Una patologia “fastidiosa”, causata da un danno ai recettori oculari.
L’occhio è uno dei nostri organi di senso più importanti che raccoglie i segnali luminosi e li trasmette sotto forma di impulsi nervosi al cervello, nel quale vengono poi elaborate le immagini. La superficie anteriore dell’occhio è rivestita da un tessuto protetto dalle lacrime chiamato cornea che, in condizioni fisiologiche, appare trasparente e privo di vasi sanguigni. I raggi luminosi penetrano l’occhio attraverso la cornea, il cristallino e infine vengono deviati sulla retina dove gli stimoli luminosi si trasformano in nervosi che, grazie al nervo ottico, raggiungono il cervello. Superficialmente la cornea è ricchissima di nervi e quindi di recettori che rispondono ai possibili e molteplici stimoli esterni quali la presenza di un corpo estraneo o un’abrasione. Un danno a questi recettori è alla base di malattie vere e proprie come il cosiddetto “occhio secco”.

I principali sintomi

La secchezza oculare è forse la patologia dell’occhio più diffusa, in particolare negli anziani e nelle donne in menopausa (per ragioni ormonali). I sintomi più frequentemente correlati sono:
> prurito;
> annebbiamento visivo;
> arrossamento;
> bruciore;
> difficoltà di apertura delle palpebre al risveglio;
> talvolta dolore;
> fotofobia;
> sensazione di corpo estraneo.

Altri fattori che possono aggravare la secchezza oculare sono: l’assunzione di alcuni farmaci (ormoni, immunosoppressori, decongestionanti, antistaminici, diuretici, antidepressivi, betabloccanti), l’esposizione prolungata agli schermi (pc, cellulare ecc.) e l’utilizzo di lenti a contatto (che comportano una minore ossigenazione della cornea). Durante il periodo estivo, i sintomi dell’occhio secco possono peggiorare a causa dell’intensità della luce solare e dell’impiego dell’aria condizionata negli ambienti chiusi.

L’aiuto degli esperti

Se sospettiamo di soffrire di “occhio secchio” dobbiamo rivolgerci a un oculista, che sarà in grado di confermare o meno la nostra ipotesi. È bene precisare che la sindrome dell’occhio secco è una malattia cronica – come lo sono anche diabete e ipertensione, ad esempio – perciò siamo in grado di curarla, ma non necessariamente di guarirla. Per far recedere quasi completamente i sintomi è fondamentale idratare frequentemente la superficie oculare. In farmacia si può trovare una vasta scelta di colliri acquistabili senza obbligo di prescrizione medica, contenenti additivi con azione lubrificante, come l’acido ialuronico, e/o ad azione lenitiva, come gli estratti naturali di Camomilla, Euphrasia, Hamamelis ecc. Il collirio è una preparazione medicamentosa
sterile a uso topico che può essere una soluzione acquosa o oleosa, un gel o una sospensione e può esistere sotto forma di contenitori monodose o flaconi multidose.

I contenitori monodose non contengono conservante per cui il loro impiego è limitato nel tempo, nello specifico alla singola applicazione oppure, in caso di fialette richiudibili, è possibile riporle previa chiusura in frigorifero e utilizzarle entro un massimo di 12 o talvolta 24 ore. I flaconcini
multidose possono o meno contenere conservanti (come il benzalconio cloruro) al fine di garantire la conservazione del prodotto dopo la prima apertura per un periodo prolungato di tempo. Tuttavia, i conservanti possono causa-
re irritazioni importanti, soprattutto in chi deve utilizzare in modo cronico uno stesso prodotto. Queste persone possono trovare vantaggiosi i colliri multidose senza conservanti, nei quali la sterilità dopo la prima apertura è garantita da sistemi di conservazione di natura meccanica che consentono l’uso del prodotto fino a 3 o addirittura 6 mesi dopo la prima apertura. Riguardo la conservazione o meno in frigorifero è necessario leggere per ciascun collirio le modalità riportate sul foglietto illustrativo. All’impiego quotidiano del collirio è possibile affiancare un unguento oftalmico idratante che va instillato preferibilmente la sera prima di coricarsi, in quanto può provocare un offuscamento provvisorio della vista.

A cura di Dott.ssa Astrid Malighetti
Farmacista
Farmacia Esterna ASST Papa Giovanni XXIII