Fino a una decina di anni fa Gianmario Vavassori, di Brignano Gera d’Adda, dedicava quasi tutto il suo tempo al lavoro: era capo cantiere, impegnato in opere importanti a Milano come il restauro di alcune chiese storiche. Nel 2009, a 52 anni, comincia però ad accusare una mancanza di forza al braccio e alla mano sinistra, il mal di testa che già lo accompagnava da un po’ si intensifica e si presentano i sintomi della depressione. «Durante i preparativi per la Cresima di nostro figlio era assente» racconta la moglie Manuela. «Al ristorante con i parenti si era appartato, non riusciva a godere della festa, non capivamo che cosa stava succedendo». Poco tempo dopo lo colpisce un mal di testa così forte da dover andare al pronto soccorso e così iniziano le indagini mediche. Per potersi sottoporre alla risonanza magnetica, però, prima deve togliere una scheggia di metallo che si era conficcata nella sua testa da anni a causa di un incidente di lavoro. Gli esami escludono che possa essere quella la causa dei suoi disturbi. Dopo circa due settimane dal day hospital arriva il responso: è Parkinson.

Per Gianmario e Manuela è una doccia fredda. All’inizio tengono la diagnosi nascosta in famiglia, non è facile parlarne. Finalmente però riescono a mettere insieme i tasselli della malattia che nell’ultimo periodo si era fatta viva con tanti segnali, piccoli e grandi, a cui non erano riusciti a dare un significato, a partire dalla depressione fino alla difficoltà più recente nell’allacciarsi la cerniera della giacca a vento o abbottonare la camicia.

«Le cure sono iniziate subito e hanno cominciato a fare effetto» ricorda Gianmario. «Il mal di testa se ne è andato completamente. Purtroppo nello stesso periodo una caduta accidentale, scivolando su una biro, mi procura la frattura di alcune vertebre e mi costringe a subire due interventi, a portare il busto e a rimanere in casa a riposo».

Per chi era abituato a stare sempre in attività e a muoversi con agilità sui ponteggi è difficile da accettare. La mobilità è ridotta e le giornate non passano mai, ma Gianmario non si arrende alla malattia. Nemmeno questa volta. Cerca qualcosa per riempire il tempo e Manuela gli propone di costruire il modellino di una nave che era stata regalata per Natale al figlio. Nessuno l’aveva mai montata, la scatola era stata dimenticata in cantina. Il lavoro di montaggio non è semplice, bisogna annodare con pazienza il sartiame, un’operazione delicata per chiunque che diventa una vera sfida per chi è affetto dal Parkinson e non ha le mani ferme. Ma Gianmario, con determinazione e un pizzico di testardaggine, ce la fa e così il passatempo iniziato un po’ per caso diventa una passione e al primo vascello ne seguono molti altri, sempre più impegnativi.

Ma il modellismo non è solo un modo di riempire le giornate, è molto di più: esercitarsi aiuta Gianmario a migliorare la mobilità delle mani. E tra un vascello e l’altro conosce l’associazione del Modellismo di Zingonia. Con i nuovi amici espone le sue creazioni, le porta anche nelle scuole. La taverna della villetta di Brignano è attrezzatissima, un vero e proprio laboratorio dove campeggiano le navi già costruite; una di queste fa bella mostra nel salotto di casa, dove abbiamo incontrato i coniugi Vavassori che stanno per partire per le vacanze al mare. Sì perchè il Parkinson non ha fermato la loro vita, Gianmario è abbronzato e sorride comunque. Ultimamente le gambe sono diventate più pesanti, esce ancora per fare la spesa vicino a casa ma ha rinunciato a passeggiate più lunghe, fa quello che gli riesce di fare, ascoltando il proprio corpo.

Se oggi, a sessant’anni, il Parkinson non l’ha piegato il merito non è solo dei farmaci, ma anche del dottor Bruno Ferraro, primario del reparto di Neurologia dell’ospedale di Treviglio e coordinatore della rete Parkinson della provincia di Bergamo. «Non è solo una questione di competenza professionale» spiega Manuela. «Gianmario ha trovato un vero supporto anche dal lato umano nel dottor Ferraro; a volte va alla vista di controllo un po’ giù di corda e torna rinfrancato». In questi anni Gianmario ha seguito anche percorsi di logopedia e fisioterapia per ridurre gli effetti della malattia e si è trovato altre attività compatibili con le sue energie, come gli scacchi e il collezionismo di monete e francobolli.

Non da meno è stato il sostegno dell’Associazione AIP Parkinsoniani Bergamo che conta circa 300 iscritti ed è impegnata a fornire aiuto e informazioni ai malati e ai loro familiari. Il 22 giugno scorso si è rinnovato l’incontro “L’inguaribile voglia di vivere” organizzato da AIP al Centro Congressi Giovanni XIII di Bergamo, durante il quale i protagonisti di malattie o disabilità, non solo Parkinsoniani, hanno portato la loro testimonianza di trasformazione e, soprattutto, di apprezzamento per il dono della vita, che, al di là di ogni problema, vale essere vissuta. Gianmario tendenzialmente è timido e non gli piace parlare in pubblico ma quest’anno è stato anche lui sul palco del Centro Congressi per raccontare la sua esperienza e dare speranza agli altri.

In questa rubrica pubblichiamo la storia di una persona che ha superato un incidente, un trauma, una malattia e con il suo racconto può dare speranza agli altri. Vuoi raccontare la tua storia su Bergamo Salute?
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