La scelta migliore è sempre quella di portare il cane con sé anche durante le vacanze: sono sempre di più gli alberghi e le strutture turistiche che accolgono i nostri amici a quattro zampe, così come le spiagge. Se però proprio non è possibile portarlo con noi e non ci sono amici e parenti che possano prendersene cura, prima di lasciarlo in pensione è importante fare in modo che possa essere una soluzione davvero “su misura” per lui. «Quando dobbiamo allontanaci da casa per un tempo prolungato e siamo costretti a lasciare il nostro cane presso una struttura è importante ricordare che per lui andare in pensione è un momento di stress poiché c’è un distacco dalla famiglia, viene alterata la sua routine e le sue abitudini quotidiane». Chi parla è Patrizia Milesi, istruttore cinofilo. Ci siamo rivolti a lei, ora che le vacanze sono entrate nel vivo, per avere qualche consiglio e suggerimento per far sì che la permanenza in pensione per il nostro amico a quattro zampe risulti la meno traumatica e la più serena possibile.
Al momento dei saluti, è importante mantenere il più possibile un atteggiamento calmo. I cani sentono le nostre emozioni e cercare di essere sereni li farà stare sicuramente meglio. Utile per tranquillizzarli è anche lasciargli qualcosa di nostro, come una maglietta con il nostro odore.
Quali accorgimenti si possono adottare per limitare lo stress dovuto alla separazione dalla famiglia?
Innanzitutto è importante scegliere una struttura che dedichi tempo e attenzioni al nostro cane. Fondamentale poi è poter visionare il luogo e capire come vengono trattati i cani, sia di giorno e sia di notte: vedere dove alloggiano, la pulizia, le attenzioni, come sono gestiti i momenti di libertà, quanto tempo viene loro dedicato in una giornata, se hanno un veterinario di riferimento. Un altro elemento importante nella scelta, è l’interesse che gestori della pensione dimostrano nei confronti del nostro cane, raccogliendo informazioni sulle sue abitudini, informandosi se presentano atteggiamenti particolari da tenere in considerazione per una gestione in sicurezza (paure, aggressività, tentativi di fuga, fatica a essere toccato da estranei, tendenza a rompere, masticare, ingoiare cose...), se ci sono particolari patologie e/o trattamenti farmacologici in corso. Insomma è importante che ci sia una raccolta di informazioni accurata e desiderio di conoscere un po’ il nostro amico. Il proprietario, da parte sua, deve fornire indicazioni corrette e approfondite sull’animale, senza trascurare alcun dettaglio del suo “stile di vita” e delle sue condizioni di salute. È poi importante che il cane possa visionare ed esplorare il posto in nostra presenza per poi poter procedere con un inserimento graduale, stabilito insieme all’esperto, così che la sua permanenza in nostra assenza possa essere il meno traumatica possibile. Questa progressività aiuta il nostro amico a quattro zampe a convincersi che non lo stiamo abbandonando e ad abituarlo al personale della pensione.
È utile “ricreare” nel nuovo ambiente il “suo” mondo?
Assolutamente sì, è fondamentale. Il nostro animale dovrà avere all’interno del suo spazio le cose sue, come la sua cuccia, la sua copertina o il suo cuscinone, eventuali suoi giochi e la sua pettorina o collare con guinzaglio. Questo gli consentirà di avere dei riferimenti visivi e olfattivi a lui conosciuti che gli possano dare certezza. Buona norma è anche quella di non variare le abitudini alimentari così da evitare inutili mal di pancia e diarrea in un momento per lui già di per sé denso di emozioni. Il “suo” cibo, inoltre, contribuirà a farlo sentire “più a casa”.
A cura di Giulia Sammarco
con la collaborazione di Patrizia Milesi
Istruttore Cinofilo Responsabile Tecnico/Operativo del campo pratica Capiamo-Ci di Cavernago