Un viaggio spirituale per la crescita personalee l’instaurazione di una relazione autentica.

L’innamoramento, oltre ad essere un espediente della natura per far avvicinare due persone affinché procreino, è anche un’iniziazione spirituale per fornirci quella nuova preziosissima possibilità di tornare innocenti e felici, rivivendo l’Eden perduto, per poi ricadere nuovamente dal paradiso delle illusioni, così da poter risvegliare in noi “l’archetipo dell’orfano” che chiede salvezza, offrendoci la preziosa opportunità di riaprire e curare le nostre antiche ferite interiori. A patto, però, che si accolga con consapevole e amorevole fiducia quel potere di morte e rinascita a nuova vita, mantenendo salda la fede nella manifestazione di un “nuovo Se’”, che in potenza è già dentro in noi pronto a tornare alla luce.

L’imponenza dell’Ego

Quando ci innamoriamo reciprocamente, ci viene offerta la possibilità di sperimentare come saremmo, se fosse sempre prima il cuore a essere ascoltato e dopo, anche il nostro Ego che tenterà in tutti i modi di sopraffare la voce del cuore perché è proprio la sua sfida incessante a tenerci sempre vivi, impegnati a scoprire nuove risorse, verità e false credenze, ma che nulla potrà contro l’apertura del cuore se, a monte, avremo già maturato di scegliere quel “Dono”. Il Dono, troppo spesso, una volta finito l’innamoramento, che duri pochi mesi o anni non importa, viene messo in discussione dalle prime inevitabili oscillazioni del pendolo emotivo. E qui, tutti noi abbiamo commesso il gravissimo errore di perdere fiducia nella voce del cuore, e tornare ad ascoltare per prima la voce dell’Ego. Semplicemente perché, al primo cenno di dolore, ci è sembrato più giusto proteggere noi stessi dalla paura della verità e dall’incertezza, piuttosto che proteggere quello scambio di pura energia che, inizialmente, ci aveva resi entusiasti e connessi.

Le fasi della differenziazione e della sperimentazione

Dopo aver sperimentato la connessione dei cuori che produce espansione, la nostra anima si aspetterebbe come minimo che la tenessimo a mente durante la prova successiva, ovvero l’apertura degli occhi del nostro “archetipo dell’innocente”, che ignorava volutamente l’esistenza dell’ombra come un bambino si tappa gli occhi di fronte a ciò che lo spaventa. Il nostro bambino interiore, invece, durante l’innamoramento spesso preferisce gioire inconsapevolmente dello scambio di energia fino a perdere il senso del proprio viaggio proiettando l’anima sull’altro che, inevitabilmente, viene vissuto come l’unica fonte d’amore senza la quale sarebbe impossibile sopravvivere. Assistiamo pieni di stupore all’aumento delle sincronicità, al ringiovanimento, al senso di invincibilità e ottimismo tipiche di questa fase, che ci fa produrre così tanta energia insieme all’altro da compiere grandi imprese, come un matrimonio, figli, progetti, cambiamenti di idee, città, vita. Cre-azioni che, presto o tardi, appassiranno, se rinchiuse in un recinto di controllo e false sicurezze per evitare di oltrepassare insieme all’altro la soglia del caos creativo tipica della terza fase di un rapporto, ovvero “la sperimentazione”. Quest’ultima nasconde infatti tesori preziosissimi per la nostra evoluzione e consapevolezza, come il valore della libertà, della scoperta, del rispetto del proprio viaggio personale e di quello del partner, della rinuncia al possesso e del non-attaccamento per mantenere in vita un legame autentico e intenso.

Tutto a un certo punto si ferma

Il cuore, imprigionato dalla paura, tra litigi, menzogne, silenzi, ricatti o tradimenti si allontana dalla sorgente di energia/amore, cessa lo scambio e torna a contrarsi. A questo punto, le scelte sono due: mantenere la coppia di facciata e organizzarsi per fare rifornimento di energia appoggiandosi a figli, amanti, animali, amici, chiunque, pur di far sopravvivere l’illusione. Oppure lasciarsi, disintossicarsi dolorosamente dal partner, amato ormai quanto una droga pesante che non fa più effetto, e ricominciare con qualcun altro un nuovo “giro di giostra” delle illusioni, senza mai raggiungere realmente il salto dimensionale verso l’amore maturo che accoglie, guarisce, trasforma e salva.

A cosa serve ricominciare

Pochi comprendono che il dono dal cielo non era un premio per l’evoluzione compiuta, bensì un aiuto per evolvere ed imparare a essere migliori da quel momento in poi per farci tornare a vivere nell’amore incondizionato per noi stessi prima ancora che per l’altro. Lo sentiamo, lo sappiano, per questo soffriamo fino quasi a morire. Era proprio quel “Master divino” che ci avrebbe permesso, se superato con consapevolezza e intenti di amore luce prima di tutto verso noi stessi, di fare quel “salto di carriera spirituale” verso la pura gioia dell’essere, che tutti, lo ammettiamo o no, desideriamo nel profondo più di ogni altra cosa al mondo. Solo le coppie che riescono a comprendere e superare nella luce della verità le prime tre fasi riusciranno a raggiungere la quarta e la quinta, quelle del “riavvicinamento” e della “interdipendenza sana”, ovvero il ritorno nella piena consapevolezza che la vita è movimento e che nulla potrà mai evolvere e rinascere senza prima aver accolto la morte delle illusioni e degli attaccamenti che glielo impedivano. 

A cura della dott.ssa Elisabetta Notaro
Psicologa Psicoterapeuta e Sessuologa
Livorno (LI)