Quando pensiamo alle alghe generalmente ci ricordiamo quelle nere filamentose o verdi simili alla lattuga che troviamo sulle spiagge d’estate oppure quelle che osserviamo nei corsi di acqua dolce di fiumi e canali, o, ancora, quelle simili a lunghi nastri scuri che abbiamo visto in tanti documentari marini. Il professor Massimo Valverde, specialista in Endocrinologia, Farmacologia e Tossicologia ci apre le porte sul mondo poco noto delle applicazioni e della ricerca su questi organismi acquatici.

Professor Valverde, in realtà le alghe non sono solo questo...
È vero, le alghe fanno parte di un preciso “ordine biologico“ del regno vegetale formato da un numero enorme, ancora oggi imprecisato, di diverse specie, con dimensioni che vanno da organismi ultramicroscopici a macroscopici come quelle citate. Facendo un’estrema semplificazione si possono paragonare le alghe nell’ambiente acquatico ai funghi nell’ambiente terrestre (che tuttavia non appartengono al regno vegetale ma a quello specifico dei “Fungi”). Entrambi i gruppi hanno origine antichissime, dopo i batteri ed i virus rappresentano gli organismi più antichi comparsi sul pianeta e sono accomunati da un’incredibile diversità biologica.

Negli ultimi anni l’interesse della ricerca verso le alghe è aumentato, perché?
Le alghe (come i funghi) nel corso della loro evoluzione e del loro adattamento agli ambienti naturali che progressivamente hanno colonizzato, hanno sviluppato un numero infinito di particolarità bio-metaboliche per sopravvivere sia all’ambiente circostante sia agli altri esseri viventi loro competitori. Studiandole ci si rende conto della raffinatezza e della specificità delle difese che hanno messo in atto, la cui efficacia ha reso possibile la sopravvivenza di questi organismi attraverso le ere. Le “armi biologiche“ sviluppate per ragioni di sopravvivenza dalle alghe si sono rivelate utili sia in campo umano sia agronomico e zootecnico. Solo dagli anni ‘80 del secolo scorso in poi la ricerca scientifica e le aziende farmaceutiche hanno incominciato a valutare le potenzialità farmacologiche delle alghe. Grazie a queste ricerche è stato possibile individuare alcune famiglie di alghe, sia microscopiche che macroscopiche, in grado di fornire principi attivi le cui potenzialità spaziano da caratteristiche disinfettanti ed antibiotiche sino a giungere alla capacità di interferire su meccanismi organici più complessi. Potrà trarne benefici ad esempio “l’universo” delle malattie umane di tipo autoimmune come la Psoriasi, l’Artrite Reumatoide, il Morbo di Crohn, il Diabete e la Sindrome di Sjoegren etc. o delle malattie definite “orfane” che spesso si presentano solo in qualche individuo per milione. Le ricerche sulle alghe si scontrano con la difficoltà di mantenere in vita e poter studiare a fondo in laboratorio questi organismi, soprattutto le alghe microscopiche, che normalmente vivono in mare aperto, a volte in condizioni assolutamente critiche di pressione, temperatura, illuminazione, concentrazione di ossigeno e di altri gas o microelementi. Ancor più complesso in un sistema artificiale è riprodurre la presenza di altri organismi viventi che convivono e interagiscono con le alghe studiate. In molti casi nella storia della farmacologia sono stati individuati composti naturali isolandoli con grandi sforzi da organismi vegetali o animali in quantità tali da poterne verificare gli effetti terapeutici e, dopo che la loro efficacia è stata dimostrata, l’industria farmaceutica ha messo a punto processi di sintesi per poterli produrre su larga scala, rendendo il loro costo accessibile. Gli studi sulle alghe e su altri organismi altro non sono che la base di partenza per lo studio e la messa a punto di una miriade di farmaci sintetici cosiddetti “biologici“, con i quali si cerca di trattare le singole patologie riducendo il più possibile gli effetti collaterali sgraditi. Ad oggi diversi estratti naturali, depurati e titolati, di alcune alghe rappresentano già in modo sperimentale e non tossico una possibile risposta scientificamente validata per opporsi a diverse patologie ampiamente diffuse.

Cosmesi antica e moderna
Nel bacino del Mediterraneo sin dal tempo dei Greci e dei Romani alcuni tipi di alghe venivano utilizzate a fini cosmetici dalle signore dell’epoca sia applicandole direttamente sulla cute sia usandone la polvere una volta che fossero state disseccate al sole. Risulta inoltre che le consumassero fresche o le assumessero come “proto-integratore” alimentare, sotto forma di estratto dopo averle sottoposte a un primitivo processo di estrazione in alcool (vino). Oggi le alghe vengono principalmente utilizzate in cosmetica come trattamento anti-age, protezione dai danni dei raggi-UV e prevenzione delle macchie della pelle e per questo sono indicate soprattutto nel periodo estivo di maggiore esposizione solare.

Al di là della ricerca le alghe sono già una realtà sugli scaffali di farmacie e supermercati...
Nei paesi orientali le alghe sono da sempre consumate come alimento, apprezzate per la loro concentrazione di sali minerali e di grassi. In tempi più recenti si sono affermate in occidente, ma difficilmente vengono portate in tavola, in genere si preferiscono gli estratti di alcune tipologie di alghe macroscopiche utilizzati in campo cosmetico e dimagrante. Gli estratti preparati da alghe microscopiche costituiscono basi alimentari proteiche ed entrano nella composizione di integratori alimentari impiegati soprattutto nel dimagrimento. Tra queste alghe microscopiche probabilmente la più nota è la Spirulina, alga azzurra monocellulare dalla quale si ottiene una polvere verde scura, utile per coadiuvare un’alimentazione appropriate destinata sia ad abbassare il livello di colesterolo e di triglicerici nel sangue e sia a normalizzare la pressione arteriosa.

A cura di Lella Fonseca
con la collaborazìione del Prof. Massimo Valverde
Specialista in Patologia della Riproduzione Umana, Endocrinologia, Farmacologia e Tossicologia
Direttore Sanitario Centro Medico MR Bergamo