È un esame diagnostico, complementare alla mammografia e all’ecografia mammaria, che permette di identificare in modo estremamente accurato anche noduli molto piccoli, spesso non rilevabili con le metodiche tradizionali. Indicato solo in casi selezionati, la Risonanza Magnetica Mammaria (RMM), grazie all’elevata qualità dell’immagine, rappresenta un’arma preziosa nella lotta contro il tumore al seno e per la diagnosi precoce in donne con requisiti ben precisi e/o particolarmente a rischio. Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Valentina Cama e la dottoressa Svetlana Telyatnikova, radiologhe.

Di che tipo di esame si tratta dottoressa Telyatnikova?

Come tutte le Risonanze Magnetiche, la Risonanza della mammella è una tecnica diagnostica che fornisce immagini sfruttando i campi magnetici. Nel caso della Risonanza mammaria si utilizza in genere un macchinario ad alto campo magnetico, dalla forma cilindrica, con all’interno un lettino con apposite cavità a forma di coppa dove vengono posizionati i seni.

In quali casi in particolare è indicato questo esame?

La Risonanza Magnetica della mammella è una metodica di secondo livello che viene utilizzata secondo precise indicazioni definite dalla letteratura medico scientifica internazionale.
> Per il monitoraggio di donne con un rischio familiare elevato di sviluppare tumore al seno, unito alla presenza di mutazioni specifiche dei geni BRCA1 e BRCA2.
> Per approfondire dubbi evidenziati dall’esame mammografico o ecografico.
> Prima dell’intervento chirurgico per la stadiazione locale del tumore e per valutare l’eventuale esistenza di ulteriori focolai di neoplasia non visibili agli esami convenzionali (mammografia ed ecografia).
> Nelle pazienti, già operate per carcinoma mammario, nelle quali ci siano dubbi tra una recidiva del tumore o una cicatrice chirurgica derivante da uno o più interventi chirurgici precedenti.
In tutti questi casi l’esame viene seguito con l’utilizzo del mezzo di contrasto. Senza mezzo di contrasto, invece, la Risonanza Magnetica della mammella viene utilizzata per la valutazione dell’integrità delle protesi mammarie estetiche o ricostruttive (dopo interventi oncologici) e di eventuali complicanze.

Come si svolge l’esame dottoressa Cama?

Dopo aver depositato gli oggetti personali in particolare quelli sensibili al campo magnetico (orologi, carte di credito etc.), l’infermiera prepara l’accesso venoso inserendo un ago cannula in una vena del braccio della donna, attraverso il quale nel corso dell’esame sarà somministrato il mezzo di contrasto. Successivamente la donna, a torace scoperto, viene posizionata dal tecnico sul lettino in posizione prona con i seni all’interno delle apposite cavità.

Quanto dura?

L’esame, indolore, dura circa 20-25 minuti.

È necessario seguire una preparazione prima dell’indagine?

Nel caso di esame effettuato con mezzo di contrasto, bisogna essere a digiuno da sei ore e presentarsi con l’esame della creatinina. Non essendo utilizzate radiazioni ionizzanti, la donna può svolgere qualsiasi attività subito prima l’esecuzione dell’esame e subito dopo può stare a contatto con i bambini e le persone fragili.

Ci sono controindicazioni?

Le controindicazioni sono le stesse di qualsiasi esame di risonanza magnetica. Non può essere effettuato in presenza di pacemaker o protesi metallica. 

Acura di Maria Castellano
con la collaborazione della dott.ssa Valentina Cama
Specialista in Radiologia
Presso Policlinico San Marco di Zingonia
e della dott.ssa Svetlana Telyatnikova
Specialista in Radiologia
Presso Policlinico San Marco di Zingonia