Come gestire in modo equilibrato le relazioni tra pari dei nostri figli, ma anche il loro rapporto con gli adulti.

La costruzione delle prime relazioni

Fin dalla più tenera età e lungo il loro sviluppo, i bambini stabiliscono diversi tipi di relazione, con partner differenti: mamma, papà, nonni, fratelli, coetanei, insegnanti e così via. Quando parliamo di relazione, ciò che possiamo osservare sono delle prime interazioni, intese come il comportamento di individui che partecipano insieme a delle attività. Questo però non basta, poiché le interazioni non sono sufficienti a costituire una relazione in quanto devono sussistere altre caratteristiche importanti, tra cui fedeltà e coinvolgimento. La prima forma di relazione, solitamente, avviene con la madre per poi allargarsi ai componenti della cerchia familiare ed extra familiare. Per differenziare il rapporto con gli adulti da quello con i coetanei, abitualmente si fa riferimento alla struttura verticale e orizzontale: la relazione verticale con gli adulti è caratterizzata dalla cura e dalla protezione, mentre quella orizzontale è caratterizzata dalla reciprocità, luogo di negoziazione, conflitto e cooperazione. Per costruire delle relazioni – e quindi diventare competente sul piano sociale – il bambino deve, oltre che adottare un’efficace strategia comunicativa, essere in grado di comprendere gli altri; deve quindi tenere conto che, come se stesso, anche le altre persone sono dotate di pensieri, emozioni, intenzioni, valori sociali. Non è chiaro se la coscienza di sé appaia prima o dopo di quella degli altri ma, ciò che è stato osservato è che la comprensione sociale subisce un’importante svolta nel momento in cui il bambino sviluppa la distinzione tra sé e gli altri.

Lungo la strada dell’amicizia

Bianca ha due anni e si trova al parco con la mamma. Poco lontano, Riccardo scende dallo scivolo e risale immediatamente la scaletta. Bianca e Riccardo si conoscono poco. Dopo qualche insicurezza e i sorrisi di Riccardo, anche Bianca decide di fare qualche scivolata e giocare insieme fino al tardo pomeriggio. Quella tra Bianca e Riccardo non è possibile definirla una relazione di amicizia, ma sicuramente potrebbe essere un buon terreno per coltivarla. 
I bambini, fin da piccolissimi, mostrano la volontà di interagire con gli altri, mettendo in moto tutte le loro abilità comunicative. Il grande passo dalla comunicazione non verbale a quella verbale aiuta i piccoli a esprimere desideri e aspettative. Già dai 2/3 anni, infatti, i bambini si mostrano attratti dai
loro coetanei nonostante, a volte, sia per loro faticoso lasciare “la base sicura” per lanciarsi in una nuova avventura. In questa fase, i bambini possono scegliere se rivolgersi agli adulti o ai coetanei, cominciando a interagire con questi ultimi in modo sempre più frequente. È chiaro che l’importanza dell’adulto riveste un ruolo fondamentale lungo il percorso di crescita del bambino anche se, nel tempo, potrebbe decrescere, come accade durante il periodo adolescenziale quando i coetanei diventano sostegno affettivo di pari importanza. Nel periodo prescolare prendono invece piede le attività di gruppo: generalmente, nei gruppi di pari si vanno via via strutturando insiemi di regole, di interazione e di significati condivisi informalmente. Spesso si evidenziano altresì suddivisioni spontanee in base alle differenze di genere, con fenomeni di inclusione ed esclusione piuttosto rigidi. È durante l’infanzia che si osservano relazioni sempre più selettive sulla base dell’affinità, della comunanza di interessi e di attività. Le relazioni con i coetanei durante questo periodo andranno a mettere le basi per quelle che nasceranno nella fase della preadolescenza e dell’adolescenza, periodo in cui esse assumono uno specifico valore come stimolo al confronto e come fonte di sostegno e supporto all’autostima.

Quando parlare di amicizia

Alcuni studi hanno messo in evidenza che intorno ai 2/3 anni i bambini manifestano simpatie e antipatie verso gli altri, svolgono attività comuni e sono capaci di instaurare un rapporto selettivo stabile. Crescendo, poi, iniziano a distinguere più nettamente all’interno del gruppo gli amici dai compagni. Già in età prescolare i bambini sono inoltre in grado di mettere in atto strategie di risoluzione dei conflitti adottando compromessi e riconciliazioni, dimostrando come l’amicizia rappresenti una forte spinta alla collaborazione.

Il ruolo dei caregiver

In quale modo chi si prende cura del bambino potrebbe favorire l’instaurarsi di relazioni amicali? Sicuramente potrebbe risultare utile favorire momenti di socialità, ma “a misura” di bambino: le relazioni, in particolare quelle amicali, non nascono e prendono vita se qualcuno ci obbliga a farlo. E’ inoltre importante lasciare che i bambini gestiscano da soli il rapporto con i pari e che gli adulti intervengano il meno possibile, osservando “da lontano” i loro cuccioli.

A cura di Ivana Galessi
con la collaborazione della Dr.ssa Giulietta Parolo
Psicopedagogista, DSA Homework Tutor 
Centro L’Alveare, Zogno (Bg)