L’herpes zoster, o fuoco di Sant’Antonio, in genere inizia con sensazioni insolite: prurito, bruciore o formicolio in un’area della pelle su un lato del corpo, a cui si possono aggiungere febbre, mal di testa o sensazione di malessere. Nell’arco di uno o due giorni di frequente compare un’eruzione cutanea su un lato del corpo con una distribuzione a fascia, più frequentemente al tronco (torace, addome e schiena).

Un dolore improvvisoe lancinante
Il dolore del fuoco di Sant’Antonio di solito ha caratteristiche acute e può essere lancinante o bruciante. Può iniziare diversi giorni prima della comparsa dell’eruzione cutanea, tipicamente costituita da vescicole raggruppate a fascia. Sebbene in genere sia limitato alle parti della pelle colpite dall’eruzione cutanea, la sensazione dolorosa può essere abbastanza intensa, soprattutto negli anziani, da interferire con le attività quotidiane e il sonno. Entro tre o quattro giorni, le vescicole dell’herpes zoster possono diventare ferite o ulcere che, nelle persone con un sistema immunitario sano, si trasformano in croste e non sono più infettive nell’arco di 7-10 giorni. L’eruzione cutanea generalmente scompare entro 3-4 settimane, mentre cicatrici e alterazioni del colore della pelle possono persistere a lungo dopo che l’herpes zoster si è risolto.

Il fuoco di Sant’Antonio è così chiamato perché, per la sua guarigione, in epoca medievale in Francia a partire dal XII secolo veniva invocato Sant’Antonio Abate, al quale veniva attribuito un potere taumaturgico contro la malattia

Nevralgia post erpetica: la complicanza più frequente
Le complicanze del fuoco di Sant’Antonio possono verificarsi in chiunque, ma sono più probabili negli anziani e nelle persone con un sistema immunitario indebolito. La nevralgia post-erpetica è la complicanza più comune del fuoco di Sant’Antonio. Colpisce in genere le aree della pelle che sono state interessate dall’eruzione cutanea. Può essere da lieve a grave ed è spesso descritta come “bruciore”. Colpisce dal 10 al 15% delle persone e all’incirca la metà di questi casi si verificano in individui con più di 60 anni. Nella maggior parte dei casi, il dolore della nevralgia post-erpetica migliora gradualmente nel tempo, anche se alcune persone continuano a provare dolore per mesi o anche anni. Un’altra forma a cui prestare particolare attenzione è l’herpes zoster oftalmico, che si verifica quando l’herpes zoster coinvolge il ramo oftalmico del quinto nervo cranico (nervo trigemino). Questa manifestazione può presentarsi inizialmente con “segni premonitori” quali mal di testa, malessere e febbre, ma anche dolore e alterazioni della sensibilità della zona dell’occhio, della fronte e dell’emivolto coinvolto. In seguito, con l’inizio dell’eruzione cutanea, possono verificarsi infiammazioni oculari come congiuntivite, uveite, episclerite e cheratite. I pazienti che sviluppano la cheratite sono quelli a maggior rischio di complicanze oculari, fino alla perdita della vista. Correlate al possibile coinvolgimento degli occhi sono le lesioni vescicolari cutanee sul lato o sulla punta del naso: indicano il coinvolgimento del ramo naso-ciliare del nervo trigemino, il quale innerva anche l’occhio. La diagnosi e il trattamento precoci sono fondamentali per prevenire il coinvolgimento corneale progressivo e la potenziale perdita della vista.

Herpes zoster e varicella: che legame c’è?
L’herpes zoster è un’eruzione dolorosa causata dal virus varicella-zoster (lo stesso che causa la varicella e appartiene a un gruppo di virus chiamati herpesvirus). Dopo che una persona ha avuto la varicella, il virus continua a risiedere nel corpo, nei gangli nervosi sensitivi craniali e del midollo spinale, senza causare sintomi. Successivamente nella vita, può diventare di nuovo attivo, causando l’eruzione cutanea. Non è possibile contrarre l’herpes zoster da un’altra persona, tuttavia, se non si ha mai avuto la varicella o non si è stati vaccinati contro la varicella, si può contrarre da qualcuno che ha l’herpes zoster. Ciò può accadere dopo contatto diretto (pelle a pelle) con una vescicola di herpes zoster o, più raramente, respirando il virus varicella-zoster attraverso l’aria. Per questo motivo, se non si è mai avuto la varicella (o non si è vaccinati), è consigliato non stare a stretto contatto con persone che hanno l’eruzione cutanea.

Più a rischio gli over 50 
Si stima che fino al 20% delle persone svilupperà l’herpes zoster durante la propria vita. L’infezione, che può verificarsi solo in chi ha avuto la varicella in passato, può riguardare persone di tutte le età, ma è molto più comune negli adulti dai 50 anni in su e in chi ha un sistema immunitario indebolito.

Dai farmaci antivirali al vaccino: così si combatte e si previene
Il trattamento di solito prevede l’utilizzo di farmaci sistemici antivirali e antidolorifici. Le aree interessate dall’eruzione cutanea devono essere mantenute pulite e asciutte. Può essere inoltre consigliato l’utilizzo di un antibiotico in crema per prevenire la sovra-infezione batterica delle lesioni vescicolose e crostose. I farmaci antivirali, se assunti entro 2-3 giorni dopo la comparsa dell’eruzione, impediscono la moltiplicazione del virus, aiutano l’eruzione cutanea a guarire più rapidamente e riducono la gravità e la durata del dolore. Dopo questo periodo, possono ancora essere utili se compaiono nuove vescicole. Esiste un vaccino disponibile per adulti di età pari o superiore a 50 anni che permette di ridurre la possibilità di sviluppare l’herpes zoster. Se si verifica comunque dopo il vaccino l’infezione può essere meno grave e solitamente si hanno meno probabilità di sviluppare la nevralgia post-erpetica.

A cura del dott. Andrea Carugno
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Unità di Dermatologia dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo