo il benessere della persona; può essere utilizzato da solo, oppure integrato all’interno di un proprio modello di riferimento (che sia psicoterapia o consulenza psicologica) per massimizzare l’efficacia di ogni incontro. Il principio fondamentale della Terapia a Seduta Singola è evidenziare ed enfatizzare le risorse e i punti di forza che la persona già possiede: a volte la soluzione la si conosce già, “basta” solo continuare a metterla in pratica in maniera consapevole. L’approccio della Terapia a Seduta Singola è porre al centro la persona, utilizzando le sue stesse risorse per aiutarla a trovare ciò di cui ha bisogno per superare il momento di difficoltà (Miller, 2014). Nella Terapia a Seduta Singola il terapeuta non intende risolvere il problema o guarire la persona che ha davanti, ma si pone come un facilitatore: l’obiettivo diventerà quindi quello di comprendere al 100% il bisogno, per poi individuare e potenziare le risorse che la persona già possiede, che già ha appreso dalla sua esperienza quotidiana.
Tre assunti di base
I primi studi sulla Terapia a Seduta Singola sono iniziati nel 1986 in California, presso il Kaiser Permanente, una delle più grandi organizzazioni sanitarie degli Stati Uniti. Lì vennero constatati quelli che si rivelarono essere tre assunti di base:
> uno è il numero più frequente di sedute fatte in psicoterapia;
> tra il 20% e il 50% delle persone sceglie di fare una sola seduta;
> fino all’80% di esse riferisce di aver risolto il proprio problema o di stare meglio grazie a quell’unica seduta. F.Cannistrà, www.lostudiodellopsicologo.it
In una società come la nostra in cui tutto è veloce, la terapia a seduta singola potrebbe essere il futuro dell’intervento psicologico?
Certamente sì, anche perché già da ora la domanda di benessere psicologico è legata a “servizi al bisogno”. Questa domanda non viene oggi adeguatamente soddisfatta, poiché quasi tutti i servizi psicologici, psichiatrici o di sostegno alla persona si basano sull’accesso tramite appuntamento, con liste d’attesa anche di mesi.
Quali sono i vantaggi della Terapia a Seduta Singola?
> Meno tempo: è possibile che con una prima e unica seduta la persona percepisca di aver trovato la chiave di risoluzione del suo problema o di aver individuato gli strumenti, le risorse che già possiede da poter ri-mettere in campo per stare meglio.
> Meno denaro: spesso (non sempre) questo unico incontro è sufficiente e non ne servono altri.
> Efficacia.
> Posizione attiva del paziente: volersi migliorare, e scoprire di avere già tutte le carte in regola per provare a farlo, è un’importante presa di consapevolezza che aiuta la persona che chiede sostegno psicologico a vivere in maniera attiva il proprio percorso di cambiamento.
> Accesso immediato: in Italia e all’estero sono nati numerosi servizi di walk-in, ovvero giornate in cui il professionista riceve senza appuntamento.
> Sostegno al bisogno: molte persone riconoscono, in periodi particolari della loro vita o dopo eventi stressanti, di poter beneficiare dell’aiuto di uno psicologo. Vengono però frenati dal fatto che solitamente un percorso di psicoterapia preveda una serie di incontri nel lungo periodo: la Terapia a Seduta Singola permette di ottenere un aiuto valido, efficace e concreto per rispondere a quello specifico bisogno, a quella specifica difficoltà contingente.
> Flessibilità: può essere applicata in diversi contesti (colloquio individuale, di coppia, familiare; azienda, scuola o società sportiva; ambulatorio pubblico o privato; situazioni di emergenza; …) e può essere utilizzata come metodo all’interno di tutti gli approcci di psicoterapia.
In conclusione, credo sia importante sottolineare che la Terapia a Seduta Singola non elimina la possibilità di effettuare un percorso di psicoterapia “classico” in più incontri: ogni persona e ogni difficoltà presentano differenti necessità di approfondimento. Ma certamente è in grado di accogliere e soddisfare le nuove esigenze nel campo della salute mentale e i nuovi bisogni delle persone che cercano un sostegno psicologico: è uno strumento importante, che il professionista può utilizzare per migliorare l’efficacia del proprio intervento.
A cura di Giulia Sammarco
con la collaborazione della dott.ssa Laura Grigis
Psicologa e Psicoterapeuta
A Bergamo e Centro Polispecialistico Zogno