Stare a contatto con il verde accelera la guarigione e permette di rimediare al “deficit da mancanza di natura”.

Tra le mura di ospedali, centri di riabilitazione, carceri e residenze per anziani fiorisce una nuova frontiera della medicina: i giardini terapeutici. Oasi di benessere dove il potere benefico della natura si intreccia con l’arte della cura. Non parliamo di semplici giardini ornamentali, ma di veri e propri spazi progettati per promuovere il benessere psico-fisico di persone con diverse esigenze e per curare specifiche patologie. Negli Stati Uniti è già riconosciuta la figura medica dell’ortoterapista. In Italia ancora no, ma si cominciano a progettare giardini di cura.

Quali sono i benefici

Negli anni ‘80 del secolo scorso il concetto di medicina ambientale prende piede grazie agli studi del dottor Roger Ulrich. Ulrich dimostrò come la presenza di elementi naturali all’interno degli ospedali accelerasse la guarigione dei pazienti, riducendo il dolore e l’ansia. Da allora, la ricerca non ha fatto che confermare i numerosi benefici dei giardini terapeutici. Tra gli innumerevoli benefici dei giardini terapeutici, la riduzione dello stress e dell’ansia: immergersi nel verde aiuta a diminuire i livelli di cortisolo nel sangue, l’ormone dello stress, e a favorire il rilassamento. Un altro effetto è il miglioramento dell’umore e del sonno: il contatto con la natura aumenta la produzione di serotonina, il neurotrasmettitore del benessere, e favorisce un sonno più ristoratore. Stare all’aria aperta e respirare aria pulita, inoltre, aiuta a rafforzare le difese immunitarie dell’organismo. Alcuni studi dimostrano che i pazienti che trascorrono del tempo in un giardino terapeutico guariscono più velocemente e con minori complicazioni. Lungi dall’essere riservati solo ai malati, i giardini terapeutici sono luoghi aperti a tutti. Per medici e infermieri, i giardini terapeutici aiutano a diminuire problemi di ‘Burn out’.

Gli “ingredienti” dei giardini terapeutici

Tra gli elementi caratteristici dei giardini terapeutici:
> accessibilità: i giardini sono progettati per essere fruibili anche da persone con mobilità ridotta, con percorsi privi di barriere architettoniche e aree dedicate alle carrozzine;
> percorsi sensoriali: pensati per ipovedenti e non vedenti, permettono di esplorare il giardino attraverso il tatto e l’olfatto;
> utilizzo di vegetazione dal portamento naturale: aiuole morbide, curvilinee, accoglienti;
> biodiversità e varietà: una mangiatoia per gli uccellini, le piante per le farfalle (come le Buddleje) servono per incoraggiare la biofilia e per stimolare l’attenzione;
> colori e profumi: i colori (preferibilmente dai toni pastello in gradazione) e i profumi (come quelli di lavande, rose, salvie ornamentali, ma anche aromi pungenti stimolano i sensi;
> aree di quiete: con molte sedute, con aree all’ombra che offrono un rifugio tranquillo;
> l’acqua è un elemento fondamentale: cambia la percezione dello spazio e le sensazioni;
> orti coltivabili: ideali per favorire l’attività fisica, la socializzazione e il contatto con la natura.

Il disordine da mancanza di natura

Gli healing gardens servono anche a compensare la nostra mancanza di contatto con la natura. Oggi le persone, soprattutto i bambini, trascorrono poco tempo all’aria aperta rispetto al passato. Il Disturbo da Deficit di Natura (NDD), sebbene non sia ufficialmente riconosciuto come diagnosi medica, descrive una serie di conseguenze negative sulla salute mentale, fisica e sociale che derivano da una scarsa connessione con il mondo naturale: difficoltà cognitive, con deficit di attenzione, iperattività, problemi di apprendimento e memoria; problemi di salute mentale, come stress, ansia, depressione, disturbi dell’umore; problemi fisici: obesità, malattie cardiovascolari, diabete, disturbi del sonno; sviluppo sociale limitato: difficoltà relazionali, empatia ridotta, apatia.

È importante sottolineare che il NDD non è una diagnosi medica formale. Tuttavia, la crescente mole di prove scientifiche dimostra che la connessione con la natura è fondamentale per la salute. Per rimediare a questa carenza, le Prescrizioni Verdi (PV) sono trattamenti che mirano a mettere l’individuo a contatto con la Natura per migliorare il suo stato di salute. Sono radicate in molti Paesi, ma sono una realtà nuova per l’Italia. Le PV sono progettate per coadiuvare la cura delle malattie croniche come, ad esempio, diabete, obesità, ipertensione, depressione, asma, tutte patologie che condividono quale precursore l’infiammazione cronica sistemica (SCI) di basso grado causata da fattori sociali, ambientali e stile di vita. Nel comune di Sorbolo (PR) è stato creato il progetto “Sorbolo in Salute”, con percorsi studiati ad hoc per le prescrizioni verdi. Nella prima prescrizione emessa in Italia dal SSN, il 30 marzo 2024, si “richiede un ciclo di attività fisica in natura”. 

Lucia Nusiner
Paesaggista, Dottore Agronomo specializzato in healing gardens
Studio GPT (Bergamo)