Negli ultimi anni l’arrivo sul mercato della bicicletta elettrica, ovvero della bici con pedalata assistita o e-bike, ha diviso appassionati e addetti ai lavori sul suo utilizzo, sia in termini di prestazioni che di sicurezza. Senza entrare nel merito della diatriba tra puristi e non, abbiamo chiesto qualche informazione tecnica al dottor Massimo De Nardi, laureato in Scienze motorie, e Silvia Allemano, chinesiologa sportiva e personal trainer.

Non si parla di bici elettrica solo tra amici e appassionati…

Proprio così. L’anno 2022 ha fatto registrare il picco di articoli scientifici pubblicati proprio su questo argomento. Tra gli aspetti più studiati ci sono l’allenamento con e-bike in persone con diabete mellito di tipo 2, persone colpite da tumore al seno, paraplegiche, che sono sopravvissute a un infarto e, infine, in sovrappeso o con obesità. Si intuisce quindi come il dibattito se la bici con pedalata assistita possa essere una valida alternativa alla bici muscolare debba essere affrontato anche da professionisti quali medico di base, fisiatra, ortopedico, chinesiologo, fisioterapista e da tutte quelle figure professionali che mirano a promuovere l’attività fisica quale strumento di prevenzione e di miglioramento dello stato di salute della persona.

Quindi non si tratta solo di una preferenza personale.

Che si tratti di persone con patologie, sedentari o neofiti, l’utilizzo della bici con pedalata assistita va preso sicuramente in considerazione, se non addirittura consigliato.

La ricerca scientifica ha fornito risultati interessanti?

Secondo un gruppo di ricercatori francesi dell’Istituto di Scienze del Movimento di Marsiglia riducendo la sensazione di fatica, pur mantenendo comunque un dispendio energetico sufficientemente elevato, l’e-bike ha un grande potenziale per promuovere l’attività fisica nelle società industrializzate come la nostra. Un altro studio, pubblicato sull’International Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity nel 2017, invece, ha osservato che le persone che passano, per il tragitto casa-lavoro, dall’auto alla bici elettrica mostrano nel tempo gli stessi miglioramenti a livello cardiovascolare rispetto a coloro che utilizzano la bici tradizionale. Inoltre, essendo le bici elettriche tendenzialmente più pesanti di quelle tradizionali, il loro utilizzo porta a un adattamento della forza muscolare ancora più rapido. In sostanza, possiamo tranquillamente affermare che, a livello condizionale, cioè dell’energia consumata per lo sforzo fisico, le e-bike hanno ben poco da invidiare alle bici muscolari. Bisogna però ricordare che la letteratura scientifica ha posto l’attenzione anche sul fattore sicurezza.

In che senso?

Anche tra i ricercatori ci si interroga se questa tipologia di bici sia sicura per la popolazione generale. Infatti l’e-bike è solitamente più pesante di una bici tradizionale e un non atleta può raggiungere velocità più alte rispetto al solito, con un maggior rischio di incorrere in incidenti stradali. Uno dei pericoli principali, in questo caso, è quello relativo al trauma cranico. Un recente studio cinese, pubblicato sulla rivista internazionale Traffic Injury Prevention, consiglia di effettuare campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza e sui regolamenti stradali, in modo da aumentare l’attenzione e la consapevolezza dei ciclisti, chiedendo inoltre alle varie autorità competenti di implementare una nuova regolamentazione per quanto riguarda i caschi.

Efficacia con uno sguardo alla sicurezza, quindi…

Sulla base di quanto emerso dalle ricerche degli ultimissimi anni auspichiamo che l’utilizzo della bici elettrica venga sempre più promosso dai professionisti della salute a tutte quelle categorie di persone che hanno la necessità di muoversi ma che allo stesso tempo, senza un ausilio come quello della pedalata assistita, lo farebbero con molta più difficoltà. Allo stesso tempo sarebbe opportuno che, quantomeno a livello locale, le autorità coinvolte in progetti di mobilità sostenibile, promozione dell’attività fisica e di sicurezza stradale, iniziassero a strutturare dei progetti comuni per regolamentare l’utilizzo di questa tecnologia. 

A cura di Claudio Gualdi
con la collaborazione del dott. Massimo De Nardi
Dottore in Scienze motorie
e di Silvia Allemano
Chinesiologa sportiva e personal trainer
Krioplanet Treviglio