La lesione della cuffia dei rotatori è una patologia molto frequente sia tra le persone anziane sia tra chi pratica sport come basket, pallavolo, sci o baseball. Può colpire anche alcune categorie lavorative caratterizzate da ripetuti movimenti “overhead” come gli imbianchini o i muratori. In ogni caso si manifesta con un dolore alla spalla che spesso impedisce di svolgere le normali attività quotidiane. Oggi per trattare questo tipo di lesione esistono terapie innovative e ancora più mini-invasive rispetto al passato.

Una struttura complessa, fondamentale per la stabilità e mobilità della spalla

La lesione della cuffia dei rotatori consiste nella rottura o lacerazione di uno (o più di uno) dei tendini che la costituiscono. La cosiddetta “cuffia dei rotatori” è una struttura formata da quattro unità muscolo-tendinee, con origine nella scapola e inserzione sulla testa dell’omero, che consente di stabilizzare l’articolazione della spalla e ne permette la rotazione e l’esecuzione di movimenti complessi.

In particolare, i tendini che la compongono sono:

> il sovraspinato superiormente;
> il sottoscapolare, che si trova anteriormente;
> il sottospinato e piccolo rotondo nella parte posteriore.

Di fondamentale importanza per la mobilità dell’arto superiore, questo complesso muscolo-tendineo è allo stesso tempo anche molto delicato. A essere particolarmente fragili sono i tendini che possono andare incontro a infiammazione e degenerazione o rompersi in seguito a traumi.

Traumi, sovraccarichi, processi degenerativi tra le cause

Le cause che possono favorire la comparsa di una lesione della cuffia dei rotatori sono:

> eventi traumatici, conseguenti a movimenti errati, carichi eccessivi sull’articolazione o impatti (ad esempio cadute durante sport ad alta incidenza di traumatismi come basket, pallavolo, rugby, football americano, sci etc.);
> processi degenerativi e/o cronici, legati a un “overuse” della muscolatura della spalla per attività lavorativa o sportiva, che causa un progressivo assottigliamento dei tendini rendendoli più vulnerabili a lesioni e rotture. Anche patologie come il diabete e abitudini come il fumo possono favorire la degenerazione dei tendini, a causa di una minore vascolarizzazione;
> Invecchiamento. Nelle persone anziane i tendini della spalla presentano un ridotto flusso sanguigno che ne facilita la degenerazione e la rottura.

Un dolore che rende difficili le normale azioni quotidiane

Il sintomo principale della lesione della cuffia dei rotatori è il dolore localizzato alla spalla e talvolta irradiato alla parte superiore del braccio, che può essere cronico e lieve o acuto e violento, a cui si accompagna una difficoltà a compiere movimenti anche banali, come pettinarsi o vestirsi, ad alzare il gomito sopra la spalla o per appoggiarlo su un piano. Il dolore, in genere, è presente anche quando si sta a risposo e di notte.

La terapia farmacologica e riabilitativa come primo approccio

In genere il primo approccio terapeutico è conservativo con l’obiettivo di una riduzione del dolore e dell’infiammazione con terapie farmacologiche orali o infiltrative e un recupero della funzione con terapie riabilitative come la fisioterapia e le terapie fisiche.

La chirurgia nei casi più gravi o nei giovani

In caso l’approccio farmacologico e riabilitativo non risulti efficace, oppure in pazienti attivi con rottura acuta e completa del tendine, lo specialista può valutare il ricorso all’intervento chirurgico, soprattutto se il dolore diventa molto forte o con una riduzione della mobilità della spalla. Esistono diverse opzioni chirurgiche, con le quali, nella maggior parte dei casi per via artroscopica, quindi attraverso piccolissime incisioni, si va a reinserire i tendini sull’omero, nel punto da cui si sono staccati, o a “ricucirli” sotto la guida di una telecamera.

L’ultima novità: un cuscinetto biodegradabile

Tra le ultime novità per la cura delle lesioni della cuffia dei rotatori c’è un recente dispositivo, chiamato Baloon, indicato in caso di rotture irreparabili della cuffia dei rotatori. In presenza di lesioni ampie della cuffia, la testa omerale non è “bilanciata” e risale verso il tetto acromiale (ovvero la parte superiore della scapola), creando uno squilibrio della meccanica articolare con conseguente netta riduzione della funzionalità della spalla. Il Balloon, agendo come uno spaziatore, migliora la biomeccanica della spalla e permette di migliorare la funzionalità dell’articolazione. In particolare, si tratta di un cuscinetto composto da un polimero biodegradabile, lo stesso utilizzato per molti fili di sutura riassorbibili, che viene inserito per via artroscopica, tra omero e acromion. Dopo il posizionamento, il dispositivo viene riempito di soluzione fisiologica e lasciato in sede in genere 6-12 mesi prima di venir riassorbito dall’organismo. I vantaggi di questa tecnica sono diversi: è mini-invasiva, presenta un basso rischio di complicanze e consente di eseguire interventi futuri più invasivi”.

 

A cura del Prof. Marco Bigoni
Responsabile dell’Unità di Ortopedia e Traumatologia
Centro di Traumatologia dello Sport
Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro