Non solo farmaci. Per prevenirla e “curarla”, il primo passo è muoversi
Può essere intenso e continuo, tanto da non riuscire nemmeno a stare seduti e impedire le normali attività quotidiane. È la cosiddetta “sciatica”, un problema che una volta nella vita tocca quasi tutti. I rimedi? Farmaci e terapie fisiche, ma anche e soprattutto, un po’ a sorpresa, il movimento.

Un dolore che dalla schiena può arrivare fino al piede
Il termine “sciatica” viene usato comunemente per indicare un dolore insorto all’improvviso che si irradia dalla schiena al gluteo scendendo lungo la coscia e, in alcuni casi, fino al polpaccio e al piede. In realtà, più correttamente si tratta di sciatalgia, ovvero un’infiammazione del nervo sciatico che può generare un dolore insopportabile lungo il suo territorio di innervazione e conseguenze invalidanti. Al dolore si possono anche accompagnare una serie di sintomi secondari come debolezza muscolare, formicolii alle gambe o alterazioni della sensibilità, nella maggioranza dei casi da un solo lato del corpo.

Ernia del disco, la causa più frequente (anche se non l’unica)
La “sciatica” è generalmente causata dalla compressione di una radice di un nervo spinale lombare (in genere dalla vertebra lombare L4 alla vertebra sacrale S3). La causa più nota e comune è l’ernia del disco intervertebrale, soprattutto nei giovani adulti in attività. Tra le altre cause cosiddette “compressive” ci sono: restringimento del canale foraminale per artrosi avanzata, spondilolistesi, tumori, sindrome del piriforme. Ci sono poi anche alcune strutture anatomiche e/o condizioni che possono mimare un dolore sciatalgico, come patologie degenerative, infiammatorie o funzionali dell’articolazione sacroiliaca e dorso/lombari o sindromi miofasciali a carico della muscolatura a inserzione su bacino o femore.

Più a rischio chi è sedentario, chi fa lavori pesanti e chi fuma
Tutta la popolazione “attiva” è potenzialmente a rischio di incorrere nella sciatalgia, tuttavia alcune persone risultano più esposte a episodi singoli o ricorrenti di sciatalgia a causa di fattori come età avanzata, lavoro manuale pesante, attività lavorativa che richiede movimentazione di carichi specie se con torsioni della schiena, posizione seduta prolungata o guida di veicoli a motore per lunghi periodi, ma anche diabete, vita eccessivamente sedentaria, scarsa forma fisica e fumo. è di un disturbo frequente anche in gravidanza, provocato dal cambiamento posturale e dal peso del bambino (si presenta soprattutto nell’ultimo trimestre e tende a scomparire dopo il parto).

La terapia: dai farmaci alla ginnastica (anche per prevenire)
Molto spesso l’episodio acuto, a cui nei casi più gravi si può associare anche un deficit importante e repentino del movimento di un arto, regredisce spontaneamente nell’arco di alcuni giorni o poche settimane spontaneamente o con assunzione di antidolorifici e antiinfiammatori. Se però oltre al dolore si manifesta una perdita di sensibilità o formicolio, se non regredisce o se si ripresenta alla sospensione della terapia farmacologica è opportuno rivolgersi allo specialista sia per un adeguato inquadramento clinico/diagnostico e strumentale (radiografie standard, risonanza magnetica - consigliabili rispetto alla TAC- o esami elettrofisiologici a seconda dei casi) sia per impostare una corretta terapia di supporto, farmacologica (con farmaci steroidei, analgesici neuroprotettori) o fisica (con elettroterapia antalgica o tecarterapia prevalentemente). Anche alcune terapie alternative hanno dimostrato una certa efficacia. Tra queste il trattamento chiropratico e manipolativo vertebrale, che però va sempre eseguito alla luce dei dati clinico-strumentali e trova indicazioni più convincenti in fase subacuta o cronica, e l’agopuntura che può non sortire effetti sostanziali ma contribuisce ad allentare le tensioni muscolari (diretta conseguenza dello stimolo doloroso).

Riposo assoluto? Meglio di no!
A differenza di quello che si potrebbe pensare, anche durante la fase acuta di un attacco di sciatalgia è controindicato il riposo assoluto al letto. La migliore arma a disposizione è sempre il movimento, sia come cura sia come prevenzione. Il nostro corpo è fatto per muoversi per cui, senza farsi prendere dal panico, bisogna continuare con la normale vita quotidiana limitandosi a evitare sforzi e/o sovraccarichi e reinserendo, gradualmente e sotto guida specialistica, le attività fisiche routinarie. In caso di episodi ricorrenti, è bene iniziare un trattamento kinesiterapico posturale, che consiste in esercizi fisici guidati dallo specialista in grado di compensare i fattori di rischio, evitando così la cronicizzazione. In molti casi questo serve a risolvere il problema. Infine importante è anche un approccio mentale fiducioso e allontanare per quanto possibile pensieri negativi: se la paura di un dolore troppo forte provoca una fuga dal movimento si può produrre un circolo vizioso che favorisce l’irreversibilità del problema. In fase di benessere, poi, il movimento diventa la chiave per prevenire le ricadute contribuendo a mantenere una fisiologica mobilità articolare e un adeguato tono muscolare, senza contare il ruolo benefico sul controllo del peso.

Nell’ernia al disco i dischi vertebrali si deteriorano facendo fuoriuscire, in parte o del tutto, il nucleo polposo che funge da"cuscinetto" fra una vertebra e l'altra. Questo materiale va a premere sulla radice nervosa che, schiacciata, provoca dolore.

C’è anche l’Herpes sciatico
Il dolore alla sciatica, in alcuni casi, può essere causato anche dall’Herpes Zoster, più comunemente noto come “Fuoco di Sant’Antonio”, virus che colpisce la pelle e i nervi e si manifesta con eruzioni cutanee (bolle e vescichette). I sintomi si verificano nella zona di pelle che decorre lungo il nervo, quindi sulla gamba, e in quella in cui arrivano le terminazioni nervose.

a cura del DOTT. Nicola Taiocchi
Specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa
- PRESSO LA CASA DI CURA HABILITA DI ZINGONIA -