Sempre più spesso si sente parlare di integratori con inositolo, in relazione ai problemi di fertilità e non solo: scopri a cosa servono e come assumerli.

 

Inositolo, proprietà e impiego

Gli integratori a base di inositolo – eventualmente arricchiti con acido folico e alfa-lattoalbulmina – si stanno diffondendo come soluzione alternativa per contrastare i problemi di infertilità e per altre finalità d’uso, come la regolazione dell’umore e l’attenuazione degli stati ansiosi. Più correttamente bisognerebbe parlare di inositoli, al plurale: ovvero, di myo-inositolo e d-chiro inositolo che, nella maggior parte dei casi, si presentano insieme – ma in diversi dosaggi – all’interno degli integratori. Entrambe le sostanze si rivelano utili, fra le altre cose, nel contrasto della sindrome dell’ovaio policistico: cerchiamo di capire più nel dettaglio perché e quando conviene assumerli (su consiglio del medico).

Inositolo e infertilità

Per capire l’azione degli inositoli, conviene anzitutto sottolineare che questi composti risultano interessati, in qualità di “messaggeri” o trasportatori di informazioni, in numerose funzioni dell’organismo. Fra queste ci sono l’attività ormonale e le funzioni metaboliche, entrambe coinvolte nella sindrome dell’ovaio policistico: molte donne colpite da questo disordine, infatti, manifestano fenomeni di insulino-resistenza e disfunzioni metaboliche, oltre a segni di iperandrogenismo quali irsutismo e grasso viscerale. Perché gli inositoli sono considerati un valido supporto per la PCOS (nonché un aiuto per normalizzare il ciclo e per contrastare gli scompensi dovuti alla menopausa)? Entrando più nel dettaglio, si è osservato come nelle donne con ovaio policistico il liquido follicolare mostri un’alterazione del rapporto fisiologico fra myo-inositolo e d-chiro inositolo. Semplificando, questa anomalia può tradursi in un’alterazione delle funzioni ormonali, con conseguenze sul piano riproduttivo e sul metabolismo degli zuccheri. Le conseguenze possono interessare anche l’attività dell’ormone follicolo-stimolante (FSH) e compromettere la corretta maturazione degli ovociti. Come gestire questa condizione?

Come assumere gli integratori a base di inositolo

La proporzione fra myo-inositolo e d-chiro inositolo, come abbiamo visto, gioca un ruolo importante nei problemi di ovulazione e fertilità. Diversi studi, sulla base di questa evidenza, hanno approfondito i benefici legati alla somministrazione di inositolo nell’ovaio policistico, una sindrome eterogenea e complessa che, a tutt’oggi, non è semplice da diagnosticare e tantomeno da gestire. Perché risulti efficace, la prescrizione di integratori a base di inositolo deve prestare attenzione al dosaggio rispettivo dei due composti: quello fisiologico risulta dalle evidenze scientifiche il rapporto 40:1 (myo inositolo: d-chiro inositolo). Al di là del dosaggio, una questione importante riguarda la biodisponibilità di queste sostanze, ovvero la capacità di venire assorbite dall’intestino senza degradarsi al contatto con gli acidi gastrici. Affinché i composti risultino efficaci e mantengano inalterata la loro funzione. Abbiamo citato l’alfa-lattoalbumina: questa sostanza si caratterizza per la funzione prebiotica e per la capacità di migliorare l’assorbimento dei nutrienti. Per le donne che intendono concepire, può essere utile integrare anche l’acido folico che, non a caso, si ritrova spesso nella formulazione dei prodotti – capsule o bustine – rivolti alle donne con problemi di fertilità.

 

A cura di Lo.Li Pharma
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