La rassegna bibliografica del Centro Fo.R.Me dedicata alla cittadinanza.
Nel dicembre 2022 il Centro Fo.R.Me ha inaugurato la sua prima rassegna bibliografica dal titolo “Parole che curano”, un ciclo di incontri con autori pensato per avvicinare la cittadinanza a scrittori e scrittrici che raccontano storie di soprusi e prevaricazioni ma soprattutto speranza.

«Da antropologa sono convinta che l’incontro con l’Altro e con le sue peculiarità sia un motore capace di innescare spaesamenti e migrazioni (anche di idee), quindi ho pensato a questi eventi come a un momento di contaminazione tra la cittadinanza e le esperienze uniche vissute dagli scrittori e dalle scrittrici coinvolti» osserva la dottoressa Rita Finco, direttrice del Centro e ideatrice dell’iniziativa.

Il primo appuntamento ha visto la presentazione di “Esperienze di cura in migrazione. Forme dell’invisibile e narrazioni possibili”, della dottoressa Finco.

Al primo incontro, poi, ne sono seguiti molti altri: occasioni in cui discutere di storie dal cuore dei Caraibi, di esplorazioni etiche ed estetiche nella pratica psicoterapeutica, di un curioso fatto avvenuto nel 1879 a Verzegnis, di autismo e attivismo, di incontri con la violenza. A fine giugno si è svolto il settimo e ultimo appuntamento di questo primo ciclo di presentazioni, dedicato al volume della dottoressa Elisa Mauri dal titolo: “Perché il carcere? Costruire un immaginario che sappia farne a meno”.

Nel Polo Clinico di via Daste e Spalenga si è data voce ad autori giovanissimi e affamati di storie, come Raùl Castèl, giornaliste appassionate e inarrestabili come Luciana Borsatti, psicoterapeuti a contatto con la sofferenza e le criticità, come Pietro Barbetta, Umberta Telefener, Maria Esther Cavagnis, Elisa Mauri e Arianna Barazzetti, curatori e scrittrici che con il loro lavoro raccontano l’autismo da una prospettiva interna e illuminante, come Enrico Valtellina e Giulietta de Luca.

In procinto di festeggiare il suo primo compleanno, “Parole che curano” vanta il coinvolgimento di numerosi autori e svariate professionalità, che hanno provato a creare spazi di dialogo intorno a storie di silenzio, soprusi, prevaricazioni, puntando tutto sulla speranza, l’autoaffermazione e l’incontro. 

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