Questa dermatosi colpisce 1 persona su 5, in prevalenza donne. Chi ne soffre accusa anche stanchezza e disturbi del sonno e si sente escluso dalla vita sociale. Sono alcuni dei risultati del primo studio globale sull’epidemiologia dell’acne pubblicato dal Journal of the American Academy of Dermatology (JAAD).

Nel mese di aprile, i Laboratoires Pierre Fabre hanno reso nota la pubblicazione del primo studio mondiale sull’epidemiologia dell’acne sul prestigioso Journal of the American Aca-
demy of Dermatology (JAAD). Questo progetto, condotto nell’ambito dello studio ALL, offre un’analisi approfondita sulla diffusione dell’acne a livello globale, evidenziando significative variazioni legate a età, sesso, regione geografica e impatto dell’acne sulla qualità della vita e sulla stigmatizzazione delle persone che ne soffrono. Ecco i principali risultati.

L’acne interessa 1 persona su 5 a livello mondiale

La prevalenza mondiale dell’acne è pari al 20,5%. Risulta più elevata negli adolescenti/giovani adulti (16-24 anni) con il 28,3% e rimane piuttosto alta anche tra gli adulti nella fascia d’età 25-39 anni, attestandosi al 19,3%. In generale, le donne sono più soggette all’acne (23,6%) rispetto agli uomini (17,5%).

Le popolazioni più colpite 

Si sono osservate disparità significative tra le diverse aree geografiche con una prevalenza più elevata in America Latina (23,9%), Asia Orientale (20,2%), Africa (18,5%) e Medio Oriente (16,1%) e più bassa in Europa (9,7%) e Australia (10,8%).

Un notevole impatto sulla qualità della vita

Chi soffre di acne soffre di stanchezza (50%) e disturbi del sonno (41%). Come conseguenza di questa dermatosi, tendono a essere più attenti a quanto spendono (44%), sono spesso costretti a rinunciare ad attività che amano (27%) o a cambiare i loro programmi (31%). Riguardo alla difficoltà di dormire, un paper presentato all’EADV - European Academy of Dermatology and Venereology a ottobre 2023 ha evidenziato che il prurito è uno dei primi sintomi riportati da chi soffre di acne, seguito da sensazioni di bruciore o pizzicore e dolore cutaneo.

Alti livelli di stigmatizzazione

I pazienti acneici dichiarano di sentirsi esclusi o rifiutati dagli altri (31%), di avere la sensazione che la gente eviti il contatto fisico (27%) o di avvicinarsi a loro (26%). Uno studio dal titolo “Patients’ testimonies, feelings, complaints and emotional experiences with dermatoses on open social media: The French infodemiologic patient’s free speech study”, pubblicato sul JEADV - Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology a gennaio 2024, conferma l’esistenza di uno stigma significativo nei confronti dell’acne, analizzando le difficoltà espresse dai pazienti con dermatosi visibili sui social network. L’immagine di sé di chi soffre di acne è la peggiore tra tutte le malattie cutanee (eczema, psoriasi, vitiligine e rosacea), perché spesso viene correlata a un impatto psicologico di avere brufoli per tutto il tempo e ricomparsa di riacutizzazioni. Un altro studio ha evidenziato inoltre come il timore e la sensazione di essere stigmatizzati possano incidere molto sulla salute fisica e sul benessere mentale di chi soffre di acne, che spesso influenza la vita sociale e professionale. 

ALL: il più grande database dermatologico al mondo

IIl progetto ALL, avviato alla fine del 2022, mira a raccogliere dati su tutti i tipi di pelle (ALL Skins), malattie cutanee (ALL Dermatoses) e fototipi (ALL Colors) per creare il più grande database privato del mondo. Complessivamente, 50.552 adulti provenienti da 20 Paesi (che rappresentano oltre il 50% della popolazione mondiale) nei cinque continenti hanno partecipato allo studio rispondendo alle domande previste. Nonostante più di un terzo della popolazione soffra di malattie cutanee, le politiche sanitarie e di prevenzione non considerano la dermatologia una priorità di salute pubblica. Lo studio si propone di delineare un quadro completo della prevalenza delle principali malattie cutanee e delle loro conseguenze, al fine di sensibilizzare tutte le parti interessate. I pazienti affetti da patologie dermatologiche necessitano di un supporto migliore, per questo è essenziale convincere le autorità pubbliche a dare maggiore importanza alle dermatosi nei programmi di prevenzione. Oltre alla prevalenza e all’impatto delle malattie, lo studio affronta anche i comportamenti, i percorsi di cura e i bisogni dei pazienti con una o più dermatosi, come dermatite atopica, psoriasi, acne, rosacea o vitiligine. Il database ALL è stato progettato per un’analisi dei risultati dal 2023 al 2027. I 3,3 milioni di dati raccolti permetteranno di ottenere informazioni essenziali per una migliore comprensione dell’esperienza dei pazienti. Questi dati sono stati condivisi con dermatologi e associazioni di pazienti, fornendo loro uno strumento per migliorare la visibilità delle malattie cutanee.

A cura di Sara Carrara