L’alito pesante è una delle cause più frequenti per cui il cane viene portato dal veterinario, di solito pensando a problemi di digestione. L’alitosi, questo il termine medico, invece spesso è la spia principale di una malattia parodontale. «Ovvero di un’infiammazione delle gengive che, insieme al cemento di rivestimento delle radici dentali, al legamento parodontale (il legamento che favorisce l’adesione del dente all’osso) e all’osso alveolare, costituiscono il cosiddetto apparato parodontale» spiega la dottoressa Sabrina Palazzi, medico veterinario. «La malattia parodontale porta allo sviluppo di gengivite, la causa più comune di problemi del cavo orale nei nostri animali domestici».

Dottoressa Palazzi, come si fa a sospettare che il proprio amico a quattro zampe possa soffrire di problemi alle gengive? Come appaiono le gengive sofferenti?
Una gengiva infiammata sarà di colore più o meno arrossato, presenterà congestione ed edema (cioè gonfiore) e un’eventuale retrazione della gengiva stessa con conseguente visibilità della radice. Tutto in gradi differenti a seconda della gravità.

Ma quali sono le cause e i fattori di rischio di malattia parodontale nei cani?
La causa principale nel mondo canino, come nell’uomo, è la placca, che consiste nell’accumulo di cibo assunto durante giornata, detriti salivari e batteri, inizialmente di consistenza molle, che aderisce alla superficie dentale. Nell’arco di 48 ore la consistenza si modifica e solidifica aderendo sempre più allo smalto. Se non viene rimossa, la sua persistenza porta alla formazione di tartaro, ovvero un materiale che calcifica e aderisce alla superficie del dente dov’è presente la placca. Il problema è che la sua porosità lo rende una casa confortevole per i batteri che vi prolificano, causando così irritazione e infiammazione alla gengiva. Inoltre la composizione del tartaro funge da protezione per i batteri che quindi saranno poi più difficilmente attaccati da farmaci e spazzolino.

Come si può prevenire?
Innanzitutto con lo spazzolino da denti. È importantissimo abituare il cane, fin da cucciolo, alla pulizia meccanica dei denti. S’inizia con una garzina imbevuta avvolta sul dito e si massaggiano denti e gengive per poi gradualmente passare allo spazzolino (in commercio ci sono anche ditali morbidi di gomma o silicone con setole finali da infilare sul dito). La pulizia quotidiana va fatta massimo ogni 48 ore per il motivo accennato sopra (la placca si modifica dopo le 48 ore), ricordandosi che è meglio una spazzolata veloce quotidiana che una più insistente settimanale. Lo spazzolino svolge l‘80% del lavoro di asportazione della placca, il 20% è lasciato invece alle paste enzimatiche per cani, una sorta di dentifricio specifico per loro. Attenzione a non usare il dentifricio umano: l’ingestione da parte del cane può causare gastriti (senza contare la tossicità dello xilitolo), quello specifico ha un gusto di carne decisamente più gradito.

Integrazioni e snack cosiddetti di “oralcare” possono aiutare?
In commercio si trovano prodotti in polvere o crocchette a base di alga che contengono fucoidano e altre sostanze che possono agire riducendo rispettivamente la formazione di placca e il deposito di tartaro. Gli snack per la pulizia possono dare un piccolo aiuto in più anche se la loro azione è solo sulla parte che agisce nella masticazione. Questi prodotti, però, una volta assimilati apportano una notevole concentrazione di zuccheri, quindi è bene prestare attenzione a quali utilizzare, privilegiando prodotti a base di parti animali disidratate ed essiccate, che conservano le proprietà nutrizionali senza aggiunte, e con consistenza gommosa.

Se nonostante tutto il problema si manifesta, cosa si può fare?
Se alla visita periodica il vostro veterinario riscontra una problematica gengivale con presenza di placca e tartaro il consiglio sarà quello di effettuare una valutazione della reale situazione in anestesia generale. A quel punto si provvederà alla pulizia e lucidatura dei denti, la “detartrasi”, alla valutazione con sonda parodontale degli strati più nascosti ed eventualmente alla radiografia per valutare lo stato di salute di radici e strato osseo. Non tutto infatti è visibile: in alcuni casi l’aspetto non corrisponde al reale stato di salute della bocca e l’unico modo per avere un quadro completo è un’indagine approfondita in anestesia generale.

BOCCA SANA... IN CORPO SANO
L’ igiene orale, come per l’uomo, è fondamentale non solo per la bocca, l’alito e i denti ma per tutto l’organismo. Se non trattata, oltre alla perdita dei denti, e a potenziali fratture mandibolari possono subentrare patologie respiratorie, ascessi retrobulbari e, come si è visto nell’uomo, alcune patologie cardiovascolari possono essere la conseguenza di una bocca non proprio in salute.

a cura di GIULIA SAMMARCO
con la collaboirazione della DOTT.SSA SABRINA PALAZZI
Medico veterinario
Ambulatorio Veterinario Lallio