Il Presidente dell’Ordine dei medici bergamaschi lancia l’allarme. Guai a non mettere la mascherina e a non mantenere le distanze di sicurezza.
«Ci aspetta una nuova sfida contro il Covid 19. Una lunga convivenza con il virus fino a quando non arriverà il vaccino. Il futuro prossimo dipenderà soltanto da noi. Bisognerà ancora di più rispettare le regole di sicurezza: indossare le mascherine, mantenere la distanza di almeno un metro tra le persone, il tracciamento. Altrimenti ci troveremo con altri focolai, con tanti contagiati e con il rischio che intere zone possano essere messe in quarantena». A lanciare l’allarme è il dottor Guido Marinoni, Presidente del’ Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bergamo. «Molto dipenderà anche dalla Sanità nazionale e regionale che dovrà decidere in modo mirato e tempestivo e non, purtroppo, come è avvenuto per Nembro ed Alzano, epicentri del dramma che ha vissuto la Bergamasca» aggiunge.
Si guarda così, con preoccupazione, all’autunno che porterà come tutti gli anni febbre, raffreddori, tosse, influenza con sintomi simili a quelli del Coronavirus, che provoca anche disturbi gastroenterici con febbre e diarrea. E i malati si spaventeranno non poco pensando al terribile virus che tante vittime ha fatto in Val Seriana e a Bergamo e che è lontano dall’essere debellato, visti i contagi in tutto mondo. «Siamo tutti preoccupati per l’influenza, che andrà distinta dall’infezione da Coronavirus, ma che, all’inizio, si presenterà con gli stessi sintomi. La vaccinazione è essenziale, ma se le persone indosseranno la mascherina e rispetteranno il distanziamento anche l’influenza circolerà di meno. Certo, nella stagione autunnale ci sono più rischi, ad esempio staremo maggiormente in ambienti chiusi quindi non dobbiamo abbandonare protezione e distanziamento, altrimenti saranno guai. Le criticità sono sempre le stesse» dice il dottor Marinoni. «Tutti i medici di famiglia hanno dato la loro disponibilità a praticare la vaccinazione antinfluenzale. Il 60 per cento praticherà il vaccino nel suo studio, l’altro 40 per cento, non avendo spazi idonei per gestire un così elevato afflusso di persone in pochi giorni, lo farà in strutture messe a disposizione dai Comuni. L’ organizzazione della campagna di vaccinazione, che comincerà a fine ottobre, è in corso di definizione in questi giorni. Si vaccineranno dal medico di famiglia gli ultrasessantacinquenni, probabilmente anche gli ultrasessantenni. Per i pazienti portatori di malattie croniche di età inferiore, i medici hanno proposto di eseguire la vaccinazione nei loro studi, oltre che presso le ASST: le decisioni dell’ATS sono attese a breve. Per i bambini dai 6 mesi ai 6 anni sarà disponibile il vaccino in spray nasale. Bisognerà prenotare e armarsi di pazienza in quanto si devono rispettare tutte le norme di sicurezza. Sarà necessario il distanziamento anche negli spazi di attesa, prima e dopo la vaccinazione».
L’obiettivo è che almeno il 75 per cento degli aventi diritto si sottoponga ai vaccini antinfluenzali, contro il 55 circa per cento degli anni passati. E gli altri? Dovranno rivolgersi alle farmacie e acquistare il medicinale, sperando che non ci siano problemi di approvvigionamento. E chi invece si sveglia una mattina con febbre, tosse e raffreddore o con diarrea febbrile? «Purtroppo i sintomi dell’influenza all’inizio non si distinguono da quelli dell’infezione da Coronavirus» spiega il Presidente dell’Ordine dei medici. «Certo, in alcuni casi la febbre può avere un’altra causa evidente, ma in molti casi non sarà così. Ci si rivolgerà al medico di famiglia o al pediatra che, nel caso, segnaleranno il sospetto all’ATS (Agenzia di tutela della salute), che a sua volta sottoporrà il paziente al tampone. Per le scuole verranno date specifiche indicazioni. Speriamo che il sistema regga, in termini di tempi per fornire le risposte a una richiesta che non sarà certo quella dell’estate. Si spera anche nei nuovi tamponi rapidi, che la Regione dovrebbe validare e fornire».
Il rischio è proprio quello di avere troppi contagiati che creeranno problemi. Anche con la riapertura delle scuole. «Stiamo attenti ai casi, li isoliamo, li tracciamo. Comunque i medici del territorio non dovranno più combattere contro il nemico invisibile a mani nude come nella fase più drammatica della pandemia, quando avevano a disposizione scarse protezioni o addirittura nulla. La soluzione nella maggior parte dei casi è stata individuale. Hanno cercato di proteggersi e di proteggere i pazienti rischiando la vita. Ricordo che 30 medici bergamaschi, di cui 6 medici di famiglia, sono stati colpiti letalmente dal morbo. Su circa 600 medici di famiglia 150 si sono contagiati. Un altro problema è rappresentato dalla carenza di medici di famiglia. Nel primo semestre del 2020, 50 si sono pensionati e si stima che se ne andranno altrettanti per fine anno. Sarà difficile sostituirli tutti con colleghi aventi i requisiti di specializzazione necessari, cioè il corso di formazione specifica in medicina generale. Un errore clamoroso di programmazione ha fatto sì che i posti, al corso triennale postlaurea, non fossero adeguati alle necessità (sono stati aumentati solo dal 2018): l’alternativa sarà inserire medici precari, comunque difficili da trovare o aumentare il carico di assistiti ai colleghi in servizio, ma, in quel caso, servirebbe il supporto di infermieri e impiegati amministrativi, ad oggi presenti in misura del tutto insufficiente».
Altre proposte l’Ordine dei Medici le ha fatte da tempo, chiedendo la vaccinazione antinfluenzale già dai primi giorni di ottobre, l’ottimizzazione del sistema informatico per segnalare i casi e richiedere i tamponi, il potenziamento del dipartimento di igiene e prevenzione sanitaria (DIPS) per l’isolamento e il tracciamento dei casi, lo stoccaggio di dispositivi di prevenzione individuali per ogni futura emergenza“.
A cura di lucio Buonanno
con la collaborazione del Dott. Guido Marinoni
Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Bergamo