Bagnarsi con gradualità aspettando la fine della digestione, evitare sforzi fisici dopo pranzo, stare leggeri a tavola: i consigli per evitare problemi molto seri.

Mal di stomaco e crampi addominali, sensazione di debolezza ai muscoli, nausea, giramenti di testa e malessere generale. Sono questi i sintomi più comuni della congestione gastro-intestinale, un disturbo che può insorgere se si fa il bagno - in mare o in piscina - mentre stomaco e intestino sono impegnati nella digestione e che, nei casi più gravi, può causare la perdita di forze e lo svenimento, esponendo quindi la persona al rischio di annegamento.

Occhio agli shock termici

Con il termine “congestione” si intende un blocco improvviso della fase digestiva. In genere, questa disfunzione è causata dallo shock termico provocato dal brusco impatto dell’organismo con temperature più basse di quelle ambientali nelle ore dopo il pranzo, dall’assunzione di bevande ghiacciate o da sforzi fisici eccessivi durante la digestione. L’esempio più comune è il classico bagno in mare (dopo ore e ore al sole) con acqua a temperatura decisamente più bassa di quella esterna (non deve essere necessariamente gelata, basta che sia sotto i 20 gradi).

Se muscoli e stomaco “chiedono” sangue contemporaneamente

Durante la fase digestiva si ha un apporto notevole di sangue, e quindi di ossigeno, allo stomaco e all’intestino: il motivo per cui si instaura la cosiddetta “congestione” è proprio la diminuzione improvvisa di apporto di sangue all’apparato digerente. Lo shock termico provocato dall’immersione in acqua fredda, infatti, provoca una repentina ridistribuzione del sangue poiché il corpo, per contrastare la dispersione del calore, reagisce mediante un maggior apporto di sangue al cervello e alle sedi periferiche. I vasi sanguigni della pelle si restringono, i muscoli si raffreddano e, come reazione di difesa, cominciano a richiamare più sangue. Anche l’apparato digestivo, però, necessita di più sangue per portare avanti la digestione ed evitare un raffreddamento che la comprometterebbe. Il problema è che per il nostro organismo “spostare” due masse di sangue così importanti nello stesso momento diventa troppo impegnativo e così si crea uno squilibrio nella distribuzione del sangue, con la conseguenza che non ne arriva a sufficienza né ai muscoli né allo stomaco; i muscoli si indeboliscono (motivo per il quale si può annegare), mentre la digestione tende a rallentare fino a bloccarsi. I sintomi che si possono instaurare sono: dolori di stomaco, nausea, vomito, vertigini, pallore, sudorazione fredda, debolezza e infine svenimento, condizione che può esporre al rischio di annegamento. Nei casi più gravi, soprattutto in soggetti anziani con patologie concomitanti, anche se molto raramente, si può arrivare fino al collasso cardiocircolatorio.

Le regole per bagni tranquilli

Per prevenire i rischi, è bene seguire alcune semplici regole dettate dal buon senso. Innanzitutto, ovviamente, non fare il bagno nella fase digestiva in acque fredde (se la temperatura dell’acqua è elevata il problema non si pone). Ma quante ore bisogna aspettare prima di poter fare il bagno? Non esiste una regola fissa. Dipende da diversi fattori. Se si è mangiato leggero, ad esempio un tramezzino o una fonte di zuccheri o carboidrati, basta un’ora, un’ora e mezza; se però si è consumato un pasto abbondante e ricco di grassi e alcolici bisogna aspettare le “classiche” 3 ore. Lo stesso vale se si è in età avanzata con patologie gastrointestinali o cardiovascolari. E’ importante evitare di bere bevande fredde o ghiacciate e non fare sforzi fisici eccessivi a stomaco pieno, come lunghe nuotate. Tra le precauzioni per prevenire brutte sorprese c’è l’entrare in acqua gradualmente. L’ideale è bagnarsi inizialmente solo fino all’altezza dell’ombelico e aspettare qualche minuto, cominciando a inumidirsi anche la pancia. Anche chi resta in città può andare incontro a congestione o blocchi della digestione, provocati ad esempio da bevande troppo fredde o dal passaggio, dopo aver mangiato abbondantemente, da un luogo caldo a uno freddo (ad esempio un centro commerciale climatizzato o un locale con aria condizionata forte). In quest’ultimo caso, è opportuno coprirsi bene, soprattutto la pancia.

Nel dubbio, meglio chiamare i soccorsi

In caso si avvertano sintomi sospetti che possano far pensare a una congestione o si veda qualcuno che non sta bene, bisogna uscire o far uscire immediatamente la persona dall’acqua e sdraiarla o farla adagiare in terra con le gambe sollevate per alcuni minuti, una posizione che riattiva la circolazione sanguigna e favorisce un più veloce afflusso di sangue al cervello, cercando di far riscaldare il corpo. In ogni caso, però, visto che non è così semplice e immediato capire se si tratti davvero di congestione, la cosa fondamentale è chiamare subito i soccorsi. La terapia verrà indicata dal soccorritore medico o paramedico al primo approccio. 

A cura del Dott. Nicola Gaffuri
specialista in Gastroenterologia
Responsabile Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
Humanitas Gavazzeni Bergamo