Le percentuali complessive di disturbi psicologici in età evolutiva prima della pandemia raggiungevano valori compresi tra il 15 e il 20 percento; i singoli disturbi si attestavano in valori compresi tra il 2% e il 5% della popolazione giovanile.

 

Tra questi sono inclusi problemi di carattere emotivo-relazionale (ansia, depressione) o comportamentale (condotta, difficoltà di attenzione).

Gli studi dell’ultimo anno stimano invece che complessivamente circa il 75% dei ragazzi manifestano sintomi di psicopatologie: i disturbi d’ansia interessano circa il 30% dei giovani, quelli dell’umore circa il 25%, e così via. In pratica, le percentuali dei singoli disturbi sono aumentati di circa 10 volte rispetto al periodo pre-COVID.

Se nel 2019 ci avessero detto che dopo qualche anno così tanti ragazzi avrebbero potuto presentare questi problemi lo avremmo trovato inimmaginabile! Invece è diventata realtà e ora ci troviamo a dover affrontare anche questa emergenza.

Chi ha subìto maggiormente le conseguenze psicologiche causate dall’isolamento sociale da COVID?
Le ragazze, in età adolescenziale, residenti in zone urbane, con un pregresso basso tono dell’umore, un approccio alla vita molto reattivo dal punto di vista emotivo e con scarse strategie di coping (cioè molto in ansia e in difficoltà nell’affrontare situazioni avverse e sfidanti). Inoltre, i giovani più a rischio di sviluppare conseguenze psicologiche sono risultati quelli che hanno avuto parenti positivi al COVID, mentre quelli che hanno familiari che lavorano in ambito sanitario sono risultati più tutelati dal punto di vista psicologico.

Cosa possiamo fare noi adulti di fronte a questa emergenza psicologica dei giovani?
Innanzitutto, essere consapevoli che l’isolamento sociale è la causa principale di rischio psicopatologico in età evolutiva. Quindi, come adulti, possiamo favorire e sollecitare il contatto sociale tra i ragazzi, anche tramite videochiamate, senza pensare che un incontro online tra ragazzi sia un surrogato e non possa essere gratificante. In realtà i giovani hanno bisogno di appartenere ad un gruppo, riconoscersi in altri coetanei, ricevere da loro riscontri e gratificazioni che contribuiscono alla costruzione della loro identità. Le relazioni sociali sono un efficace antidoto contro le conseguenze psicologiche del COVID.

Per approfondimenti:
Panda et al. 2020
https://doi.org/10.1093/tropej/fmaa122
Loades et al. 2020 https://doi.org/10.1016/J.JAAC.2020.05.009

A cura di Gian Marco Marzocchi
Centro per l'Età Evolutiva
via dei Partigiani 5, Bergamo
gianmarco.marzocchi@centroetaevolutiva.it
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