«Il defribrillatore non è un elettrodomestico, ma un dispositivo elettromedicale che rileva, ed eventualmente riconosce, le alterazioni del ritmo cardiaco, ed eroga, se necessario e possibile, una scarica elettrica al cuore, definita defibrillazione, per ristabilirne la normale attività elettrica, attraverso l’intervento di un generatore di impulsi. Ne esistono due tipologie, il monitor-defibrillatore utilizzato in ambito ospedaliero e nel soccorso e il DAE (acronimo Defibrillatore Automatico Esterno) utilizzato in tutti gli ambienti extra ospedalieri per enti-luoghi pubblici e privati. I DAE possono essere semiautomatici o automatici, la differenza sta che nel primo sarà l’operatore a premere il pulsante per erogare la scarica elettrica, mentre nel secondo è il DAE che eroga autonomamente la scarica elettrica». Spiega Federico Pelicioli di Tecno System. Approfondiamo allora come si usa questo strumento salva-vita, sempre più diffuso anche nella quotidianità di ognuno di noi.

> Come si alimenta?
Ha una propria batteria che gli permette di restare in stand by da 2 a 5 anni in funzione del modello di Dae che si ha in dotazione.
> Come si accende?
Semplicemente premendo un tasto ben visibile che lo attiva.
> Quando si accende cosa succede?
Una volta acceso una voce registrata nel DAE ci guida passo passo dicendo quello che dobbiamo fare.
> Come si collega al paziente?
Ogni DAE ha in dotazione e già pre-collegati degli elettrodi della grandezza di due cartoline sui cui sono rappresentate graficamente le indicazione di applicazione al torso nudo del paziente.
> Gli elettrodi hanno una scadenza?
Sì, come la batteria. In funzione del modello possono avere una scadenza dai due ai quattro anni.
> Cosa succede quando gli elettrodi sono collegati al paziente?
Non appena gli elettrodi sono collegati al torso il DAE inizia ad analizzare il paziente e se lo ritiene opportuno mette in carica il proprio circuito per poi dare indicazione al soccorritore di premere il tasto di scarica oppure, se il DAE è nella versione automatica, scarica autonomamente.
> Cosa succede dopo la scarica?
Se paziente si riprendere e letteralmente riprende coscienza si pone in posizione di sicurezza e si attende l’arrivo dei soccorsi (gli elettrodi verranno scollegati solo dal gli operatori sanitari del servizio 112). Altrimenti se la scarica non ha dato nessun esito, il DAE ci guiderà nello svolgimento delle compressioni toraciche per un tempo di 2 minuti e analizzerà nuovamente il paziente.
> Cosa succede quando il DAE è stato utilizzato?
Certamente non si butta, ma vengono installati dei nuovi elettrodi e se in base alla modello di Dae anche una nuova batteria.
> Come faccio a sapere se il DAE è funzionante?
Solitamente i Dae hanno un indicatore di colore verde se il DAE funziona correttamente mentre in caso contrario inizierà a emettere un segnalazione acustica e l’indicazione verde cambia (da verde a rossa oppure si può spegnere o ancora cambiare la frequenza del lampeggio).
> Perché un DAE va in allarme?
Sempre in funzione del modello il DAE esegue degli autotest periodici che verificano la propria circuiteria, lo stato della batteria e in alcuni modelli anche lo stato degli elettrodi. 

Per elettromedicale si intende un apparecchio elettrico, munito di non più di una connessione ad una particolare rete di alimentazione destinato alla diagnosi, al trattamento o alla sorveglianza del paziente sotto la supervisione di un medico, e che entra in contatto fisico o elettrico col paziente e/o trasferisce energia verso il paziente e/o rivela un determinato trasferimento d’energia verso il paziente.

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