Attenzione alla scelta del cucciolo: alcune razze dall’apparenza molto tenera possono soffrire di patologie congenite a causa dell’eccessiva selezione genetica. I loro problemi di salute diventano uno strazio in famiglia.

Passione cani? Chi ha già sentito parlare di razze brachicefale? BOAS è l’acronimo di Brachycephalic Obstructive Airway Syndrome (sindrome ostruttiva delle vie aeree superiori) proposto agli inizi degli anni 2000 per indicare la sindrome respiratoria ostruttiva delle prime vie aeree del cane brachicefalo. Il termine raccoglie un insieme di condizioni patologiche che causano un’ostruzione al passaggio dell’aria e, come conseguenza, una difficoltà respiratoria di diverso grado che si aggrava progressivamente nel tempo.

Che caratteristiche ha un cane brachicefalo?

Le razze brachicefale sono caratterizzate da un muso corto - dal greco brachy (corto) e cefalo (testa) – che porta a un restringimento delle vie respiratorie superiori. Pur essendo il muso corto un tratto selezionato da secoli, negli ultimi decenni è diventato un problema rilevante per il benessere animale. Il motivo è che la selezione è diventata sempre più accentuata, con l’obiettivo di enfatizzare i tratti del cane che richiamano quelli infantili umani, suscitando sentimenti di tenerezza e protezione. Questa è la ragione principale dell’incredibile successo delle razze con muso corto, con un aumento delle registrazioni di nuove nascite superiore al 100% nell’ultimo decennio. Per rispondere a questa richiesta di mercato si sono trascurate le conseguenze che derivano da questo estremo schiacciamento del muso che non si limitano solo ai problemi respiratori, ma anche dentari, oculistici, dermatologici e nella riproduzione.

Quali razze possono respirare male?

Le razze maggiormente colpite dalla BOAS sono il Bulldog inglese, il Bulldog Francese, il Boston terrier e il Carlino, però possono essere interessate anche altre razze quali i Boxers, Mastiffs, Shih Tzus, Tibetan spaniels e i Cavalier King Charles spaniels - più raramente anche gatti come il persiano e l’himalayano). È importante sottolineare che la sindrome non colpisce tutti i soggetti di queste razze, ma solo alcuni e con diversi gradi di gravità. Maschi e femmine sono colpiti in egual misura, mentre la diagnosi avviene generalmente tra il primo e quarto anno d’età.

Quali i sintomi che mettono in guardia?

I soggetti affetti da BOAS sperimentano diverse alterazioni del tratto respiratorio, che possono manifestarsi singolarmente o in combinazione. Le problematiche principali includono:
> narici stenotiche: narici troppo strette che collassano durante l’inspirazione;
> palato molle allungato: ostruisce il flusso dell’aria verso la laringe;
> pieghe periepiglottiche in eccesso;
> ipoplasia della trachea: trachea troppo piccola rispetto alla taglia dell’animale.

Queste anomalie possono causare una respirazione difficoltosa, aggravando la sindrome nel tempo e portando a complicazioni come il collasso laringeo, l’eversione e l’ipertrofia delle tonsille, l’ipertrofia dei muscoli laringei. Di conseguenza, la qualità della vita dell’animale peggiora, con difficoltà respiratorie (russamento e
respirazione rumorosa), disturbi del sonno, intolleranza all’esercizio e problemi gastrointestinali legati ad aerofagia e reflusso gastrico. Un problema particolarmente grave per questi cani è l’intolleranza al calore, poiché i cani non sudano e la loro termoregolazione avviene tramite la respirazione: durante l’estate, può capitare che questi cani debbano essere portati d’urgenza al pronto soccorso veterinario per colpi di calore, con un tasso di mortalità riportato dalla letteratura del 27%. Attualmente, manca una consapevolezza adeguata tra i proprietari di cani brachicefali riguardo questa sindrome, la sua evoluzione cronica e degenerativa, e il suo purtroppo frequente esito fatale. Spesso, infatti, i proprietari considerano normali per la razza sintomi che sono in realtà segnali di una condizione grave. In presenza di essi, è consigliabile una visita veterinaria per verificare la presenza della sindrome BOAS e valutarne lo stadio per una diagnosi accurata e tempestiva.

Come attenuare le sofferenze del nostro beniamino?

Nei casi lievi di BOAS, è sufficiente un trattamento conservativo. Prima di tutto, è fondamentale mantenere il peso forma dell’animale, poiché l’obesità aggrava significativamente la sindrome. Se il cane è sovrappeso, una perdita anche minima di peso tramite attività fisica controllata e graduale può fare un’enorme differenza. È importante evitare il caldo e l’umidità eccessivi, poiché i colpi di calore avvengono spesso in cani trasportati in auto non sufficientemente ventilate, e evitare le passeggiate nelle ore più calde della giornata. Dal punto di vista psicologico, è bene minimizzare le situazioni di stress o ansia, poiché il cane inizia a respirare con maggiore frequenza. Infine, è consigliato l’uso della pettorina invece del collare, che, stringendo, può aggravare i problemi di ostruzione.

Quando serve l’intervento chirurgico?

Nei casi più gravi, invece, una semplice visita non è sufficiente. Sebbene le misure conservative possano apportare beneficio, è necessario valutare la possibilità di correggere chirurgicamente i difetti congeniti. Gli interventi più comuni sono la rinoplastica (correzione della stenosi delle narici) e stafilectomia (correzione del palato molle allungato). La risposta all’intervento chirurgico varia da caso a caso, ma in genere gli interventi effettuati precocemente (prima dei due anni) hanno maggiore successo, poiché il quadro non è ancora aggravato da ulteriori complicazioni. I proprietari devono essere consapevoli che i rischi anestesiologici per un cane brachicefalo sono più alti e che la durata dell’anestesia è associata a un incremento delle complicazioni post-chirurgiche.

Il messaggio dei veterinari

La Federazione Veterinaria Europea degli Animali da Compagnia (FECAVA), la Federazione dei Veterinari Europei (FVE), l’Unione dei Veterinari Europei (UEVP) e la Società Internazionale di Medicina Felina (ISM) sono uniti nell’interdire la pubblicità per la promozione delle razze brachicefale. Anche la Federazione Cinofila Internazionale (FCI) ha promosso accordi affinché gli attori principali – medici veterinari, allevatori e giudici di gara – promuovano la selezione di soggetti che non siano portatori di tratti brachicefali esagerati. Occorre che i proprietari siano pienamente consapevoli dei problemi di salute legata alla BOAS nelle razze brachicefale, per poter garantire benessere all’animale per tutta la durata della sua vita. 

A cura di Sara Carrara
con la collaborazione del dott. Stefano Cattaneo
Veterinario
Ambulatorio Veterinario Città di Albino, Albino (BG)