Da che età i nostri figli possono fare il bagno al mare? Che protezione solare scegliere? Cosa sono le malattie da calore? La Società Italiana di Pediatria consiglia come vivere l’estate con i piccoli in tranquillità.

Vacanze estive vuol dire relax ma anche dubbi, incertezze e timori da parte dei genitori, soprattutto se alle prime armi. Per questo il Consiglio Direttivo della Società Italiana di Pediatria ha redatto un vademecum su cosa è bene sapere per vivere in tranquillità l’estate con i più piccoli. Ve-
diamo insieme i principali consigli.

Da che età si possono portare i bambini in spiaggia?

Anche i bimbi molto piccoli possono andare al mare, ma è fondamentale rispettare gli orari più freschi: fino alle 9.30-10 di mattina e dopo le 16.30 nel pomeriggio, considerando sempre le temperature esterne. I neonati sotto i 6 mesi non dovrebbero mai essere esposti direttamente al sole e non dovrebbero stare troppo tempo sotto l’ombrellone, poiché la sua ombra non filtra efficacemente i raggi ultravioletti. La sabbia riflette i raggi solari, aumentando il rischio di scottature. Nei neonati, le scottature incrementano il rischio di sviluppare tumori maligni in età adulta.

Quanto tempo dopo aver mangiato si può fare il bagno?

Non esiste una regola scientifica che indichi quante ore aspettare dopo il pasto, anche perché la digestione avviene in modo diverso a seconda degli alimenti. Se il bambino ha consumato un pasto costituito da piatti che richiedono una lunga e laboriosa digestione, può avere senso aspettare le famose 3 ore. Se invece il bambino ha mangiato un pasto più leggero, può entrare in acqua anche subito dopo. È importante, però, immergersi gradualmente, bagnando prima le caviglie, i polsi, quindi lo stomaco e poi le tempie, evitando lo sbalzo termico che potrebbe causare la perdita di conoscenza. Sempre per questa ragione, il bambino non dovrebbe fare il bagno quando è accaldato e sudato.

Come proteggere i bambini dal sole?

Fino ai 6 mesi le creme solari non sono consigliate perché la cute è molto sottile e delicata, dunque più permeabile a eventuali sostanze chimiche. Inoltre, le creme alterano la termoregolazione del bambino e la sua capacità di dissipare il calore. Dopo i 6 mesi di vita, invece, l’uso delle creme solari è obbligatorio. Tra i 6 mesi e i 3 anni vanno preferite quelle con fattore di protezione di almeno 50+; dopo i 3 anni si possono eventualmente usare quelle 30+, aumentando il fattore di protezione a seconda del fototipo del bambino. Va poi ricordato che la crema va applicata già 20 minuti prima dell’esposizione al sole e riapplicata ogni due ore. Anche nel caso di protezioni ‘water resistant’ è bene rispalmare la crema dopo aver fatto il bagno perché quando si friziona il bambino con l’asciugamano, si porta via gran parte di essa. Non solo creme: quando il bambino gioca in spiaggia, è bene fargli indossare un cappellino leggero. Anche una maglietta di cotone può essere utile perché diminuisce il rischio di scottature.

Cosa sono e come evitare le malattie da calore?

Il caldo intenso, associato ad altri fattori (umidità, luoghi chiusi, scarsa aerazione, vestiti spessi) può essere causa di patologie quali crampi da calore, esaurimento da calore o colpo da calore, specie in età pediatrica. Per evitarle è importante: educare i bambini a bere sempre molto prima e durante l’attività fisica praticata nella stagione estiva e quando sono esposti al sole per molto tempo, anche se non hanno sete; far indossare abiti larghi, di colore chiaro e cappelli leggeri nelle giornate molto calde; utilizzare creme solari protettive e bagnare frequentemente la testa e la nuca con acqua fresca se esposti al caldo per molto tempo; nei giorni caldi o umidi, limitare l’attività fisica all’aperto durante le ore più calde; educare i bambini ad andare in luoghi freschi riparati dal sole, e riposarsi e idratarsi immediatamente ogni volta che si sentono surriscaldati.

Cosa succede se il bambino beve l’acqua di mare o ingerisce della sabbia?

L’acqua di mare è tossica per l’organismo per via del suo alto contenuto di sale. In più, se il mare è inquinato può contenere agenti infettivi che possono causare vari problemi, primo tra tutti una forma di gastroenterite, i cui sintomi tipici sono nausea, vomito, diarrea, in presenza dei quali bisogna prontamente rivolgersi a un pediatra. È ovvio, però, che una piccola quantità d’acqua salata ingerita non può creare particolari danni. È consigliabile, comunque, quando succede, porgere al bambino dell’acqua dolce, utile per eliminare la quantità di sale contenuta nell’acqua marina assunta. Stesso discorso per quanto riguarda la sabbia, i rischi nell’ingerirla possono essere legati alla presenza di corpi estranei o al fatto di poter contenere germi e batteri che possono causare infezioni gastrointestinali. Di solito, però, piccole quantità di sabbia non si associano a grandi problematiche.

Come evitare il mal d’orecchio quando si viaggia in aereo? E il mal d’auto?

Le variazioni di pressione in aereo possono comportare barotraumi, con comparsa di otalgia e acufeni, che possono essere ridotti con la deglutizione così da aprire la tuba di Eustachio. Per i lattanti e i bambini più piccoli è possibile minimizzare questi effetti dando loro del cibo o dell’acqua con un biberon o un ciuccio. Ai bambini più grandi si può dare una caramella o un lecca-lecca. Se poi, nel bambino in età scolare, il dolore è persistente si può praticare la manovra di Valsava: inspirazione profonda seguita da un’espirazione della durata di 10 secondi circa tenendo tappato il naso con le dita e con la bocca chiusa. Per l’auto, invece, in caso di bambini piccoli la cosa migliore è sfruttare le ore in cui il bambino dorme. È importante non dare al piccolo tablet o telefonini, perché guardare gli schermi all’interno dell’auto può aumentare il malessere per una stimolazione maggiore dell’apparato vestibolare. Bisognerebbe invece coinvolgere il bambino in giochi che gli facciano volgere lo sguardo al di fuori della macchina. 

A cura di Sara Carrara