Che sia “ino” però: non più di 40 minuti secondo gli esperti. Siete tra quelli che in vacanza ne approfittano per concedersi la pennichella pomeridiana? Fate bene. Sono molte, infatti, le ricerche scientifiche che suggeriscono i benefici del pisolino per corpo e mente. Attenzione, però, perché sia davvero benefico non deve superare l’ora ed essere fatta nel momento giusto della giornata. «Il sonnellino deve essere collocato nella zona oraria pomeridiana fra le 14 e le 15, nella cosiddetta porta secondaria del sonno. In questo orario vi è una fisiologica propensione al sonno e, in particolare, il sonno Rem tende a presentarsi in modo anticipato rispetto a quanto accade di notte» suggerisce il dottor Giuseppe Plazzi, presidente dell’AIMS, Associazione Italiana di Medicina del Sonno. «Questo rende la pennichella pomeridiana particolarmente riposante, purché sia breve. Il tempo cambia da persona a persona. Mediamente fra i 20 e i 40 minuti e mai più di un’ora. Prolungare troppo la pennichella attiva un meccanismo del sonno che rende intontiti e spesso di cattivo umore anche per ore».

Alcune grandi aziende, come Microsoft, la Nasa  Google, favoriscono tra i loro dipendenti il power nap (riposino rigeneratore) con aree riservate per riposare in tranquillità per qualche decina di minuti e ricaricarsi

1. FA BENE AL CUORE
Il sonno è una sorta di “vacanza cardiovascolare” perché riduce l’attività cardiovascolare in generale e può quindi avere effetti benefici sulla pressione e sull’attività cardiaca nel suo complesso. Un ampio studio di qualche anno fa, condotto su 23.681 persone sane seguite per sei anni, ha dimostrato che coloro che fanno frequenti sonnellini avrebbero il 37% in meno di probabilità di morire di malattia coronarica, mentre chi fa pennichelle saltuariamente avrebbe una riduzione del 12% del rischio di mortalità per patologia coronarica. Un’altra ricerca, condotta dai cardiologi dell’Asklepieion Voula General Hospital di Athene su 386 pazienti di mezza età, invece, ha evidenziato che chi era solito concedersi un pisolino pomeridiano aveva una pressione sanguigna più bassa. «Sebbene William Blake affermi che è meglio pensare al mattino, recitare a mezzogiorno, mangiare la sera e dormire la sera, il sonnellino pomeridiano sembra avere effetti benefici» ha commentato il dottor Kallistratos, uno degli autori della ricerca. «Due influenti Primi Ministri del Regno Unito erano sostenitori del pisolino pomeridiano. Winston Churchill diceva che si dovesse dormire tra pranzo e cena, mentre Margaret Thatcher non voleva essere disturbata intorno alle 15.00. Secondo il nostro studio avevano ragione perché i sonnellini pomeridiani sembrano abbassare i livelli di pressione sanguigna e probabilmente possono anche ridurre il numero di farmaci antiipertensivi assunti».

2. MIGLIORA L’ATTENZIONE E LA CONCENTRAZIONE 
Una ricerca della Nasa su piloti militari e astronauti ha dimostrato che 40 minuti di pennichella migliorano del 34% le prestazioni e addirittura del 100% la prontezza di riflessi

3. AUMENTA LA MEMORIA E L’APPRENDIMENTO
La pennichella permette di riattivare le aree del cervello coinvolte nell’acquisizione dei ricordi al consolidamento dei ricordi, rafforzando così le connessioni neurali che formano la memoria. Una ricerca dalla Saarland University in Germania, condotta su 41 persone, ha dimostrato che chi aveva fatto un breve sonnellino (un’ora circa) era cinque volte più abile a ricordare coppie di parole imparate a caso.

4. RIDUCE LO STRESS
La mancanza di sonno è legata livelli più elevati di cortisolo, il cosiddetto “ormone dello stress”. La pennichella pomeridiana, quindi, può contribuire ad abbassarli.

5. MIGLIORA L’UMORE
A patto che non superi i 40 minuti, il pisolino pomeridiano aiuta a sentirsi meglio non solo fisicamente ma anche psicologicamente. Si sa, infatti, che la mancanza di sonno favorisce l’irritabilità e il cattivo umore a causa dello squilibrio ormonale che ne deriva. E questo vale non solo per i bambini, ma anche per gli adulti. Una pennichella pomeridiana, dopo una notte insonne o di sonno disturbato, aiuta a ristabilire la normale funzione neuroendocrina.

A cura di Elena Buonanno
con la collaborazione del dott. Giuseppe Plazzi
Specialista in Neurologia
Presidente dell’AIMS, Associazione Italiana di Medicina del Sonno