Posizioni del corpo scomode o faticose, il lavoro al computer e lo scarso movimento sono i principali fattori che concorrono all’insorgere di disturbi muscolo-scheletrici.

Nel 2019, l’Health and Safety Executive del Regno Unito ha pubblicato un rapporto sulla salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Tale rapporto ha evidenziato che, tra il 2018 e il 2019, il 40% di tutti i disturbi muscolo-scheletrici segnalati erano legati alla colonna vertebrale. Sebbene non siano stati suddivisi in specifici tipi di problemi alla schiena, è chiaro che esiste un legame tra ergonomia sul lavoro e mal di schiena. Le cause suggerite per l’alto tasso di incidenza includono posizioni del corpo scomode o faticose, il lavoro alla tastiera del computer (seduti alla scrivania), le azioni ripetitive e la scarsa gestione della movimentazione manuale. Uno studio recente ha scoperto che restare seduti per periodi prolungati (ad esempio 4 ore) può ridurre significativamente l’altezza del disco intervertebrale L4-5. Tuttavia, la maggior parte dei partecipanti erano donne, e studi precedenti hanno mostrato che uomini e donne rispondono diversamente alla flessione lombare statica. Pertanto, i risultati potrebbero non essere generalizzabili a tutta la popolazione. 

Partendo da queste premesse, qual è la forma più diffusa di mal di schiena? E perché?

Sicuramente la lombalgia professionale è una delle forme più diffuse di mal di schiena e molto spesso è causata da fattori come il sollevamento di carichi, o la scarsa gestione della movimentazione manuale. Le principali cause del mal di schiena legate alla postura seduta includono una seduta troppo prolungata, l’aumento dell’attivazione dei muscoli spinali a causa di specifiche posture di seduta e la mancanza di variazione del movimento.

Quanto questi fattori influenzano il mal di schiena?

Proteggere la schiena quando si è seduti ha un aspetto multifattoriale. Come detto poco fa, fattori come l’ambiente di lavoro, il tempo trascorso seduti e la postura influenzano il mal di schiena (abbreviato in MDS).

L’ambiente lavorativo

Uno studio ha dimostrato che adeguare l’ambiente lavorativo è importante per prevenire la lombalgia: questo include, tra le altre cose, assicurarsi che i monitor siano all’altezza degli occhi, che le tastiere siano vicine e che la sedia sia all’altezza corretta.

Il tempo trascorso seduti

Prove recenti hanno dimostrato che il tempo di seduta è positivamente associato all’intensità dei disturbi muscolo-scheletrici (DMS). Uno studio su 201 lavoratori impiegati ha rilevato che coloro che sedevano più a lungo durante il giorno avevano una maggiore prevalenza di lombalgia. Tuttavia, questo studio era di tipo trasversale, quindi non può stabilire una relazione causale, ma solo associazioni. Un altro studio consiglia di muoversi ogni 20 minuti per ri-
durre la probabilità di mal di schiena causata dalla seduta prolungata.

Postura anomala e prolungata

Ulteriori studi hanno scoperto che sedersi per più di metà giornata lavorativa e in una “postura anomala” aumenta significativamen-
te la probabilità di mal di schiena. Un altro studio ha rilevato che le persone che si sono sedute in una posizione flessibile e rilassata per lunghi periodi hanno sperimentato più mal di schiena rispetto a chi non lo ha fatto. Un recente studio condotto su un ampio campione di persone ha fornito risultati interessanti. Lo studio ha coinvolto 1500 impiegati senza una storia di dolore al collo o alla schiena nei 6 mesi precedenti, ma a rischio di dolore non specifico al collo o alla schiena. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: controllo, cambiamento posturale e pause attive. Il gruppo di controllo ha mantenuto la routine abituale, il gruppo di cambiamento posturale doveva frequentemente cambiare postura da 20 a 60 volte in un’ora,
e il gruppo delle pause attive doveva fare fino a 30 pause giornaliere da 30 secondi a 15 minuti.

Cos’hanno rivelato i dati raccolti?

I dati raccolti durante i 6 mesi di follow-up hanno indicato che il 17% sia del gruppo di pausa attiva, sia del gruppo di cambiamento posturale ha riportato dolore cervicale, rispetto al 44% del gruppo di controllo (2,5 volte in meno). Per la lombalgia, il 9% del gruppo di pausa attiva e il 7% del gruppo di cambiamento posturale hanno riportato dolore, rispetto al 33% del gruppo di controllo (4-5 volte circa in meno).

Da questi studi, possiamo dire qual è la postura seduta ideale?

Purtroppo, non esiste una risposta univoca su quale sia la “migliore postura seduta”. In una battuta si potrebbe sostenere che “la miglior postura è quella successiva”, cioè cambiare spesso posizione ed intervallare alzandosi. Quindi è importante assicurarsi che l’ambiente sia adeguato e ricordarsi che la miglior postura resta il movimento. 

A cura di Ivana Galessi
con la collaborazione del Dott. Massimiliano Sbergia
Fisioterapista perfezionato in terapia manuale
Clinica San Francesco, Bergamo (BG)